Ad Antonella Clerici il “Premio Favorita del Roero” 2003

Nella foto da sinistra: Marco Roagna, Gianni Gagliardo, Anna Scafuri, Angelo Negro, Antonella Clerici, Valerio Alfredo Falletti, l’on. Teresio Delfino, Giuseppe Careglio

Il 18 giugno, nella splendida cornice della  “Terrazza degli Aranci” dell’Hotel Cavalieri Hilton di Roma, il presidente dell’Associazione Produttori Favorita del Roero, Gianni Gagliardo, ha consegnato il Premio alla nota giornalista e conduttrice televisiva Antonella Clerici per l’entusiasmo e lo spirito che ha dedicato alla valorizzazione dei prodotti vitivinicoli nazionali, contribuendo a divulgare ed elevare l’immagine del vino.
Il “Premio Favorita del Roero” è stato istituito nel 1994 con il duplice obiettivo di far conoscere la Favorita – un vino bianco dai deliziosi profumi prodotto con le uve omonime esclusivamente nel Roero e nelle Langhe – e di dare un riconoscimento alle donne che, con il loro stile di vita e il loro lavoro, contribuiscono a diffondere la cultura e l’immagine del vino. Nelle passate edizioni il Premio è stato conferito alla scrittrice Alessandra Appiano, alle enotecarie Angela Berchialla e Giovanna Cavallito, alle giornaliste Donatella Bianchi e Paola Gius Mira, a Marina Ripa di Meana, alla ristoratrice Stefania Moroni e, lo scorso anno, alla giornalista televisiva Anna Scafuri, la quale ha simbolicamente “passato il testimone” ad Antonella Clerici, in un’atmosfera informale e serena.
La Favorita (d.o.c. Langhe dal 1994) è giunta nel Roero attraverso le antiche vie del sale, percorse da mercanti di spezie e commercianti dalle coste liguri (in particolare dalle Cinque Terre) alle zone intorno ad Alba. E’ certa una stretta parentela con il Vermentino e il Pigato, le uve bianche più diffuse in Sardegna e Liguria. Parentela confermata dalle ottime qualità intrinseche di questo vitigno, valorizzate al massimo nelle terre povere e sabbiose del Roero. La Favorita è infatti una pianta generosa, che dà abbondante frutto se coltivata in terreni molto ricchi, con conseguente appiattimento delle sue proprietà organolettiche. Il Roero è quindi ideale per esaltare le caratteristiche di questo vitigno, la cui più grande dote è nel colore luminoso e invitante, nella finezza dei profumi, nella notevole serbevolezza, nel delicato proporsi “al femminile”.  Va detto che la Favorita del Roero ha conquistato una sua precisa identità grazie al progressivo adattamento  delle piante, avvenuto con l’avvicendarsi dei secoli, a questo particolare tipo di terreno e al contributo di selezione clonale fornito dal Centro di Miglioramento genetico e la Biologia della Vite dell’Università di Torino (dal 2001 è diventato Istituto di Virologia Vegetale). Purtroppo la sua ancora modesta produzione, e la presenza schiacciante dell’altro importante vitigno a bacca bianca piemontese, l’Arneis, ne rendono difficile la diffusione e la conoscenza al di fuori del contesto regionale. E’ quindi di estrema importanza il ruolo assunto dall’Associazione nel promuovere e divulgare la storia e la cultura di questo importante vitigno, stimolando l’interesse anche attraverso una manifestazione come il Premio Favorita.
L’evento è servito, fra l’altro, a presentare l’annata 2002 di questo piacevolissimo vino che, in barba ai disagi climatici che hanno costretto molti produttori a rinunciare a produrre Barolo e Barbaresco, merita i riflettori e l’attenzione dei consumatori, grazie al suo eccellente equilibrio, ai suadenti profumi floreal-fruttati, alla notevole freschezza di gusto che ho particolarmente apprezzato in compagnia del menù previsto durante la serata: insalata di crostacei, spaghetti con vongole e pomodori pachino, filetto di spigola in guazzetto.