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Anteprima Taurasi 2002: annata difficile ma qualche buon risultato c’è


 

Sala degustazioneNon è stata un’annata facile un po’ in tutta la penisola, salvo poche zone privilegiate, in particolare in Valtellina,  Sicilia e Alto Adige. In Irpinia ci sono state delle eccezioni proprio nella zona del Taurasi: l’aglianico ha avuto qualche chances in più, grazie alla sua maturazione tardiva che gli ha permesso di recuperare in parte i danni di un’estate fra le più piovose degli ultimi anni con un autunno mediamente più caldo e asciutto, anche se non tutti hanno potuto attendere la prima decade di novembre per raccogliere le uve in condizioni di perfetta maturazione.
Gli effetti di questa annata non indimenticabile si sono evidenziati chiaramente nella sessione di degustazione effettuata sabato 3 dicembre in un’ampia sala dell’Hotel Europa a Venticano (AV), appositamente preparata per i circa 40 giornalisti invitati a valutare i Taurasi e, per la prima volta, le annate 2004 di Aglianico Igt Irpinia, come anticipazione di quella che con la vendemmia 2005 è divenuta la diciottesima Doc campana.

La manifestazione – giunta alla sua quarta edizione e promossa e organizzata dal Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia, in collaborazione con la Regione Campania, lo Stapa Cepica di Avellino, la Comunità Montana Terminio Cervialto, il Consorzio Area Taurasi Valle del Calore, il Comune e la Pro-Loco di Taurasi – si è svolta il 3 e 4 dicembre (giorno di apertura agli operatori e al pubblico, presso la Tensostruttura di Via De Sanctis a Taurasi).
Compito della Stampa specializzata è stato, per la prima volta, quello di dare una valutazione in stelle dell’annata. Il risultato, in sintonia con la mia valutazione, è stato di 2 stelle (sufficiente). Questo è il valore dell’annata, che è stato attribuito sulla base dei 20 Taurasi 2002 degustati. Debbo dire che, per quanto mi riguarda, gli assaggi hanno confermato pienamente le mie aspettative: prevedevo di trovare qualche vino di livello molto buono, una buona parte fedele alle caratteristiche dell’annata e una piccola parte caratterizzata da qualche eccesso nel tentativo di compensarne i limiti.
Ecco elencati i vini, in degustazione cieca, nell’ordine in cui ci sono stati serviti:

Bottiglie in degustazioneDegustazione coperta Aglianico
  1. Irpinia Aglianico 2004 – Castel dei Franci (presenta un bel colore rubino intenso con riflessi violacei, naso fresco e fruttato, con prevalenza di ciliegia e mirtillo, leggera speziatura in formazione; al palato ha trama ben delineata, tannino non invasivo, leggero fondo amarognolo, buone prospettive evolutive – @@@)
  2. Irpinia Aglianico 2004 – Di Prisco (colore meno concentrato ma sempre vivo e luminoso; naso a tratti floreale, note pepate, pellame, poi arriva il frutto ma non è determinante; all’assaggio è piuttosto asciutto, ha poca polpa e il tannino ha strada libera per chiudere in fretta le sensazioni gustative – @@)
  3. Irpinia Aglianico 2004 – Mastroberardino (è ancora presto per poterlo davvero apprezzare, ha colore rubino fitto, naso caratterizzato da un forte contributo del legno piccolo, le note vanigliate e dolci sono ancora dominanti, anche se sotto si percepisce l’amarena, la mora di rovo; i tannini sembrano sommarsi al gusto e il rovere è ancora ben presente e bisognoso di assorbirsi, vino in divenire – @@)
  4. Irpinia Aglianico Rubrato 2004 – Feudi di San Gregorio (colore tra i più concentrati, dolce all’olfatto, maturo di ciliegia nera, mora e mirtillo, leggero vegetale. Attacco molto pepato al palato, corrispondente nel frutto, piuttosto astringente e ancora vanigliato – @@@)
  5. Irpinia Aglianico 2004 – Salvatore Molettieri (rubino intenso e concentrato, con toni quasi inchiostrati; bouquet che spazia tra il floreale e le erbe medicinali, mentre al gusto si sente l’estrema giovinezza, è ancora ruvido e aggressivo ma ha buona stoffa e migliorerà sicuramente – @@)
  6. Irpinia Aglianico 2004 – Terredora (colore meno spinto, con unghia che tende al granato, in linea con l’annata; si riconoscono la ciliegia, il pepe, leggera tostatura, note quasi di cipria; in bocca è di discreta sostanza, fino ad ora è il vino che rispecchia meglio l’annata – @@@)
  7. Irpinia Aglianico Raiano 2004 (campione di botte) – Villa Raiano (rubino-granato di buona intensità, naso che fatica un po’ ad aprirsi, c’è la viola e il frutto maturo, prugna e mora, ma si sente ancora qualche residuo lattico. Al gusto ricupera bene, mostrando un bel frutto ampio e piacevole, tannino ovviamente giovane ma fine, finale pepato interessante – @@@)

Postazione degustatoreDegustazione coperta Taurasi
  8. Taurasi Vigna Macchia dei Goti 2002 – Antonio Caggiano (partiamo subito molto bene, con uno dei migliori di tutta la degustazione: questo Macchia dei Goti, pur risentendo inevitabilmente dei limiti dell’annata, è testimonianza del valore di questa vigna, situata a 350 metri di altitudine, dalla quale Caggiano raccoglie poco più di un kg di uva per pianta; il colore è rubino compatto con sfumature granate, da una base che ricorda le rose appassite, si apre subito a note di frutta matura, dove si coglie il ribes e la ciliegia, poi il tabacco dolce, la liquirizia e una leggera sfumatura minerale; all’assaggio è intenso e tannico, qui il limite dell’annata si fa sentire di più: la materia fruttata fatica a bilanciare la forza tannica e il finale rimane un po’ statico – @@@@)
  9. Taurasi 2002 – Colli di Castelfranci (rubino di buona intensità, naso un po’ verde e sbilanciato, toni affumicati e speziati, ciliegia nera e prugna; al gusto ha discreta struttura ma poco frutto e tannino acerbo – @@)
 10. Taurasi 2002 – D’Antiche Terre (rubino-granato medio, olfatto che risente di spiccata tostatura, poi emerge il frutto e le spezie dolci; l’aggressività del tannino non trova ancora un suo equilibrio, il frutto è però morbido e abbastanza sostanzioso, migliorerà con il tempo – @@
 11. Taurasi 2002 (campione di botte) – Di Prisco (come ho detto in altre occasioni, non ha molto senso degustare un vino che deve ancora terminare il processo di maturazione in botte, se non per farsi un’idea della trama e dei possibili sviluppi: colore rubino intenso e concentrato, che molto probabilmente diminuirà con l’affinamento in bottiglia, naso che porta note di bacche, un po’ scomposto; al palato ha evidenti sfumature amarognole, tannino tenace e astringente, difficilmente assorbibile – @@)
 12. Taurasi 2002 – Antica Hirpinia (rubino intenso, naso non pulitissimo, cenni di rovere e frutta surmatura; in bocca è concentrato, si sente netto il retrogusto vanigliato e burroso, vino poco credibile – @)
 13. Taurasi 2002 – Cantina del Barone (granato con ricordi rubini, olfatto ancora dominato dal legno, toni di prugna matura, liquirizia e spezie; In bocca è più gradevole, ha buon tannino e gradevolezza d’insieme, anche se non è del tutto pulito – @@)
 14. Taurasi Baiardo 2002 (campione di botte) – Aminea (rubino di buona intensità con riflessi granati. Naso interessante e pulito, con un bel frutto vivo, ciliegia, marasca, mirtillo su uno sfondo appena balsamico; all’assaggio presenta buona struttura e frutto sostenuto da giusta vena acida, mentre il tannino ha ancora bisogno di polimerizzare, al tempo… – @@@)
 15. Taurasi 2002 – Feudi di San Gregorio (rubino concentrato e impenetrabile, naso stramaturo, concentrato, balsamico, ciliegia nera e mora in confettura; è assai poco “Taurasi” anche al gusto e, nonostante la ricchezza di polpa, il tannino è aggressivo e marcato – @@)
 16. Taurasi 2002 (campione di botte) – Manimurci (rubino concentrato e fitto, legnoso all’olfatto, vanigliato, prugna e mora già in confettura; in bocca è sornione, frutto dolce e maturo, ciò nonostante il tannino finisce per asciugare e lasciare la bocca amara – @@)
 17. Taurasi 2002 (campione di botte) – GMG Vinicola Taurasi (rubino intenso con unghia appena granata, emerge la frutta in confettura, amarena e ciliegia nera in particolare; al palato è piacione, dal frutto quasi dolce, ma sinceramente mi sembra poco fedele alle caratteristiche della tipologia – @@@)
 18. Taurasi 2002 – Perillo (altro vino dal colore rubino concentrato con riflessi appena granati, naso di tostato, poco incline ad aprirsi al frutto, sentori fumé; in bocca è amarognolo, c’è iniziale fruttosità ma il finale si svuota presto – @@)
 19. Taurasi 2002 – Colli di Lapio (un attimo di respiro con quest’ottimo Taurasi dalla credibile tinta granato medio con ricordi rubini; naso senza eccessi di frutto surmaturo (si coglie la marasca e l’amarena), con belle note speziate di cannella e liquirizia dolce; al gusto ha buona trama, frutto fresco e sorretto da buona acidità, tannino fine e persistenza più che decorosa; vino con buone prospettive evolutive – @@@@)
 20. Taurasi Vigna Cinque Querce 2002 – Salvatore Molettieri (rubino quasi inchiostrato e impenetrabile, naso dove il frutto lotta per resistere ad una componente spinta di sovramaturazione; in bocca è amarognolo e scomposto, a mio avviso il produttore ha chiesto troppo a questa annata, producendo un vino sbilanciato e un po’ corto nel finale, difficilmente equilibrabile e soprattutto poco elegante – @@)
 21. Taurasi 2002 – Villa Raiano (rubino con richiami granati, questo vino presenta un ventaglio odoroso pervaso da frutta matura e spezie miste, al palato appare uno dei più pronti e bevibili, grazie alla buona polpa fruttata, arricchita da sfumature pepate e dal finale pulito – @@@)
 22. Taurasi 2002 (campione di botte) – Tenuta Ponte (rubino-granato medio, naso con note ancora di rovere, poi prugna, ciliegia nera e tabacco; al palato presenta un tannino un po’ rude e un frutto corrispondente, anche se il finale è un po’ monocorde – @@)
 23. Taurasi 2002 (campione di botte) – I Capitani (vino senz’altro da riprovare in futuro, presenta un colore rubino con riflessi granati, sfumature di profumeria, leggero vanigliato, richiami floreali; l’impatto al gusto è piuttosto serrato, il frutto fatica a bilanciare la trama tannica, ma potrebbe migliorare notevolmente – @@@)
 24. Taurasi 2002 – Antico Borgo (rubino-granato medio di buona concentrazione, profumi parzialmente coperti dalle note dolci del legno, mentre al gusto ha buona struttura e al retrolfatto rimanda sentori pepati, un po’ magro nel frutto – @@)
 25. Taurasi 2002 (campione di botte) – F.lli Urciuolo (rubino concentrato con riflessi granati, bouquet giocato prevalentemente su toni speziati di cannella, chiodo di garofano, legno di liquirizia, cuoio conciato; all’assaggio è concentrato, presenta un frutto denso e maturo, tannino astringente e finale discreto – @@@)
 26. Taurasi 2002 (campione di botte) – Casparriello (granato concentrato, sentori di frutta in composta, piuttosto surmaturo anche se può essere un effetto passeggero dovuto alla provenienza dall’affinamento in botte; al palato è meno estremo e più equilibrato, anche se il tannino è ancora nettamente dominante sulla parte morbida – @@)
 27. Taurasi 2002 (campione di botte) – La Casa dell’Orco (granato medio non particolarmente concentrato, naso con leggera presenza del legno, note di fiori macerati, prugna, speziato misto; in bocca rispecchia le premesse, ritorna la prugna in confettura, il tannino è contenuto – @@@)

Degustazione coperta Taurasi Riserva e altre annate
 28. Taurasi Piano di Montevergine Riserva 1999 – Feudi di San Gregorio (rubino-nerastro concentratissimo, ben al di sopra della media; naso netto di prugna, mora e ciliegia, che si espande poi verso il tabacco, resina e cenni minerali; complesso al gusto, coinvolgente, con ritorno di frutta quasi secca, poi liquirizia dolce; difficile non apprezzarlo – @@@@)
 29. Taurasi Fatica Contadina 2000 – Terredora (rubino con riflessi granati, profumi in cui si alternano frutta e spezie, leggero vanigliato, sottobosco; all’assaggio c’è una sottile amaritudine che potrebbe dipendere dal tannino, ancora piuttosto astringente – @@@)
 30. Taurasi 2001 – La Molara (rubino concentrato con riflessi violacei, profumi floreali e fruttati di prugna in confettura che poi virano verso sfumature animali; al palato ha una certa forza, anche se manca leggermente di polpa, ma il tannino è già discretamente ammorbidito – @@@)
 31. Taurasi Fatica Contadina 2001 (campione di botte) – Terredora (rubino-granato di media concentrazione, bel naso con richiami alla prugna, alla mora matura, alla frutta secca, poi si apre a speziatura di tabacco e cuoio, sottobosco; al gusto non delude, anche se c’è una sottile amaritudine che però non dipende dal tannino, fine e contenuto nell’astringenza – @@@@)
 32. Taurasi Radici Riserva 2000 – Mastroberardino (forse il migliore fra tutti i vini degustati: ha colore granato di buona intensità, naso fine ed elegante, con belle note di prugna e ciliegia nera, china, tabacco bruno, su uno sfondo che ricorda quasi il goudron; in bocca ha forza e struttura, sfumature eteree, corrispondenza di frutto e finale lungo – @@@@)
 33. Taurasi Riserva 2001 – Contrade di Taurasi (rubino concentrato con unghia appena granata, naso piuttosto surmaturo, non pulitissimo, si percepiscono note di frutta in confettura, cannella, liquirizia, caffé tostato; all’assaggio cede su tonalità amarognole, è concentrato ma per ora sbilanciato e il tannino vince sul finale – @@@)
 34. Taurasi Riserva 2001 (campione di botte) – Di Meo (granato medio, caratteristico, profumi eterei, note di humus e pellame; al gusto è ancora decisamente giovane e in via di maturazione, ma promette una buona evoluzione – @@@)
 35. Taurasi Riserva 2001 (campione di botte) – Casparriello (granato intenso, ventaglio olfattivo a mio gusto troppo spinto, surmaturo, è necessario che completi il suo affinamento per poterlo valutare appieno; sensazione confermata anche al gusto dalla forza tannica non indifferente – @@)
 36. Taurasi Riserva 2001 – Cortecorbo (granato intenso e concentrato, naso molto maturo, sentori di frutta in confettura, ribes, mirtillo, qualche sfumatura smaltata; al gusto è fitto e concentrato, tannino ben mascherato, ma il vino non mi convince – @@)

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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