Ho impiegato molto tempo prima di decidermi a scrivere quest’articolo, confesso che la scomparsa dell’amico Kyle Phillips, avvenuta ieri 22 ottobre alle 12.30, mi ha tolto la voglia di fare qualsiasi cosa. E’ solo ricordando il suo approccio con la vita e la morte, il suo riuscire quasi a prendere in giro quel male tremendo che lo ha portato via in un soffio di vento, la sua voglia di continuare a girare, conoscere, assaggiare, dialogare con colleghi e amici, mentre ogni giorno perdeva forze e speranze, che ho deciso di salutarlo con un vino che, ne sono certo, lui avrebbe amato. Sì, perché quell’omone del Vermont che quasi 25 anni fa decise di mettere su famiglia in Italia, in quel fazzoletto di terra toscana che si chiama Strada in Chianti, imparandone linguaggio e inflessioni tanto da sembrare quasi originario di quei luoghi, amava profondamente il nebbiolo e le Langhe. Ci andava spesso, ha partecipato per anni ad Alba Wines Exhibition, ora Nebbiolo Prima, fino a che, per motivi oscuri, non è stato più invitato. Eppure il fatto che era un ottimo conoscitore del territorio e dei vini, che era in grado di scrivere in inglese e in italiano, che aveva un blog molto seguito (Cosa bolle in pentola” prima e Italian Wine Review dopo), avrebbe dovuto essere un’ottima garanzia per gli organizzatori dell’evento. Non sta a me giudicare le loro scelte, ma quello che è certo, Kyle ne soffrì non poco, più volte me lo disse, non riusciva a spiegarselo, per lui era un grande dispiacere non esserci. Poi è nato Garantito Igp, e grazie a questo gruppetto di cui anch’io faccio parte, l’anno scorso è potuto tornare in Langa a degustare i grandi Barolo e Barbaresco. Fu proprio in quei giorni che ci rivelò di aver scoperto di avere il cancro. Credo di poter dire a nome di tutti (Carlo Macchi, Luciano Pignataro e Stefano Tesi) che rimanemmo pietrificati, e allo stesso tempo stupiti di come lui ne parlasse con quella calma che lo ha sempre contraddistinto. Era pieno di speranze, i medici gli avevano detto che avrebbe iniziato subito un ciclo di terapie nella speranza di far regredire le metastasi, per poi poterlo operare. Intanto lui ha continuato a fare la vita di sempre, pur tenendo una maggiore attenzione al cibo, poiché doveva evitare assolutamente alcuni alimenti, e riducendo i suoi viaggi enoici a causa dell’affaticamento e dei malesseri che la terapia gli dava ad ogni ciclo in modo sempre più evidente. L’ultima volta l’ho sentito circa un mese fa al telefono, era sommesso e consapevole che la situazione era pessima, improvvisamente si è messo a piangere, poi si è scusato con me, e mi ha fatto qualche battuta per alleggerire la telefonata, quasi più per confortare me che se stesso. Grande, dolce Kyle, ho davanti questo vino che continuo a guardare senza avere ancora trovato il coraggio di accostarlo al naso. So che tu mi sproneresti a farlo, probabilmente mi prenderesti anche in giro, mi diresti che la vita è troppo bella perché ci si possa permettere il lusso di sprecarne anche un solo giorno, di piantarla con questo atteggiamento lacrimevole, e io per questo tuo aspetto meraviglioso vorrei tanto assomigliarti… Permettimi, almeno per una volta, di fottermene delle solite descrizioni organolettiche, e di assorbire questi profumi fantastici in silenzio, ad occhi chiusi, ricordando quelle splendide giornate passate in Langa, a Montalcino o da Elisabetta Fagiuoli a San Gimignano. Assaggio un sorso di questo magnifico vino, figlio di un’annata interlocutoria, da alcuni esaltata, ma in realtà inferiore alla precedente e alla successiva. Ma qui non si avverte, perché il Monprivato di Mauro Mascarello ha una stoffa immensa, è un Barolo di grande carattere, profondo, ricco di quella storia che ha reso famosa questa terra costellata di vigneti. Non so se tu hai mai bevuto quest’annata del Monprivato Kyle, se così non fosse spero allora che attraverso di me ti arrivino le sensazioni che suscita, la su energia, la sua solarità. Mi piace immaginarti, ora che non sei più qui, con il tuo calice di fronte a me che mi dici, quasi con tono di rimprovero: “Beh? non vorrai mica bertelo da solo!!”. Certo che no, Kyle, ci mancherebbe, ce n’è per tutti e due! Ciao amico mio.
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