Per chi come me ama la montagna, l’Alto Adige è sicuramente una delle regioni più belle del mondo. In lungo e in largo la provincia di Bolzano è percorsa da un’infinità di valli e di corsi d’acqua a cui fanno da cornice le Dolomiti, quelle montagne da sogno dichiarate dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Anche dal punto di vista enologico gli appassionati hanno di che sbizzarrirsi con i vini, sia bianchi che rossi, prodotti in questa zona: dal Gewürztraminer al Sylvaner, dal Kerner al Veltliner, dal Riesling al Pinot bianco, dal Lagrein al Pinot nero, insomma ce n’è veramente per tutti i gusti. Un capitolo a parte meriterebbero i prodotti tipici, capitanati dall’ormai famosissimo speck dell’Alto Adige, un salume la cui attenta lavorazione prevede l’utilizzo di una mistura di aromi tra cui l’aglio, le bacche di ginepro, la paprica e l’alloro, e un’affumicatura che può durare anche un mese, fatta con fumo di ginepro e trucioli di legna. Molto buone sono anche le Hirschwurst, le salsicce di cervo affumicate e stagionate in budella naturali. Anche i formaggi, quasi tutti vaccini, sono di un elevato tenore qualitativo. Tra questi i più interessanti sono senza dubbio l’Algunder Butterkäse, un formaggio a pasta cruda stagionato due mesi e prodotto in forme da circa 5 kg; l’Alpkäse, anch’esso prodotto con latte crudo proveniente dagli alpeggi; il Bela Badia, prodotto nei masi di montagna della val Pusteria; il Sextner Almkäse, prodotto a Sesto, sempre nella val Pusteria.
Insomma, mangiare in Alto Adige è sempre una bella esperienza. Probabilmente non c’è una grande offerta di ristoranti, questo è vero, e la causa forse è da ricercare nel fatto che i turisti mangiano negli alberghi, e gli altoatesini evidentemente non sono molto avvezzi a mangiare fuori casa. Ma se si cerca bene, magari facendosi consigliare da qualcuno del posto, si riescono a trovare dei ristoranti tipici che offrono squisiti piatti della tradizione. Ed è praticamente quello che è successo a me durante il soggiorno in Alto Adige verso la metà di luglio di quest’anno. Mi trovavo a Brunico a prendere un aperitivo lungo il corso Centrale, quando ho chiesto al gestore del bar se sapesse indicarmi un buon posto dove mangiare; non ha esitato molto nel segnalarmi l’Agnello bianco, una trattoria tipica altoatesina, tradizionale anche nell’arredamento. Ovviamente siamo andati, e vi anticipo subito che è stata un’esperienza davvero gustosa. Appena entrati ci ha accolto una signora vestita con abiti tirolesi, così come “tiroleggiante” era l’atmosfera che si respirava nel ristorante, grazie anche, come ho detto, all’arredamento e alla mise-en-place.
Tra gli antipasti le portate più sfiziose, oltre al tagliere di speck e salsicce affumicate che abbiamo preso noi, nel menu c’era il carpaccio di cervo con finferli, le Hirschwurst, il Graukäse (formaggio grigio, dall’odore molto forte e dalla pasta granulosa), il Lauwarmer (la testina di vitella) con cipolla, e molte altre sfiziosità del genere. Tra i primi piatti ce n’erano tre che spiccavano in maniera particolare: un assaggio di canederli misti (con finferli, spinaci e formaggio), degli gnocchetti agli spinaci sempre con i finferli, e infine i tipici schlutzkrapfen. I canederli, per quei pochi che non lo sanno, sono degli gnocchi di grandi dimensioni (più o meno quanto una polpetta) preparati generalmente con pane raffermo, uova, latte e un ingrediente variabile: nel nostro caso appunto erano stati fatti rispettivamente con funghi finferli, con spinaci e con formaggio locale.
Gli schlutzkrapfen invece sono dei ravioli fatti con un mix di farina di segale e farina di frumento, ripieni di ricotta e spinaci conditi con burro e formaggio grattugiato; in questo piatto all’apparenza semplice è la qualità degli ingredienti, soprattutto il burro di montagna e la ricotta, a fare la differenza. Per secondo abbiamo audacemente e impavidamente ordinato uno stinco di maiale con crauti e patate. Non è proprio un piatto estivo ma nella cucina tirolese questa distinzione non esiste, anche perché in montagna il concetto di estate è comunque molto relativo, visto che le temperature non salgono mai oltre un determinato livello. Comunque lo abbiamo appena assaggiato, giusto per poterne constatare la bontà e la maestria nella preparazione. La cotenna aveva un’ottima croccantezza, e all’interno la carne era morbida e per nulla secca né stoppacciosa. Il vino che ha accompagnato questa ottima cena è stato un Weissburgunder (pinot bianco) della cantina Terlaner, un vino eccezionale dal prezzo decisamente modico: 16 euro. Ormai questa cantina sta raggiungendo dei livelli qualitativi eccelsi, pur riuscendo a mantenere i prezzi ad un livello di onestà. Il costo di tutta la cena per due persone è stato di 60 euro, vino compreso. Niente male vero?
|