Declinazioni di piennolo al San Pietro Bistrot del mare

Ci ritroviamo con Mariano e Antonio Panariello al San Pietro Bistrot del Mare, ristoratori di riferimento per la cucina di mare di Torre del Greco. Conosciuti per lo storico locale New York New York e ben noti per il loro ristorante del porto Taverna ‘e Mare, che ha aperto i battenti nel 2012, hanno deciso di replicare nel maggio 2017 con il bistrot, differenziando le offerte e incentrando la proposta su ottimi crudi, una bella brace a vista e piatti coscientemente elaborati con il pescato che il porto di Torre del Greco offre giornalmente.
Qui si dà ampio spazio alla cucina di mare con un tocco di creatività, basandosi sull’evoluzione delle ricette classiche, ma dove domina un’attenta e continua ricerca dei migliori ingredienti e dei migliori accostamenti. Oltre al buon pescato è possibile gustare la pizza, preparata secondo la tradizione napoletana, ma anche qui personalizzata con coscienza e passione. Altrettanta cura nella carta dei vini a cui è dedicata un’ampia cantina a vista.
Ed è proprio la passione dei proprietari nei confronti della terra vesuviana e del pomodorino del piennolo di Giolì in particolare, che ci porta ad assaporare e a conoscere questa realtà.
Grazie all’evento “A tavola con Giolì e Birrificio Ventitré“, organizzato lo scorso 15 novembre da Marina Alaimo, si è potuto conoscere da vicino non solo questa giovane realtà ristorativa, ma anche approfondire gli aspetti scientifici prima e salutistici poi dell’oro rosso del Vesuvio.

La presenza della Dott.ssa Patrizia Spigno, agronoma, ricercatrice e responsabile del centro ARCA 2010 (banca del germoplasma delle varietà orticole e frutticole della Campania) e del Dottor Michele Scognamiglio, autore di diverse pubblicazioni scientifiche, specialista in Patologia e Biochimica Clinica presso il Dipartimento Immunoematologia Università della Campania Luigi Vanvitelli e sommelier “per dispetto”, hanno arricchito la giornata di contenuti.
La dottoressa Spigno ha illustrato in modo chiaro le differenze che sussistono tra le numerose specie di pomodori e di come si stiano recuperando le vecchie varietà tradizionali, soprattutto quelle in via di estinzione, oltre al fatto che solo parlando di “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP” ci troviamo di fronte un numero diverso di cultivar e biotipi locali accomunati da caratteristiche simili. L’azienda Giolì, di cui Angelo Di Giacomo rappresenta la quinta generazione, è tra i custodi del seme di questo meraviglioso frutto del Vesuvio, che viene riprodotto in proprio di anno in anno. Alla famiglia di Angelo è stata tra l’altro riconosciuta una varietà propria, selezionata e riprodotta nel tempo con competenza e passione.

Custodi quindi non solo del più noto pomodorino pizzuto dal colore rosso, caratterizzato dalla buccia coriacea, la polpa

soda e ricco di licopene, vitamina C, oltre che di potassio, bensì anche del Pomodorino giallo da serbo Giagiù, simile per acidità e sapore, ricco di acido glutammico e conservato anch’esso sui tipici piennoli, dalla raccolta estiva fino alla primavera seguente.
Questo pomodorino pizzuto, nella sua duplice colorazione, diventa ingrediente fondamentale della cucina napoletana e campana in generale, ha una grande versatilità in cucina, come ci ha dimostrato ampiamente Alfonso Mauri, chef del San Pietro, che lo ha declinato dall’antipasto al dessert. Decisamente interessante la sinergia tra il chutney di pomodorino giallo Giagiù e il Baccalà appena scottato accompagnato da un crumble di limone e menta, proposta nell’antipasto, succeduto dalle Linguine con granchio fellone e pomodorini rossi del Vesuvio, un piatto tipico della tradizione torrese.


Convincente ed espressiva la seconda portata, Palamita cotta in olio cottura su pizzaiola fredda di pomodorino rosso del Vesuvio e spuma di provola, un piatto dove il gioco di consistenze e temperature hanno reso il connubio vincente. Anche la chiusura del pasto non è stata banale, hanno servito una Cialda di cioccolato fondente e sale Maldon, su cui è stato abbinato il pomodorino candito della pastry chef Anna Chiavazzo, nella versione sia gialla, sia rossa.
A tutte le pietanze sono state abbinate le birre artigianali del birrificio Ventitré, un microbirrificio irpino di Grottaminarda. Anche sulla birra Michele Scognamiglio ha dato il suo contributo, sottolineando che, se prodotta con coscienza, questa bevanda contiene interessanti dosi di vitamina B6, B12 e acido folico.
Sei le birre prodotte dai giovani ragazzi irpini, di cui abbiamo avuto modo di provarne tre, la Esperia (Witbier) prodotta utilizzando frumento a cui viene aggiunto coriandolo, arancia amara e luppolo, che le conferisce un sapore agrumato e rinfrescante; l’Aura (Strong Golden Ale), caratterizzata da un colore oro carico, sostenuta da un buon corpo e connotata da note di frutta candita, dalla gradazione alcolica non trascurabile; l’Urania (Oatmeal Stout) dai toni caldi tonaca di monaco, con un delizioso e piacevole sapore di liquerizia e caffè.

I quattro giovani soci, oltre al tentativo di realizzare le loro birre impiegando esclusivamente acqua delle sorgenti irpine e prodotti selezionati quali malti e luppoli di assoluta qualità, prestano particolare attenzione all’ambiente. Infatti all’interno del laboratorio il 100% del ciclo produttivo avviene utilizzando esclusivamente fonti energetiche ecosostenibili, producendo in proprio l’energia necessaria per il loro fabbisogno.
Un’occasione dove il cibo è stato il veicolo per trasmettere valori, tradizioni e cultura.

San Pietro – Bistrot Del Mare
Via Calastro 6 – 80059 Torre Del Greco (NA)
tel: 081 18909292
Azienda Agricola Giolì
Via Palmiro Togliatti 37
80046 San Giorgio a Cremano(NA)
tel: 338 635 6591
Birrificio VentiTRÉ
via Perugia, 23 83035, Grottaminarda (AV)
Telefono e Fax: +39 0825 881074
E-mail: info@birrificioventitre.it