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Anteprima 2012 Bardolino e Chiaretto: “tutto esaurito” per un afflusso da record

Dogana VenetaNell’ambito del fitto e intricato calendario delle sempre più premature anteprime delle ultime annate in commercio, una chiara e precisa collocazione e significato l’ha sicuramente raggiunto l’appuntamento di metà marzo presso la Dogana Veneta di Lazise con il Bardolino e il Chiaretto.
Nata in sordina 4 anni fa, questa manifestazione ha raggiunto oggi sicuramente livelli di prim’ordine. Molti sono i fattori che hanno contribuito al successo, a cominciare dalla fattiva collaborazione, impegno e presenza dei produttori, che negli ultimi anni hanno saputo ridare una giusta connotazione a un vino che non ha e non deve avere grandi pretese, un “vino per il popolo” come veniva riportato negli scritti di inizio del secolo scorso, un vino immediato a 360 gradi, confermato dal fatto che l’annata 2011 è già stata in gran parte imbottigliata, di facile e invitante beva, che deve avere le caratteristiche territoriali e rispecchiare le caratteristiche delle uve di questo territorio, Corvina veronese e Rondinella in primis, evitando di imitare la vicina Valpolicella, oggi più che mai produttrice di vini ricchi di materia, dal tenore alcolico piuttosto elevato, di morbidezza talvolta eccessiva, frutto di appassimenti più o meno spinti, caratteristiche che rischiano di pregiudicarne la beva e la facilità di abbinamento con i piatti del territorio.
Una scelta premiata dalla realtà dei fatti, che vede attestarsi lo scorso anno le vendite di Bardolino attorno ai 21 milioni di bottiglie, il Chiaretto sui 10, mentre la versione Spumante è ormai pronta per il decollo, dal momento che i produttori di questa tipologia sono ormai diventati una trentina con una qualità nel complesso gradevole e abbastanza omogenea.

Vigneti BardolinoMerito senza dubbio del Consorzio Tutela Vino Bardolino Doc, presieduto in maniera professionale da Giorgio Tommasi e diretta da un autentico appassionato e grande esperto e conoscitore di vino e territorio come Angelo Peretti, che ha saputo trasmettere il messaggio, stimolare e seguire i produttori in questa sorta di ritorno alle origini, ideando e credendo negli eventi promozionali che coinvolgono tutto il pubblico dei consumatori, non esclusivamente gli addetti ai lavori o i giornalisti. Ne è un chiaro esempio l’Anteprima dell’annata 2011, a ingresso libero, capace di convogliare nella giornata di domenica sulla sponda veneta del lago di Garda oltre 8 mila persone, che in poche ore hanno esaurito le scorte di bottiglie dei 64 produttori presenti, oppure promuovendo nel corso dell’anno sfiziosi abbinamenti con i piatti della cucina di lago gardesana e con i prodotti del territorio, primo tra tutti il formaggio Monte Veronese.
Onor del merito anche all’attento e prezioso lavoro di comunicazione di queste idee, attività ed iniziative, compito affidato da qualche anno alla sempre ottimista e sorridente Paola Giagulli di concerto con Peretti, che anche in questa edizione dell’Anteprima hanno allestito un programma che non si limitava alle degustazioni di circa 150 campioni di Bardolino e Chiaretto, bensì permetteva di andare a veder con i propri occhi dove e come nasce questo vino, di conoscere il carattere e lo stile di vita dei suoi creatori, di scoprire un territorio dove le realtà produttive da milioni di bottiglie convivono a fianco di vignaioli da poche migliaia di ettolitri di vino.
Organizzatori e chef della cena ayurvedicaSenza dubbio originale, un pizzico provocatoria forse, ma molto interessante e coinvolgente la cena Ayurvedica presso l’accogliente Hotel Cæsius Thermæ & SPA Resort di Bardolino, uno dei più grandi e competenti d’Europa in questo settore, dove, oltre ad apprendere tecniche, ingredienti e spezie in uso da questa filosofia e stile di vita antica di millenni (in sanscrito, la lingua dei primi testi sacri dell’umanità, “Ayur” significa “Vita” e “Veda” significa “Conoscenza”, da cui Ayurveda = Scienza della Vita), si è confermata in vari casi la gradevolezza dell’abbinamento di questi piatti naturali con Bardolino o Chiaretto.

Nel corso del tour nel territorio del Bardolino classico abbiamo potuto ammirare la Tenuta Villabella, un patrimonio vitato di oltre 200 ettari distribuiti nelle cinque zone classiche venete, la metà in piena zona Bardolino classico attorno alla splendida Villa Cordevigo a Cavaion Veronese, dimora del ‘700 immersa in un parco secolare con annessa la chiesetta del fine ‘400 dedicata al patrono San Martino, da circa un anno trasformata in un paradisiaco “wine relais a 5 stelle” grazie a un accurato restauro conservativo da parte delle famiglie Delibori e Cristoforetti, un tuffo negli agi e sfarzi della vita aristocratica veneta di due secoli fa, con un’attenzione particolare per la cucina diretta dallo chef Giuseppe D’Aquino, servita nella suggestiva cornice della Taverna oppure nella sontuosa Sala Barchessa.
Oltre alle ottimamente interpretate versioni di Bardolino “rosso” e Chiaretto, sia nella versione “ferma” che spumante, abbiamo avuto la conferma della filosofia volta ai vitigni autoctoni di questa azienda tramite l’assaggio di un Rosso Veronese 2007 a base di Oseleta in purezza, un vino con una stoffa e un carattere deciso, prodotto in appena 800 magnum, dell’Amarone Fracastoro 2000, con fresche e persistenti note di marasche, cioccolato e un pizzico di caffè, e del Villa Cordevigo Rosso 2004 che, seppur di taglio semibordolese con le uve di corvina assemblata con cabernet sauvignon e merlot, tutte appassite per un paio di mesi, riscopre la tradizione veronese della fermentazione e affinamento in botti di ciliegio.

Flavio RighettiNel prosieguo abbiamo anche avuto modo di conoscere i proprietari della piccola azienda Monte Saline a Cavaion Veronese, dove papà Romano Giacomelli è riuscito a trasmettere al figlio Andrea la sua passione per le bollicine rigorosamente “metodo classico”, tanto che l’attuale versione del loro Chiaretto Brut, nata nel 1972, 24 mesi minimo sui lieviti, e la versione Nature, al secondo anno di produzione, che di mesi ne fa invece almeno 36, sono diventati i loro prodotti di punta.
Questi vini sono il frutto di anni di studi e di prove, condotte da Romano fin dalla fine degli anni ’60, con frequenti viaggi in Francia e con la collaborazione di enotecnici e diversi viticoltori vicini di casa, con la vinificazione separata di tutti i 15 vitigni storici di questo territorio, fino ad arrivare alla tecnica ed alle uve attuali, rigorosamente e unicamente Corvina e Rondinella, niente Molinara poiché ha una netta perdita di colore nel tempo, criomacerazione delle uve raccolte per una giornata a bassa temperatura, pigiatura del grappolo intero per preservarne profumi e aromi in pressa chiusa.
Le bottiglie vengono quindi sistemate in pupitre in legno, il remuage viene svolto ancora totalmente a mano da quattro persone, circa 1.500 bottiglie in un’intera giornata, così come manuale è anche la sboccatura, che regala un vino con netti sentori di lampone, fragola, perlage fine, decisa sapidità e gran pulizia in bocca. La voglia di sperimentare per fortuna non si è ancora assopita né in Romano tanto meno in Andrea, al punto che ci confidano che è in cantiere una cuvée di Pinot nero (70%) e Corvina con 36 mesi minimo di rifermentazione in bottiglia.

ZeniDegustazioni
La quarta edizione dell’Anteprima Bardolino, ospitata nuovamente nella ristrutturata Dogana Veneta, con il suo ricco carico di storia e il delizioso sbocco direttamente sul Lago di Garda, attiguo al romantico porticciolo di Lazise, è stata presa letteralmente d’assalto fin dal mattino di domenica da migliaia di persone, complice il tepore primaverile e il tradizionale accesso gratuito, evento che farà sicuramente riflettere gli organizzatori sull’eventuale cambio di sede o l’introduzione di un ticket di ingresso o degustazione, sia per ragioni di sicurezza sia per evitare il rapido esaurimento delle bottiglie in degustazione.
Nella mia tornata di degustazioni a stretto contatto con i produttori, indispensabile a mio avviso per soddisfare curiosità o cercare di carpire i “segreti di produzione”, ho alternato assaggi dalle piccole alle grandi realtà produttive del territorio. Piacevolissima conferma di una delle tante “nuove leve” del Bardolino, Damiano Bergamini, dal 2001 è alla guida dell’omonima azienda cercando di salvaguardare i valori tradizionali e di ridurre allo stretto necessario l’utilizzo della tecnologia.
A Colà, da 12 ettari di vigneto sui terreni morenici, Damiano è stato tra i primi ad effettuare delle prove di coltivazione biologica. Il suo Chiaretto 2011, dal tradizionale taglio di maggioranza Corvina, un terzo di Rondinella ed un 10% di Molinara, dispone di un ricco bouquet di freschi sentori floreali e di frutti rossi e di una grande sapidità, caratteristiche che ho ritrovato nella versione Spumante, fresco e persistente al punto giusto dopo i quattro mesi di rifermentazione in autoclave. Il Bardolino si presenta con netti sentori di amarena e lamponi maturi al naso, ricco e strutturato in bocca, appare più complesso del 2010 nella degustazione comparata, che tuttavia dispone ancora di un’invidiabile e invitante freschezza.

Romano GiacomelliOttime interpretazioni di Bardolino e Chiaretto da parte dell’Azienda Agricola Raval di Bardolino, azienda famigliare da un paio d’anni con agriturismo annesso che, alle tradizionali uve di Corvina, Rondinella e Molinara, affianca la Negrara; per i nuovi impianti si è scelto il sistema guyot, alternativa alla classica pergola veronese.
Restando in tema di piccole realtà vitivinicole l’Azienda Agricola Cà dei Rotti, cinque ettari a Bussolengo coltivati da Carlo Castellani, ha deciso di inserire il Sangiovese e la Barbera a fianco dei vitigni classici, mossa che in annate calde e asciutte come il 2011 contribuiscono in maniera netta nell’aumentare acidità, freschezza e colore. Il suo Chiaretto, nato dopo 24 ore di criomacerazione delle uve appena raccolte e una leggera pressatura, si caratterizza per un colore scarico, aromi speziati, pepati e persistenti, meno evidenti nel Bardolino, dove a prevalere sono la marasca, la prugna, un equilibrato mix di frutti rossi e neri freschi.
Ottimo lo standard di livello sia del Chiaretto che del Bardolino dell’azienda agricola Le Tende di Colà di Lazise, così come è altrettanto convincente la versione spumante di Chiaretto, con aromaticità spiccate e morbidezza avvolgente, dell’azienda Casaretti, 25 ettari di filari sparsi tra Bardolino, Cavaion e Garda gestita dai giovani fratelli Stefano e Gianmaria Rossi. Anche in questo caso una piccola parte di Sangiovese viene utilizzata per il Bardolino, caratterizzato da una particolare nota mandorlata nel finale.
CharettoMinor rispetto della tradizione ma grande attenzione al carattere, pienezza, morbidezza e beva nei vini della piccola azienda di Enzo Righetti, 9 ettari a Cavaion Veronese condotti insieme al figlio Flavio, dove risulta netta l’impronta aziendale, così come l’intenzione di contraddistinguerli e identificarli attraverso l’apporto di una piccola percentuale di uve Sangiovese e Marzemino, alla decantazione a freddo del salasso, alla fermentazione a non più di 20° per oltre un mese e al successivo affinamento sulle fecce nobili in sospensione per altri 3-4 mesi per estrarre maggiori profumi, aromi e colore. Il Chiaretto possiede una particolare mineralità e una grande sapidità, il Bardolino Classico, assai giovane, è di un rosso rubino acceso, frutta matura, spezie, pepe nero, morbidezza e facilità di beva.
Tra le grandi cantine presenti a Lazise, estremamente puliti ed eleganti i vini della Cantina F.lli Zeni, azienda storica risalente all’800, in particolare nella strutturata selezioni del Bardolino Classico Vigne Alte e nel complesso Bardolino Classico Marogne, entrambi ancora in fase di affinamento in acciaio e legno, che nascono dai vigneti collinari di origine morenica prospicienti alla cantina in località Costabella di Bardolino, sede dal 1991 di un Museo de vino, voluto e realizzato dal proprietario Gaetano Zeni, in grado da offrire un’affascinante viaggio nel mondo del vino e nella sua storia, suddiviso in aree tematiche, dalla coltivazione della vite alla raccolta, dalla trasformazione dell’uva all’imbottigliamento (aperto da metà marzo a fine ottobre).
Eleganza e buona struttura per il Bardolino della Cantine Poggi, altra realtà storica del territorio veneto, vinificato ed affinato in vasche di cemento vetrificato a dieci metri nel sottosuolo, una cantina che vive durante l’intero anno a una temperatura costante attorno ai 14°, condizioni ideali per l’intero processo produttivo, dalla vinificazione allo stoccaggio.
Versioni di Chiaretto e Bardolino giocate sulla morbidezza e piacevolezza quelli degustati da Zenato, azienda nota in particolare per il suo impegno a favore del bianco Lugana e dell’Amarone.
Numeri da capogiro (21 ettari vitati e oltre un milione di bottiglie) infine per la Cantina Valpolicella Negrar, con una convincente versione di Chiaretto Domini Veneti, che si contraddistingue per il suo ridotto residuo zuccherino e la sapidità, e un equilibrato e corretto Bardolino Classico.

Luciano Pavesio

Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma agli inizi degli anni ’90 seguendo la filosofia e le attività di SlowFood. Ha frequentato corsi di degustazione e partecipa a numerosi eventi legati al mondo del vino. Le sue esperienze enoiche sono legate principalmente a Piemonte, Valle d'Aosta, Alto Adige e Friuli. Scrive e collabora a numerose riviste online del settore; è docente di corsi di degustazione vino ed organizzatore di eventi.

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