Tutte le volte mi sento come l’asino di Buridano. Entro a Barbaresco, vado fino alla piazza della Torre (quella della Torre bellissima, adesso affiancata da un mostro in plexiglass), parcheggio e…mi ritrovo nei panni dell’asino che non sapeva scegliere tra due uguali e appetitosi mucchi di fieno. La mia scelta difficile non è dovuta a cumuli più o meno saporiti d’erba, ma dal trovarmi di fronte a due luoghi per me ugualmente importantissimi e stragoduriosi. A destra la cantina dei Produttori del Barbaresco e a sinistra il ristorante Antica Torre. Di solito il dubbio buridanesco viene risolto guardando l’orologio. Se siamo in orario di pranzo o di cena il mio stomaco punta irreversibilmente verso l’Antica Torre. I motivi sono molti: prima di tutto il locale (dopo un restyling completo) è accogliente nella sua semplicità. Tavoli di bel legno massello, tovagliato bianco irreprensibile, apparecchiatura semplice ma corretta, bicchieri adatti senza voli pindarici, caldi colori pastello alle pareti. Insomma, ti senti quasi a casa e i profumi che “volano per l’aere” acuiscono questa sensazione di pace casalinga. Calmi e rilassati siete quindi pronti per un menu piemontese-che-più-piemontese-non-si-può ma che assume maggior valore grazie alla scelta delle materie prime ed alla mano sapiente in cucina.
Fin dalla carne battuta al coltello o dall’insalata russa, per non parlare del vitello tonnato, sentirete sapori netti e precisi che sono proprio la quintessenza di quello che uno si aspetta da questi piatti. Il bello è che uniscono semplicità a consistenza e a finezza interpretativa in un insieme di livello molto alto, tanto che, facendo forzatamente il bis, il rischio di far diventare alto pure il colesterolo è quasi una certezza. Ogni tanto (forse dipenderà dal livello di Barbaresco nelle vene) viene fuori il vecchio laureato in filosofia che è in me e così una volta, seduto all’Antica Torre, pensai che nella teoria platonica del mondo superiore delle idee perfette, a cui tutte le cose terrene si ispirano per avere forma e nome, l’idea divina di tajarin non può discostarsi molto da quelli che ti fanno mangiare qui. Sono semplicemente (quasi) perfetti: consistenti ma morbidi, finissimi e soprattutto perfettamente accompagnati dal ragù. Conosco pochissimi posti in zona che riescono a farli così o addirittura migliori.
Anche se non da mondo iperuranio sono ottimi anche gli agnolotti al plin , così come sono di livello tutti i secondi, dal brasato al coniglio in forno o in civet. Non potrete che concludere con un bel bunet, a cui magari abbinerete (qui i sommelier mi trafiggeranno ma pazienza) l’ultimo sorso della bottiglia di barbaresco ordinata all’inizio. Veniamo così a parlare della carta dei vini: pur essendo accanto ad una delle migliori cantine del Piemonte la carta non poteva non prendere in considerazione anche altri ottimi produttori locali, tutti proposti con ricarichi più che onesti. Esiste anche un servizio di vino a calice per chi non se la sente di “impegnarsi” con una bottiglia intera. Se ne avvantaggerà quindi il portafoglio, con un conto che difficilmente supererà i 35-40 euro vini esclusi.
Antica Torre Via Torino, 64 Barbaresco (CN) Tel. 0173 635170
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