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Editoriali

Che la Langa sia con voi!

Manifesto Alba Wines Exhibition 2008Non c’è niente da fare, quando ci si trova di fronte al signor nebbiolo, che lo si chiami nebieul, chiavennasca (Valtellina), picoutener (Valle d’Aosta) o spanna (Alto Piemonte), non si può fare a meno di discuterne, di dibattere in modo acceso, perché è un vitigno che smuove l’anima, ha la capacità di stimolare l’adrenalina, la voglia di capire, approfondire, conoscere. Se poi al nebbiolo, aggiungiamo l’atmosfera incantata dei bricchi vitati delle Langhe, è facile osservare strani soggetti aggirarsi in uno strano atteggiamento di beatitudine. Per forza, dirà qualcuno, se vi sciroccate quasi cento vini al giorno, la vostra condizione è molto, molto, eterea!
Già, si passa dalle degustazioni mattutine alle visite in azienda, con relativi assaggi, per finire con le cene nei ristoranti più noti della zona, dove il vino è ancora protagonista, nonostante i numerosi e gustosi piatti proposti. Ed è in questi momenti conviviali che ci si confronta, che si afferma la propria visione del mondo, che si scoprono condivisioni o contrasti, a volte anche accesi. Di certo la noia non si sente, c’è molto da imparare, sempre, tanta gente diversa con cui dialogare, siano essi giornalisti o produttori, chef o sommelier, cameriere d’albergo o autisti, l’atmosfera è del tutto particolare, e in Langa assume toni quasi romantici, o umoristici, scanzonati, goliardici (secondo l’ora e la percentuale di alcol immagazzinata).
Intanto sfilano le bottiglie, rigorosamente coperte, i sommelier AIS di Alba si impegnano e seguono con precisione il ritmo dei 50 degustatori; cinque calici che si riempiono per poco più di un dito (orizzontale, non fate i maligni!), per poi svuotarsi nella sputacchiera pochi minuti dopo, mentre le sensazioni vengono annotate o sul portatile o sul taccuino, o ancora sul blackberry.
Nelle sale si aggirano fotografi a caccia di qualche espressione che testimoni le varie fasi della degustazione, c’è anche chi ha il ruolo meno piacevole di portare via le sputacchiere e le salviette zuppe di vino, ma il meccanismo è ben oliato e senza cedimenti, i vini si assaggiano a temperatura perfetta, l’atmosfera è silenziosa, interrotta solo occasionalmente da qualche cellulare dal suono bizzarro, come quello che fa il verso del gufo e di altri leggiadri uccelli, o quello con la voce registrata del proprio figliolo.
La sera, stanchi, ci si lascia portare all’albergo dal pullman, certamente più sicuro, qualcuno cede durante il percorso e crolla in un sonno profondo, altri hanno lo sguardo perso nel vuoto, i più tenaci riescono a trovare ancora stimoli per fare battute piccanti o commentare gli assaggi effettuati. A mezzanotte inoltrata tutti a nanna, i più fortunati si addormentano in un attimo, io invece ci metto un po’, preferisco prima leggere un libro o sentire le ultime notizie in televisione. Alle 7 di nuovo in piedi, e il tour ricomincia fino all’esaurimento…

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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