Andriano festeggia 130 anni, la cantina sociale più antica dell’Alto Adige
Circa sette mesi fa usciva il mio articolo dedicato a Cantina Terlano realtà vitivinicola tra le più note del comprensorio, che nel 2008 ha deciso di fondersi con Cantina Andriano, situata all’interno del comune omonimo in provincia di Bolzano. Quest’ultima ha da poco compiuto 130 anni d’attività, un bel traguardo, non vi è alcun dubbio, tanto che ad oggi può considerarsi a ragion veduta la cantina sociale più antica dell’Alto Adige.
Correva il 25 aprile del 1893, epoca in cui 31 viticoltori di Andriano (BZ) decisero di unire le proprie forze per compiere una scelta lungimirante e visionaria, ovvero quella di dar vita, in pieno Impero Austro-Ungarico, alla prima cantina cooperativa inserita all’interno di un territorio che ai giorni nostri è possibile chiamare Alto Adige. Lo spirito di intraprendenza, sin dal principio, fu il motore che alimentò questa piccola cooperativa sociale tanto che, negli anni tra il 1896 e il 1908, la stessa prese parte con i propri vini a numerose mostre e rassegne a livello internazionali che valsero all’Alto Adige svariati premi e riconoscimenti.
Come ho sempre sostenuto il modello altoatesino, riguardo questa particolare tipologia di Cantine, è vincente al 100% tanto da aver ispirato il modello organizzativo di tante altre regioni italiane. Ai giorni nostri per l’appunto, da nord a sud, il livello medio dei vini che è possibile acquistare presso le cantine sociali del bel Paese è cresciuto esponenzialmente; ed è un bene per tutti considerando che il più delle volte i prezzi delle bottiglie sono estremamente abbordabili. Mai come in questo periodo storico, il suddetto tema è di “vitale” importanza a causa dell’inflazione galoppante che sta colpendo soprattutto l’Italia.
Ma in cosa consiste questo modello? Nessuno più di Klaus Gasser, direttore commerciale con formazione enologica sia di Cantina Andriano che di Cantina Terlano, è in grado di rispondere a tale quesito: “La società cooperativa nata, inizialmente come una esigenza storica, è divenuta poi una modalità di lavoro che ha creato un modello d’eccellenza altoatesino, seguito poi da molte altre realtà del territorio, e capace di creare un unicum a livello nazionale. Esprimere al meglio la combinazione fra la collocazione geografica, il terreno e il clima, ha permesso di promuovere, al tempo stesso, l’identità del posto mantenendo viva una volontà costante di ricerca di nuove strade per infondere alle tradizioni del passato la vitalità del presente, conservandole per il futuro”.
Il buon vino nasce in vigna, in cantina è possibile soltanto consolidare un buon risultato. A tal proposito il modello altoatesino è noto per fornire ai conferitori tutta la consulenza agronomica possibile e immaginabile, oltre ad una tecnica di coltivazione il più rispettosa possibile delle naturali caratteristiche dei vitigni e del luogo. A tal proposito l’enologo Rudi Kofler aggiunge: “Il segreto di un vino eccellente consiste in un lavoro in vigna, e in cantina, estremamente attento e che è sempre frutto della dedizione dei viticoltori e della passione che li lega alla loro terra. Ogni singolo viticoltore è seguito per tutta l’anno dal nostro team tecnico garantendo l’ingresso in cantina di solo uve perfette per creare vini che avranno la capacità di narrare nel calice le proprie origini”.
Cantina Andriano oggi può contare su una sessantina di soci viticoltori che insieme, spinti da un grande spirito di appartenenza, coltivano 80 ettari di vigneti dislocati sui pendii appartenenti alla sponda destra del fiume Adige. Ci troviamo a nord di Bolzano, a circa 14 km dal capoluogo di regione, esattamente all’interno del comune di Andriano. Il panorama, come spesso accade in Alto Adige, è affascinante e pittoresco: le viti poggiano su morbide colline disegnate da muretti a secco. Le stesso godono di un’insolazione prettamente mattutina e dell’ombra pomeridiana.
Quest’angolo particolare della val d’Adige gode di un clima mediterraneo. Il comune di Andriano, inoltre, grazie alla particolare collocazione orografica, può contare su temperature fresche serali in grado di rinfrescare le bacche; gli sbalzi termici giorno-notte rappresentano una condizione importantissima per la componente aromatica delle uve. I terreni calcarei ben ventilati, inoltre, influiscono notevolmente su una tardiva maturazione fenolica spingendo su finezza e freschezza, caratteristiche sensoriali che da sempre contraddistinguono l’Alto Adige in termini enoici.
Le etichette di punta di Cantina Andriano fanno parte della linea Selezioni, composta dallo Chardonnay Doran, il Sauvignon Blanc Andrius, il Lagrein Tor di Lupo Lagrein, il Merlot Gant, il Pinot Nero Anrar e il dolce Gewürztraminer Juvelo. Ho avuto la possibilità di degustare due tra questi vini, di seguito il mio punto di vista.
Alto Adige Sauvignon Blanc Andrius 2021
Riguardo questo sauvignon blanc in purezza ci troviamo ad Andriano, a circa 300-380 metri di altitudine, su terreni argillosi di roccia calcarea con stratificazioni di pietra dolomitica bianca. Rese molto basse, 40 hl/ha. Si inizia con la fermentazione a temperatura controllata in recipienti d’acciaio inox, segue la maturazione sui lieviti per 6 mesi, in parte in fusti d’acciaio inox (80%) e in parte in tonneaux (20%). Paglierino piuttosto algido con riflessi verdi, tonalità chiara e luminosa; buon estratto. L’apporto del legno è pressoché irrisorio, tempra forse un po’ il vino a livello di struttura ma il naso resta principalmente incentrato su ricordi di albicocca, scorza di cedro e susina gialla; bellissimo il floreale: fresco, spigliato, il sambuco e il tiglio spadroneggiano accompagnati da ricordi di salvia e maggiorana, oltre ad una nitida scia di calcare. In bocca, considerando la giovane età, è già piuttosto compiuto grazie ad una buona sinergia tra parti sapide ed acide in totale assenza di alcol percepito; la chiusura ammandorlata deterge il sorso rendendolo particolarmente beverino senza in alcun modo intaccare la profondità. In abbinamento: cappesante saltate in padella con burro d’alpeggio e sfumate con lo stesso vino.
Alto Adige Lagrein Riserva Tor di Lupo 2020
Questa volta i terreni sono nettamente argillosi e sabbiosi, vigne situate a circa 250 metri sul livello del mare, ci troviamo sempre ad Andriano e le rese si attestano questa volta attorno ai 45 hl/ha. Vinificazione tradizionale in rosso in recipienti d’acciaio inox, vengono effettuati svariati rimontaggi; affinamento e malolattica in barriques. Veste rubino intenso, tonalità calda e buona struttura. Il naso in questa prima fase della sua vita è ancora leggermente viziato da una tostatura che, trascorsi 10-15 minuti dalla mescita, svanisce completamente a vantaggio di tutta una serie di frutti rossi maturi (tra cui ribes, ciliegia e susina nera) corroborati da un ricordo di cacao, terriccio umido, liquirizia e pepe nero; notevole l’impronta balsamica che rinfresca il quadro aromatico. A livello gustativo ritrovo un Lagrein lontano anni luce dagli stereotipi legati al vitigno, la morbidezza in questo caso è vivacizzata continuamente dai classici ritorni di acidità legati ai frutti di bosco, dunque tanta coerenza e un finale pulito, fresco e puntellato da guizzi sapidi. Gran bel vino da accostare a sontuose grigliate estive a base di carne di maiale; servito a 14° diviene irresistibile.
Andrea Li Calzi