Anteprime Toscane 2022: il Morellino di Scansano bello, buono e giusto
Avevo una gran voglia di tornare alle Anteprime Toscane, due anni senza poter partecipare a causa di problemi familiari, finalmente quest’anno ce l’ho fatta! Ovviamente non ho tralasciato nulla, domenica Morellino di Scansano e Chianti, lunedì e martedì Chianti Classico, mercoledì Vernaccia di S. Gimignano, giovedì Nobile di Montepulciano e venerdì l’Altra Toscana. Ne valeva la pena perché stiamo assistendo a una crescita di gran parte delle denominazioni coinvolte, inoltre sono in ballo nuovi progetti, come la zonazione in Chianti Classico che ha portato a individuare 11 Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) che occupano un territorio più ristretto e omogeneo. Ma anche a Montepulciano non sono stati con le mani in mano, nel 2021 è partito il progetto “Pieve”, tutti argomenti di cui scriverò negli articoli dedicati a ogni denominazione.
Ma veniamo a “PrimAnteprima”, l’evento che sabato 19 marzo ha aperto le danze con la cena ufficiale di benvenuto presso il Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria a Firenze, ospite d’eccezione Gianna Nannini. Bene, benissimo. Un luogo straordinario, ricco d’arte e cultura, dove sono stati allestiti grandi tavoli circolari ben distanziati per una cena che si prefiggeva epica. Purtroppo non è andata così. Nonostante il fascino indiscutibile dell’enorme sala colma di affreschi e opere d’arte, oltre ad avere atteso quasi un’ora prima che arrivasse la prima portata, tutti infreddoliti e coperti dato che l’ambiente non poteva certo essere riscaldato, la cena è stata davvero fortemente sotto tono, piatti quasi freddi e preparazioni discutibili, tanto che molta gente, anche giornalisti stranieri, hanno protestato e se ne sono andati prima di concluderla. Ora, non per polemica sterile, ma mi domando come sia possibile che un evento sicuramente impegnativo e costoso, organizzato dalla Regione Toscana, con la presenza di una star come la Nannini (che non era lì per caso, ma perché produttrice di vino) che, ovviamente, non ha cantato, abbia messo in secondo piano proprio la parte gastronomica, che sappiamo bene quanto sia importante se si vuole fare una bella figura con chi è stato invitato. Per fortuna, sul palco allestito per promuovere la Toscana e le sue bellezze, uno spazio è stato dedicato alla lirica, con alcuni cantanti davvero eccellenti, che hanno risollevato in parte le sorti di un evento che, a mio avviso, andrebbe rivisto. Meglio un luogo più adeguato e accogliente e una bella cena con pietanze che raccontano la tradizione gastronomica regionale, se si vuole fare una buona impressione sui numerosi giornalisti esteri. Funziona sempre. Chiusa la parentesi.
Domenica è stata la volta di Chianti Lovers & Rosso Morellino, con la presentazione di Morellino di Scansano 2021 (e Riserva 2019) e Chianti 2021 e 2020 (e Riserva 2019).
Partiamo quindi con il Morellino di Scansano, che mai come quest’anno mi è sembrato stimolante e qualitativamente elevato, la tipicità del sangiovese (detto appunto morellino) nei suoi aspetti più belli e diretti è emersa in modo evidente. Vini di grande bevibilità, succosi, freschi, piacevoli, in alcuni casi anche complessi e persistenti. I campioni presentati erano 29 più 10 riserve. Le punte di diamante sono state il Morellino di Scansano Guerino di Alberto Motta, delizioso nelle note di rosa, lampone e ciliegia, sorso dinamico, invitante e ben rifinito; il Morellino di Antonio Camillo richiamava la viola, la ciliegia e la rosa, freschissimo al palato, sono stato quasi tentato di deglutire il sorso. Molto preciso e di buona complessità quello di Fattoria Le Pupille, floreale e con qualche guizzo speziato; generoso e pieno d’energia L’anime a rallegrar di Riccardo Capua.
Sullo stesso livello il Ghiaccioforte di Tenuta Ghiaccio Forte, particolare nel suo incedere e dalla bevibilità trascinante. A distanza ravvicinata meritano segnalazione Il Mago di O3 di Fattoria Mantellassi, un trionfo di frutta rossa che trova perfetta corrispondenza al gusto; seguono l’Heba 2021 di Fattoria di Magliano, coinvolgente all’olfatto ma leggermente rigido al palato. Al contrario il Bellamarsilia di Poggio Argentiera dà il meglio di sé all’assaggio, mentre il bouquet è ancora alla ricerca di un equilibrio espressivo. Infine il Morellino di Massi di Mandorlaia convince per la buona espressività olfattiva e per un corpo snello e in buon equilibrio.
Delle dieci Riserve 2019, le due che mi hanno maggiormente convinto appartengono ancora ad Alberto Motta e Fattoria Le Pupille, segno evidente dell’affidabilità di queste due cantine.
Roberto Giuliani