Bollicine di classe e tradizione: Maison Deutz
– Terroir: il territorio di Ay, come molti sanno, è una delle terre di elezione del Pinot Nero e questo vitigno è la base di quasi tutti i prodotti dell’azienda. Quello che potrebbe sembrare una banalità, ovvero il fatto di avere i vigneti collocati nel cuore della Champagne, è diventato, oggi, un tratto distintivo che non molte aziende concorrenti possono vantare. Alla fine di questa interessante descrizione si è passati alla fase gustativa. L’azienda ha organizzato una degustazione verticale della Cuvée William Deutz. Di questa cuvée storica, di cui la prima versione fu prodotta nel 1961, ci sono state presentate 5 annate: 1998, 1996, 1990, 1988 e 1985. Annata 1996: qui il colore tende quasi al dorato. Il perlage, come nel primo caso e per tutti gli altri, è raffinato e di buona persistenza. A differenza del primo campione, nella fase olfattiva risaltano da subito le note di crosta di pane accompagnate da accenni floreali. Completa l’interessante bouquet una leggera nota speziata. In bocca si presenta altrettanto ricco e complesso ma con una nota acida meno importante della precedente annata. Anche qui riscontriamo una grande morbidezza ed un’ottima persistenza. Annata 1990: diciamo da subito che, a nostro modesto avviso, è questo il campione che ci ha più emozionato. A 17 anni dalla vendemmia, questo champagne si presenta all’occhio con un bellissimo giallo dorato brillante. Raffinatissimo e di lunga persistenza il perlage. Ma è al naso che arrivano le vere emozioni: è una “summa” di quanto percepito precedentemente. Qui troviamo lievito, una leggera nota speziata, sentori di pasticceria, fiori, frutta matura e più ci inoltriamo in questa avventura più al naso arrivano note diverse. In bocca troviamo una corrispondenza perfetta abbinata ad una grande morbidezza e ad un’intatta freschezza. Di sicuro il campione più equilibrato e maturo che ha ancora tempo davanti a se. Annata 1988: la bottiglia che ci è piaciuta meno. All’esame visivo c’è continuità con le altre annate ma è al naso che non c’è la stessa complessità e finezza. Il bouquet è molto meno ampio dei precedenti e prevalgono delle note di lievito e di frutta matura. In bocca non troviamo maggiori soddisfazioni sebbene il campione presenti una buona morbidezza ed una discreta persistenza. Annata 1985: Con questa annata riprendiamo decisamente la via maestra. Sono passati ben 22 anni dalla vendemmia ma questo champagne presenta ancora un bellissimo colore dorato brillante. Il perlage è anche qui fine e persistente. Ritroviamo la complessità riscontrata nelle altre annate seppure in stato evolutivo. Anche qui predominano le note di crosta di pane accompagnate da un leggero sentore agrumato. In bocca risulta altrettanto gradevole e complesso, morbido e di lunga persistenza. Nella cena che ha concluso la serata, confezionata con la solita eleganza da Alfonso Iaccarino, abbiamo avuto modo di assaggiare altri prodotti della maison tra i quali spicca, per originalità e personalità il Deutz Demi Sec 1993. Un prodotto che, sicuramente, sorprende i palati italici abituati a ben altri profumi e sapori. Questo champagne, grazie all’invecchiamento, ha perso parte del carattere zuccherino e si è letteralmente trasformato. Ci è stato presentato per accompagnare una sfogliatella napoletana. Le sue note di frutta e fiori maturi ben si sposavano con la delicatezza del dolce e l’esuberanza dello champagne giocava ad una sorta di rimpiattino dei sapori con la salsa di lamponi che accompagnava il dolce. Uno champagne particolare, piacevolmente fuori dal coro, per certi versi divertente con il quale poter, veramente, giocare a tavola! |