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Editoriali

Addio ad un 2008 del quale non sentiremo la mancanza


Bambini e melaminaIl 2008 è stato uno degli anni più bui degli ultimi decenni, in qualche modo sembra segnare la fine di un’epoca e delle sue regole contraddittorie, senza però che si veda all’orizzonte una vera alternativa ad un sistema che fa acqua da tutte le parti. Sempre più poveri, sempre meno lavoro e quello che c’è sempre meno regolato. Siamo stati spettatori di un concentrato di frodi in campo alimentare davvero sconcertante (ultima per chiudere in bellezza, oltre 150 tonnellate di pesce avariato sequestrate in tutta Italia). Abbiamo vissuto con apprensione e partecipazione lo scandalo del Brunello di Montalcino, se ne è parlato per mesi, se ne è dibattuto, si è sperato che almeno servisse a scuotere la mentalità, a spingere ad una svolta reale.

Ma quello che più di ogni altro episodio segna questo anno, e fa impallidire i numerosi scandali che hanno sempre segnato la nostra Italia, è quello della melamina, quel collante tossico trovato nel latte in polvere destinato ai neonati cinesi, ma poi anche in quello liquido e nello yogurt. Oltre 300 mila bimbi intossicati, molti dei quali gravemente, le notizie arrivano sempre filtrate dal governo cinese, si parla comunque già di 30 mila morti, un bilancio che è destinato a salire fortemente. Piccole creature che non hanno alcuna possibilità di difendersi, costrette a subire la totale assenza di morale che sempre più imperversa nel mondo di fronte al lucro economico. Piccoli esseri che sono nati nel momento sbagliato, in un pianeta che sta perdendo davvero il senso delle cose.
Certo la Cina non è l’Italia, lì i processi si fanno molto più rapidamente, ma in Cina c’è anche la pena di morte, la rabbia a volte spingerebbe a desiderarla per certi individui senza coscienza, ma sappiamo bene che la morte serve solo a mettere a tacere la rabbia e il dolore di chi ha perduto i propri cari, ma non risolve le cause per cui certi fatti continuano a ripetersi con sempre maggiore frequenza e drammaticità.
Il sistema è marcio, ma ci siamo attaccati con la ventosa, nessuno è disposto a metterlo veramente in discussione. Quaranta Paesi sono perennemente in guerra, e le guerre sono sempre dovute a motivi economici e religiosi, ancora una volta sfruttando le miserie e le debolezze degli uomini. Così guardare al 2009 che arriva rende davvero difficile sperare in un miglioramento, siamo in recessione, le aziende falliscono, licenziano, i negozi vendono sempre meno, la gente si è indebitata sempre di più illudendosi di poter vivere riempiendosi di rate e fingendo di poterselo permettere. Spesso acquistando oggetti di consumo, televisori, cellulari, cose apparentemente indispensabili, che servono solo a farci sentire come gli altri. Ma non è una soluzione, anzi, ci distrugge senza pietà. Si consuma senza riflettere, si accumulano rifiuti, si spendono sempre più soldi nella speranza di vincite milionarie, e si assottigliano sempre di più quelli per sopravvivere. Lo Stato specula sui nostri bisogni, ha trovato una perfetta fonte di reddito senza fare alcuno sforzo. Milioni di persone giocano, fanno sistemi, si associano per tentare combinazioni più costose, a caccia della svolta; di quei milioni di giocatori solo uno, e neanche spesso, porterà a casa (sempre che lo Stato paghi, con i suoi tempi) una cifra che gli cambierà la vita sul piano economico e soprattutto umano. Potrebbe diventare migliore, ma la storia ci insegna che tanti soldi spesso annebbiano il cervello, rendono più stupidi, egoisti, ci fanno dimenticare le cose che contano davvero, ci fanno dimenticare gli altri. Dei restanti milioni di individui che giocano, una minoranza riceverà un contentino, pochissimi eletti conquisteranno qualche decina di migliaia di euro, gli altri avranno buttato i loro già scarsi soldi. Ma allo Stato va bene così, la gente deve vivere male, così si aggrappa alla speranza di un numero, di una combinazione, non accorgendosi di quanto è manipolata, gestita, pilotata, intrappolata.
Molto meglio pensare a se stessi, che il mondo vada pure a rotoli, io galleggerò finché posso. Mi viene in mente quella mitica canzone di Jannacci, “Quelli che”, dove dice fra le varie cose azzeccatissime “quelli che con una bella dormita passa tutto, anche il cancro“. Bene, sappiamo come stanno le cose, sappiamo anche che abbiamo trovato tutti molto comodo lasciar decidere per noi governi ruffiani, maestri nel raggiro, simbolo perfetto della nostra epoca.
Forse, nel 2009, dovremmo avere il coraggio di aprire gli occhi, uscire dal guscio, prendere il coraggio di tornare nella strada, di confrontarsi non davanti ad un computer, di ritrovare dei valori comuni, di scrollarci di dosso tutto questo marciume, questa violenza che ci viene propinata attraverso media e televisione per farci abituare, per renderci indifferenti a quella vera, quella che si verifica nelle strade ogni giorno, che si tratti di violenza alle donne, ai bambini, ai gay, ai neri, ai diversi, che si tratti di violenza psicologica, di martellamenti pubblicitari che ti raccontano quanto quel prodotto industriale è sano, naturale, pulito, ideale per i bambini.
E’ ora di ripartire da zero, e senza rimpianti.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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