Il Carmignano di Podere Il Sassolo in tre “vecchie” annate
Ho conosciuto Antonio Mannelli quattro anni fa, durante un viaggio tra le vigne del Carmignano, terra che amo particolarmente per la sua disposizione in parte ancora selvaggia. Il Carmignano, per le sue caratteristiche, per i vitigni utilizzati, per la particolarità dei luoghi dove nasce, si distingue in modo piuttosto netto dagli altri rossi toscani, anche quando viene maturato in legni che lasciano evidenza del loro contributo.
Podere Il Sassolo si trova in località Santa Cristina a Mezzana, a pochi chilometri dal comune che dà origine alla Docg, Antonio produce le tre tipologie tipiche del territorio, Carmignano, Barco Reale e Vin Ruspo. Come tutti sapranno il sangiovese è la varietà più importante, che viene affiancata da cabernet sauvignon e merlot, vitigni che risiedono nella zona da tempi remoti, assai prima che scoppiasse la moda che ha portato a impiantare vitigni internazionali in tutta Italia.
Il Carmignano è un vino in grado di tenere bene nel tempo, Antonio lo ottiene da piante che hanno un’età che va da 15 a oltre 40 anni, il suolo è caratterizzato dalla classica mistura di calcare, alberese e galestro, le uve vengono raccolte a mano, mediamente tra fine settembre e inizio ottobre.
Il vino è composto da sangiovese all’80%, cabernet sauvignon 15% e merlot per la parte restante, le uve subiscono una macerazione di circa due settimane, la maturazione dura dai 12 ai 16 mesi parte in barriques e tonneaux, parte in botti di rovere di Slavonia da 10 Hl.
Le tre annate che sto per descrivervi hanno passato un periodo in bottiglia da un minimo di 5 ad un massimo di 8 anni, ed è interessante verificare gli sviluppi nel tempo, tenendo conto anche della diversità di ciascuna annata.
La 2007 ha quasi compiuto dieci anni, presenta un colore granato profondo con unghia mattonata e rivela toni terziari evidenti, che vanno dal cuoio conciato alla scatola di sigari, ma non mancano rintocchi fruttati di prugna e ciliegia nera in confettura, poi arriva la liquirizia, il cacao, il chiodo di garofano, fogliame umido e un accenno a funghi, grafite e mallo di noce.
All’assaggio mostra un corredo ampio e maturo, ma non ossidato, il tannino è ormai perfettamente integrato, così come il legno, c’è una buona vena acida che garantisce un supporto di freschezza che evita rischi di appesantimento del sorso.
È un Carmignano che offre ancora una buona dinamica, profondo e di ottima persistenza, con finale che ripropone i toni terziari, ma sempre ammantati da una piacevole freschezza.
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La 2009 ha colore simile ma più luminoso, l’impatto odoroso è più fruttato, maturo ma non in confettura, di ciliegia, si coglie anche la rosa macerata, sfumature di cachi, cedro, ribes nero, resina.
Bocca fresca e succosa, con note di cioccolato e mon cherì, cremosa, sapida, tannino fine e disteso, lunga persistenza che ripropone tutta la gamma di sensazioni.
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Il Carmignano 2010 ha un cuore ancora rubino, il profumo colpisce per l’intersecarsi di note floreali e agrumate, di arancia rossa, poi arriva la ciliegia appena matura, il lampone.
Al palato rivela un’accentuata freschezza, un corpo elegante e carnoso, grande pulizia espressiva, frutto che avvolge, di grande piacevolezza, invoglia a berne grazie anche all’ottimo equilibrio in ogni suo aspetto, si sente la qualità dell’annata, ha ancora un lungo percorso davanti.
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Roberto Giuliani