“Campania.Wine” 2023: Il passato come traccia per il futuro
Si chiude a Napoli la seconda edizione di “Campania.Wine”, la rassegna promossa e organizzata in cooperazione dai cinque Consorzi di Tutela Vini della Campania (Sannio Consorzio Tutela Vini, Vesuvio Consorzio Tutela Vini, Consorzio Vita Salernum Vites, Viticaserta – Consorzio Tutela Vini Caserta, Consorzio Tutela Vini d’Irpinia) e dal Consorzio di Tutela Pomodorino del Piennolo Vesuvio Dop, realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea, Campagna Medways EU “European Sustainability. From Mediterranean to the East: new ways to advance Food” e con il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania.
Una partecipazione che ha riscosso un discreto successo, vista la scelta della sede della Galleria Umberto I, con più di 600 vini in degustazione, 116 cantine, circa cento presenze tra giornalisti e influencer e oltre cinquemila visitatori.
Senza dubbio un momento di incontro/confronto che vede come nota positiva lo spirito di cooperazione delle diverse realtà consortili, soprattutto in una realtà come quella campana che per quanto ampia e variegata, ha una produzione circoscritta e fatta in prevalenza da aziende medio piccole. Ma come si usa dire chi fa può sbagliare, chi non fa non sbaglia mai”. Questo per dire che da qualche parte si deve pur iniziare.
Per chi non conosce la Campania e le peculiarità del territorio, la manifestazione è servita a incuriosire e a far venire la voglia di ritornare, soprattutto per le interazioni con le bellezze culturali e gastronomiche di cui la Campania è ricca, a partire dall’incontro di benvenuto presso la Pizzeria Le Parule di Ercolano, che ha visto portare in tavola la pizza nelle sue diverse declinazioni, abbinata alle tante referenze territoriali in mescita.
Una due giorni corredata di incontri tematici, con focus specifici riservati alla stampa intervenuta e
altri invece rivolti al pubblico di appassionati, che si sono svolti presso il MUSAP – Museo Artistico Politecnico di Napoli situato a Palazzo Zapata, monumentale palazzo di origine seicentesca affacciato sulla elegante piazza Trieste e Trento, cuore della Napoli Reale.
Due luoghi ricchi di fascino che hanno rappresentato le due sedi di Campania.Wine, a cui si è unita la visita guidata per il centro storico e antico di Napoli, tra le bellezze architettoniche e monumentali cittadine, con una doverosa sosta anche alla magnifica Cappella Sansevero, un piccolo percorso pensato proprio per legare il prodotto vino al suo contesto storico-culturale.
Gli spazi del MUSAP hanno ospitato i momenti di approfondimento e di informazione sui sistemi delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei Consorzi coinvolti, dedicati alla stampa di settore e al pubblico di appassionati, attraverso i laboratori sul tema “La Campania in 10 vini” condotti da Chiara Giorleo in collaborazione con AIS Campania.
Due invece le Masterclass di approfondimento per la stampa di settore, sui temi “La Campania dei vini di montagna” e “La Campania dei vini vulcanici e dei parchi naturali”, condotte da Luciano Pignataro, Ferdinando De Simone e Pasquale Carlo.
Dalla costa alle zone interne, la Campania ha un territorio diversificato e variegato, è importante partire dal suo passato per poter comprendere il legame che non si è mai interrotto con la produzione del vino. Come sottolineato più volte dall’archeologo Ferdinando De Simone: “Dal passato possiamo capire diversi aspetti e soprattutto di come il vino sia stato legato, dai popoli che ci hanno preceduto, a una politica culturale”. Questi fattori possono essere senza dubbio di aiuto per poter migliorare e costruire un futuro più roseo per questa Regione.
Va anche ricordato che la Campania, in termini quantitativi, pur rappresentando solo il 3% della produzione nazionale, è una regione che si sta facendo sempre più conoscere e sta riscuotendo un grande fascino, soprattutto per la produzione dei bianchi e per la crescita qualitativa diffusa su tutto il territorio.
Una strada in salita sicuramente, ma che necessita di attenzione e ricerca, come stanno facendo le tante realtà ricettive presenti sul territorio, che nelle loro carte dei vini stanno finalmente dando il giusto spazio alle referenze regionali. L’edizione 2023 di “Campania.Wine”, ha visto a tal proposito premiare diverse realtà con il riconoscimento “La Campania che ama la Campania”, un premio voluto dai consorzi di tutela vini presenti, come attestato di gratitudine per l’impegno svolto dagli operatori dell’accoglienza e dell’ospitalità nel promuovere la cultura vitivinicola campana, attraverso il disegno attento delle proprie carte dei vini.
Ristoranti, trattorie, pizzerie, paninoteche e bracerie della regione sono le categorie che hanno ricevuto questo riconoscimento per le migliori carte dei vini presenti nelle proprie strutture.
Fosca Tortorelli