Cantina Fratta Minore: a Castel San Pietro la passione di due medici realizza un sogno di vino
Certe storie svelano la vacuità dei luoghi comuni, tanto maggiore, quanto più grande è quella di chi pretende di sostenerli.
Uno di questi è quello di pensare che l’esercizio di una data professione debba precludere la capacità di farne bene altra e che, pertanto, quest’ultima possa essere letta solo come mero hobby.
La storia dei coniugi Nicola e Marianna Marrano, marito e moglie, è il contraltare, uno dei molti esempi virtuosi capace di traghettare i sogni nel campo delle possibilità, per riuscire a realizzarlo. Dismessi i camici bianchi di medico, i due professionisti hanno coraggiosamente deciso di puntare su loro stessi per realizzare il sogno di un vigneto, cosa non semplice, né da poco, visto che l’area in questione, a metà strada tra Casalecchio dei Conti e Varignana, in zona Castel del Monte – ben nota, invece, per la qualità del suo vino – non era propriamente vocata alla viticoltura, anche se, comunque, come dicono i contadini del posto “qui, il vino si è sempre fatto per autoconsumo“.
Nel 2012, a dispetto, dunque, dei luoghi comuni, nasce la Cantina Fratta Minore, armonicamente inserita nel terreno collinare, con terreni di medio impasto e abbastanza fertili e circondata dal vigneto, in linea con la filosofia di Nicola Marrano del massimo rispetto per l’ambiente e la morfologia del territorio.
Completamente coibentata e dotata di una copertura termoisolante, la struttura attinge gran parte del fabbisogno elettrico a pannelli fotovoltaici ed il riscaldamento a una caldaia a pellet/legno/sarmenti.
I vigneti sono coltivati con vendemmia a mano, senza diserbanti, pesticidi ed hanno la certificazione biologica, (anche se i vini, per precisa scelta ideologica della proprietà, non ne sono contrassegnati).
Tre piani definiscono funzioni e destinazioni, con quello interrato per l’affinamento dei vini in barrique e tonneaux, successivo affinamento in bottiglia e rifermentazione delle bottiglie di spumante metodo classico per il pignoletto. Il piano terra ha i tini in acciaio coibentati e termocondizionati insieme alla centrale termica. I vini prodotti sono i classici di questa zona, pignoletto e albana per i bianchi e il sangiovese per il rosso.
Se i vitigni sono quelli classici del territorio, sicuramente meno lo sono i vini che ne derivano. Infatti, una delle due albane prodotte è l’intrigante versione dolce, non passita, ma vinificata dolce. “Esattamente come facevano i nostri nonni” – mi dice Nicola Marrano.
L’ultimo piano della cantina, quello rialzato, ospita il punto vendita e la sala degustazione che, su prenotazione e con il supporto tecnico dello chef Daniele Ditta, può offrire ottimi piatti tipici e tradizionali, a base di prodotti del territorio, in un ambiente intimo e raccolto affacciato sul meraviglioso panorama delle colline circostanti.
Ecco, allora, l’involtino di coppa di testa, salume tipico locale, con fagiolini in vinaigrette e noci abbinato a Pignoletto Metodo classico, 20 mesi sui lieviti, “Dama Bianca” 2015, seguito dal flan di squacquerone dop e fichi caramellati, un piatto di antica tradizione locale, in abbinamento a Pignoletto Metodo Classico, 8 mesi, “Dama Bianca” 2016, una delle etichette più apprezzate della cantina Fratta Minore, da pignoletto spumante con metodo classico. Vitigno antico, già noto ai Romani il cui nome, come scriveva Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, deriva da Pino Lieto o da pigna, simile ad un grappolo.
Ricca spuma, bel colore giallo paglierino chiaro ed intenso perlage, ha profumi freschi, fiori primaverili, come la ginestra odorosa, frutta bianca in maturazione, sostenuta da una buona acidità, persistenza e sapidità, dal finale leggermente amarognolo, tipico del vitigno.
A seguire, poi, i tortelloni di ricotta, burro e salvia, semplici, ma fatti a regola d’arte, con sfoglia sottilissima e prodotti di alta qualità, in abbinamento a Romagna Albana secco docg 2016, 14 gradi alcolici, bella struttura ricca, sostenuta da una solida spalla acida. Mineralità già evidente al naso, coerente e tipizzante anche al gusto, con una persistenza piacevolmente lunga.
Al brasato con salsa al Sangiovese, peperoni arrosto con menta fresca è abbinato un Romagna Sangiovese Superiore D.O.C. 2016, 14,50%, con affinamento in acciaio per circa il 75% della massa e in tonneaux di rovere francese per il rimanente 25%, espressione delle caratteristiche organolettiche di un Sangiovese Superiore autentico. Tannino presente e appropriato per la giovane età, minerale e dalla gestita acidità, promette longevità nella sua naturale evoluzione.
Gran finale nella migliore tradizione locale con la “Pinza” bolognese, un dolce da credenza che ha origini molto antiche, tipico della tradizione contadina bolognese, che si preparava generalmente durante le festività natalizie, a base di deliziosa pasta frolla soffice farcita di mostarda bolognese, servita appena tiepida.
In abbinamento, Romagna Albana Dolce D.O.C.G. 2015, 13 gradi, con 8 mesi di affinamento in legno, con una buona acidità che rende questo vino gradevolmente dolce senza flessioni stucchevoli. Mineralità della Albana Secca, sentori di frutta matura e lunghissima persistenza in bocca denotano il profilo organolettico di questo vino elegante e particolare, in linea con il leit motiv dei titolari, votato al recupero della migliore tradizione contadina con l’utilizzo della tecnologia di avanguardia, a tutela dell’integrità del patrimonio territoriale.
Plauso, dunque, a questi impavidi professionisti che hanno scommesso e vinto una sfida tanto ambiziosa quanto ambìta!
Ed il luogo comune? È tutto appannaggio dei poveri di mente e di spirito!
Fratta Minore
Via Scorticheto, 2705
Castel San Pietro Terme (BO)
Tel. 051.6951807
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