Numeri importanti per la terza edizione di Modena Champagne Experience
L’inarrestabile fascino delle bollicine ha portato nella realtà modenese ben oltre 4.500 presenze; la due giorni dedicata allo champagne, promossa da Club Excellence, ha animato i padiglioni di ModenaFiere domenica 13 e lunedì 14 ottobre, con un incremento importante del +15% nelle presenze registrate rispetto allo scorso anno.
Numeri che confermano il costante e continuo interesse per lo Champagne e che hanno visto una crescita nelle visite di operatori del settore. Un ottimo segnale che indica l’Italia come un mercato importante in termini di volumi e di valore e vede la manifestazione modenese come punto di riferimento in quanto momento di crescita, di confronto e di conoscenza sul vasto mondo dello champagne.
Una manifestazione che in questa sua terza edizione ha apportato notevoli migliorie, non solo nella gestione degli spazi fieristici, ma anche nell’adesione di un grande numero di Maison e di numerosi produttori francesi, protagonisti essenziali per rendere la kermesse occasione di approfondimento unica ed autentica. Inoltre, il fitto calendario di Master Class, ha dato la possibilità di confrontarsi con i trend attuali; oltre che con la versatilità della bollicina anche con un abbinamento apparentemente semplice con il parmigiano Reggiano.
Quando la stagionatura del Parmigiano Reggiano si fa importante è necessario scegliere uno Champagne che riesca a tenere testa al formaggio. Questo connubio è stato vincente, non solo per la selezione degli champagne proposti, ma soprattutto per la scelta delle diverse stagionature del parmigiano, il cui gusto cambia e si evolve nel tempo. Per valorizzare le caratteristiche di una lunga stagionatura è infatti necessario creare un equilibrio armonico fra i due elementi tale da esaltare la complessità delle note che contraddistinguono il formaggio e allo stesso tempo giocare fra la caratteristica grassa del formaggio e la capacità degli Champagne di accompagnarlo in un equilibrio di acidità, freschezza e bouquet floreale del vino.
Tre stagionature rispettivamente di 40, 60 e 85 mesi; una panoramica interessante dove la fase di stagionatura va vista come una progressione di durata che è indice di miglioramento costante, un poco quello che avviene con lo champagne sulla permanenza sui lieviti. Nel caso del primo pezzetto di parmigiano, i 40 mesi sono senza dubbio una stagionatura non banale, dove sono emersi sentori lattici in primis, seguiti da fieno secco, menta e origano, ricco di cremosità e suadenza al palato.
Nel formaggio successivo, stagionato 60 mesi, il bouquet si è arricchito senza perdere la cremosità e con una dolcezza particolarissima, dove oltre alle note lattiche ancora presenti, si sono aggiunte note di pepe bianco, noce moscata e umami. L’ultimo Parmigiano di oltre 85, è già più scuro alla vista, con macchie bianche e cristalli di tirosina, che rispetto al secondo campione sono molto fini e diffusi, si è inoltre amplificata l’intensità, con sentori cuoio, brodo di carne e un intenso speziato di noce moscata.
In merito agli champagne, anche qui le scelte sono state ben ragionate, a partire dal blanc de blanc Carnet De Léone 2008 – Champagne Bolieu, proveniente dalla Côte de Vitry, piccola area a sud-est vicino alla città di Vitry, sottoregione della Côte des Blancs, dove i terreni sono gessosi, assicurano elevate riserve d’acqua e trattengono bene il calore. Questo Champagne Blanc de Blancs viene vinificato interamente in botte di rovere e fin dall’inizio si esprime all’olfatto con toni di agrumi, a cui seguono tracce speziate di cannella e pepe bianco; cremoso e goloso al palato, riconferma le tinte agrumate e speziate percepite all’olfatto. Si prosegue con lo Champagne Brut Nature di Beaugrand à Montgueux (Aube), siamo a a 10 km da Troyes nella regione meridionale dello Champagne, area di elezione del Pinot Nero, anche se qui ci troviamo un prodotto a base di uve Chardonnay davvero convincente, elegante e concentrato con sentori fruttati e floreali, complesso e lungo al palato. Si chiude con una vera chicca, un millesimo che senza dubbio sarà molto difficile riprovare, il Doux 1995 di Erick Schreiber, con un dosaggio 53 g/l e prodotto in solo 270 bottiglie. Un abbinamento interessante in particolare con l’ultimo formaggio, dove la dolcezza e l’eleganza di questo champagne è andata a ingentilire la complessità del formaggio.
È stato interessante giocare con gli abbinamenti trovando combinazioni di sapori e profumi davvero particolari.
Coinvolgente e attuale il focus che si è svolto sul Pinot Meunier come ricerca di diversità, che durante la masterclass “Il Pinot Meunier questo (s)conosciuto”, condotta da Luciano Ferraro e Pierluigi Gorgoni, ha visto ricercare interpretazioni originali, cercando approcci di vinificazione e sensibilità nella realizzazione di questi vini, tali da evidenziarne una originalità. Il Pinot Meunier tendenzialmente messo a margine, negli ultimi anni ha interessato e incuriosito e si sono riconsiderate le sue potenzialità. Il Meunier è in realtà un vitigno da scoprire e conoscere, perfetto da solo o in blend si rivela incisivo e intrigante.
Tanti gli assaggi e una particolare attenzione anche ai prodotti della gastronomia, che quest’anno ha visto una selezione di aziende piuttosto ampia, spaziando dai prodotti ittici al caffè.
Va inoltre ricordato che questa edizione 2019 si è svolta con il patrocinio del Comune di Modena e il fondamentale sostegno della Camera di Commercio di Modena; una due giorni che ha cercato di offrire al pubblico una vetrina il più completa possibile del mondo dello champagne, pensata anche per conquistare e consolidare il mercato italiano.
Fosca Tortorelli