Alessandro Solano
Da un po’ di anni, quando si parla di vino siciliano si pensa subito all’Etna, questo fantastico vulcano che con la sua lava ha creato in migliaia di anni un paesaggio unico, dove oggi stanno riscuotendo grande notorietà i vini che vi vengono prodotti. Ma il territorio isolano custodisce altre perle, di cui si dovrebbe parlare di più, come la Doc Faro, una piccola denominazione che coinvolge esclusivamente la provincia di Messina e che ha rischiato di scomparire una ventina d’anni fa. Oggi, fortunatamente, ne conservano la storia un drappello di vignaioli che, con i loro diversi stili, continuano a raccontare il fascino di una terra baciata dal sole e accarezzata dal mare. Quando ho conosciuto Alessandro, ancora non aveva imbottigliato il suo primo Faro Doc, ma me ne aveva parlato, riponeva in esso molte aspettative.
Nel frattempo ho assaggiato tutti gli altri suoi vini e mi sono fatto una chiara idea della qualità di questa piccola realtà frutto dell’impegno suo e di Michele, Claudio e Yankuba, in Contrada Cicarra nel comune di Castanea delle Furie (ME). La loro filosofia è improntata al massimo rispetto delle materie prime e a un lavoro che favorisca le migliori condizioni per lo sviluppo di un ecosistema che garantisca l’equilibrio e la sanità di questo piccolo territorio. Così, insieme alla vite, dimorano agrumi, ulivi, mandorli, noci, avocadi (e già, ormai si possono fare anche in Sicilia), ciliegi, peri, susini, meli, albicocchi, cipressi, carrubi, pini, pioppi, piante d’alloro ed eucalipto, e come se non bastasse, anche un’arnia e un pollaio. Nel bosco limitrofo, cinghiali, ricci e colombacci vivono la loro vita senza invadere i vigneti. In vigna, è bene ribadirlo, sono banditi erbicidi e prodotti di sintesi, solo rari interventi con rame e zolfo, ma l’obiettivo futuro è di non usare neanche quelli.
Il Faro Cicarra 21, millesimo 2021, è ottenuto da Nerello Mascalese per il 60%, Nerello Cappuccio per il 20% e Nocera per la restante parte. Nelle prossime annate avrà anche una piccola quota di gaglioppo, consentita dal disciplinare, avendo a disposizione circa 200 piante. Pigia-diraspatura, lieviti indigeni, niente solforosa, macerazione in tino aperto in plastica alimentare senza controllo di temperatura; follatura manuale una volta al giorno, tranne sabato e domenica (la scuola agraria è chiusa). A fine fermentazione alcolica (8 giorni, zuccheri a zero) pressa soffice e acciaio, senza travasi per 10 mesi circa. A fine malolattica, aggiunta di solforosa. In genere in maggio, passaggio per altri 8/10 mesi in un tonneaux da 500 l. e una barrique, ambedue esausti. Leggera solforosa prima dell’imbottigliamento. Affinamento in bottiglia per 8/10 mesi. Gradazione? 12,5%, senza trucchi, in Sicilia! E poi dicono che non si può per via del mutamento climatico. Ma qui si lavora con l’alberello! E poi c’è il mare, la brezza, l’escursione termica…
Il prezzo? Lo stesso di tutti gli altri vini, come dice Alessandro “nessuna differenza per i nostri figli”, ovvero 15 euro al privato. Roba da non crederci, ve lo dico sinceramente, perché questo Faro mette in riga parecchi vini ben più costosi, ha una trama incantevole, i profumi richiamano il fico rosso appena colto, l’arancia, le erbe aromatiche, toni salmastri, il tutto in un ambito di estrema purezza espressiva. All’assaggio senti subito la freschezza, non c’è potenza ma una materia fine ed equilibrata, il tannino è quasi docile, il frutto croccante, la beva strappa l’applauso, grazie anche a un’alcolicità quasi impercettibile. Un’energia che irradia luce, con estrema grazia, un Faro che illumina rubino, finché ce n’è ancora in bottiglia…
Roberto Giuliani
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
Bolognese dentro, grafico di giorno e rapito dal mondo enologico la sera. Per un periodo la sera l'ha condivisa con un'altra passione viscerale (...)
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