Area di produzione – comprende i territori dei Comuni di Voghiera, Masi Torello, Portomaggiore, Argenta e Ferrara. Frutto – presenta lo stelo e la tunica esterna del bulbo nonché la tunica che avvolge ciascun bulbillo completamente secchi. Il bulbo si presenta esternamente di colore bianco e sono evidenti i bulbilli; lo stelo di colore biancastro è di consistenza più fragile; le radici sono colore avorio. Metodo di ottenimento, tecniche di produzione e raccolta – ROTAZIONE COLTURALE: l’aglio di Voghiera è una coltura da rinnovo. La rotazione deve essere almeno di quattro anni con colture cerealicole o proteoleaginose. La preparazione del terreno avviene con aratura alla profondità da cm 40 a cm 50; l’aratura estiva deve essere seguita da una successiva fresatura, seguita poi da una concimazione; il terreno deve apparire livellato, ben frantumato per consentire un adeguato scolo delle acque. Il ciclo di coltivazione è annuale con semina in autunno. PRODUZIONE DEL SEME: la riproduzione del bulbillo avviene per via vegetativa, esso deve essere privo di patogeni e di qualsiasi microferita, deve provenire da un bulbo dell’anno in cui sono ben evidenti i bulbilli. Il bulbo prima della sgranatura deve essere scaldato con termoconvettore di aria calda, dai 25°C ai 35°C, per un periodo da 8 a 10 ore, al fine di eliminare l’umidità da un 5% a un 10%. Il bulbillo deve presentare uniformità di pezzatura e di colore ed essere turgido e carnoso. Ogni azienda seleziona manualmente la quota di prodotto necessaria per produrre il seme. Qualora l’azienda agricola non sia in grado di produrre il materiale di riproduzione o quello prodotto non sia sufficiente al suo fabbisogno, può reperirlo presso altri produttori dell’area della DOP. Le fasi per l’ottenimento del materiale da seminare prevedono: A. la selezione manuale dei bulbi, detti “teste”, dai mazzi di aglio della partita destinata alla semina; B. l’eliminazione manuale dei bulbilli esterni al bulbo detti “denti”; C. lo schiacciamento dei bulbi che può avvenire manualmente o meccanicamente; D. l’eliminazione, mediante ventilazione ed asporto manuale, delle tuniche esterne di contenimento e dell’apparato radicale; E. la selezione dei bulbilli ottenuti dalle operazioni precedenti può avvenire con modalità completamente manuale oppure con l’ausilio di una selezionatrice meccanica che contemporaneamente effettua anche la ventilazione. In questo caso si effettuerà una successiva selezione manuale finale dei bulbilli adatti ad essere seminati. EPOCA E MODALITA’ DI SEMINA: la semina avviene dal 15 settembre al 30 novembre. Profondità minima dei bulbilli 6 cm. Distanze fra le file: da minimo 20 cm a massimo 50 cm e sulla fila minimo 8 cm. La posizione delle piantine deve essere tale da evitare lo scalzamento delle radici durante l’inverno o una moria per asfissia radicale, ed inoltre deve consentire l’agevolazione delle operazioni colturali in particolare la sarchiatura meccanica. La semina può avvenire manualmente, con macchine agevolatrici o essere totalmente meccanizzata con seminatrici pneumatiche. E’ ammessa la concia del seme. La quantità di seme da impiegare varia a seconda della dimensione dei bulbilli, ed è compresa fra 600 e 1300 kg/ettaro. CONCIMAZIONE E IRRIGAZIONE: nella concimazione vanno distribuiti al max 150 kg/ha di P2O5, 200 kg/ha di K2O. L’azoto, distribuito con più interventi o con un unico intervento se si usano concimi a lenta cessione, non deve superare i 150 kg/ha. Sono ammesse le concimazioni fogliari per l’apporto di macro e microelementi. La distribuzione dell’acqua irrigua deve essere uniforme, non deve provocare ristagno idrico in campo; si eseguono da 1 a 3 irrigazioni per aspersione, con un apporto massimo per ciascun intervento di 300-350 m3/ha di acqua. E’ fondamentale apportare acqua nella fase dell’ingrossamento del bulbo quando la piovosità è scarsa e insufficiente (inferiore a 40 mm di pioggia ogni 15 giorni). Nel caso in cui si effettuano irrigazioni alla coltura, queste andranno sospese 15 gg. prima della raccolta per permettere una migliore maturazione del bulbo e non compromettere la sua successiva conservazione. RACCOLTA: L’estirpazione dell’Aglio di Voghiera avviene dal 10 giugno sino al 31 luglio in funzione della destinazione sul mercato come Aglio di Voghiera “verde/fresco”, “semisecco” o “secco”. L’estirpazione può avvenire completamente a mano, con l’ausilio di macchine agevolatrici o essere completamente meccanizzata. AGLIO VERDE/FRESCO si intende quello immesso al consumo dal giorno dell’estirpazione al 5° giorno dall’estirpazione stessa; AGLIO SEMISECCO si intende quello immesso al consumo tra il 6° e il 10° giorno dall’estirpazione; AGLIO SECCO si intende quello immesso al mercato dall’11° giorno dopo l’estirpazione. Al momento dell’estirpazione la produzione massima di Aglio di Voghiera è di 20 t /ha. Dopo essere stato estirpato il prodotto deve subire una essiccazione naturale. Essa può avvenire in tre modi: 1. in pieno campo, per un periodo che va da 5 a 10 giorni; 2. in azienda per un periodo da 10 a 40 giorni; l’aglio è disposto su bancali di legno per favorire il ricircolo dell’aria; durante la notte l’aglio è posto al riparo dall’umidità, o sotto tettoie o coperto con appositi teli di nylon; 3. in atmosfera controllata, in camere isolate per un periodo da 24 a 36 ore, ad una temperatura da 25°C a 35°C. Le operazioni di produzione e condizionamento devono avvenire necessariamente nell’ambito della zona di produzione delimitata per impedire che il trasporto e le eccessive manipolazioni possano provocare la rottura delle teste e soprattutto la frammentazione delle cuticole generando il rischio di muffe e deterioramento del prodotto.
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