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Corvezzo Organic Farm: Prosecco e Pinot grigio a tutto bio

Nell’entrata dell’azienda Corvezzo a Cessalto, in provincia di Treviso, una grande carta geografica stilizzata accoglie i visitatori: “Abbiamo un sogno: un mondo 100% biologico” c’è scritto, accanto alle sagome verdi dei continenti. È probabile che questo, come tutti i grandi sogni, sfiori l’utopia, ma sicuramente è la cornice entro la quale il giovane titolare Giovanni Corvezzo ha convertito al biologico l’intero vigneto aziendale. Non stiamo parlando di qualche ettaro, ma di ben 154, ora in produzione con le varietà glera (101 ha) e pinot grigio.

Filippo Scortegagna e Giovanni Corvezzo
Filippo Scortegagna e Giovanni Corvezzo

Nel 2017 abbiamo completato la conversione che è avvenuta in più step, a partire dal 2010” racconta Giovanni “Lo abbiamo fatto con la convinzione che un modello produttivo su larga scala potesse essere sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, garantendo al consumatore la gestione in biologico dell’intera filiera“.
La scelta aziendale si è basata anche sullo studio delle modalità di consumo del vino nel terzo millennio: il mercato del biologico, sia pure di nicchia, è in espansione, in accordo con nuovi stili di vita attenti alla sostenibilità e alla salubrità dei prodotti. Aumenta la domanda di vini bio all’estero e nel circuito della GDO, ed è in particolare in questi mercati che l’azienda è presente con una produzione che nel 2018 ha toccato i 4 milioni e 200 mila bottiglie – in prevalenza Prosecco Doc, anche con menzione Treviso e Pinot Grigio delle Venezie Doc – L’85% della produzione è esportata all’estero, in 24 paesi.

Gli enologi Andrea Toffoli, Fabio Bigolin e Giovanni Corvezzo
Gli enologi Andrea Toffoli, Fabio Bigolin e Giovanni Corvezzo

La visita all’azienda ha soddisfatto la curiosità sul come si possa gestire con efficacia una produzione così rilevante in termini di numeri (solo per il Prosecco Doc nel 2018 l’azienda ha coperto il 23,6% della produzione biologica della denominazione). La visita ai vigneti – la maggioranza dei quali sono un corpo unico attorno alla sede aziendale – è stata accompagnata dal racconto dell’agronomo Filippo Scortegagna che segue il lavoro di campagna “È un progetto che parte da lontano e ha indubbiamente richiesto un cambio di mentalità” ha esordito, spiegando poi come condurre in biologico una così vasta superficie di vigneto in pianura abbia richiesto notevoli investimenti in tecnologia: macchine per il diserbo meccanico in interfila e sottofila e per la semina del sovescio (facelia, leguminose, avena), strumenti di controllo in vigna.

Assaggi dalla vasca
Assaggi dalla vasca

La tempestività degli interventi, il monitoraggio climatico con centraline metereologiche, la sperimentazione continua e la conoscenza delle dinamiche degli agenti patogeni sono le basi per garantire il mantenimento dell’equilibrio vegeto-produttivo in vigna. Completano il quadro l’uso della confusione sessuale contro la tignoletta, l’uso di polvere di roccia per ridurre l’umidità della parete fogliare e di estratti naturali per la gestione fitosanitaria. La potatura dei filari a sylvoz e doppio capovolto è invece gestita a mano.
Anche in cantina gli interventi garantiscono una gestione in biologico, anche con quantità limitate di solforosa e nessuna chiarifica. Il racconto dell’enologo trevigiano Fabio Bigolin, consulente aziendale e del giovane enologo interno Andrea Toffoli ha accompagnato gli assaggi dalle vasche di acciaio e cemento: glera e pinot grigio hanno mostrato un carattere ben definito e un’ottima pulizia degli aromi. Anche gli assaggi dalla gamma delle diverse referenze in bottiglia hanno confermato le stesse sensazioni.

La gamma dei vini
La gamma dei vini

Anche all’interno di denominazioni come il Prosecco doc e il Pinot Grigio delle Venezie doc i cui numeri produttivi esponenziali rischiano di far percepire i prodotti come “commodity”, c’è, dunque, chi opera con oculatezza, precisione e sensibilità, con l’obiettivo di valorizzare il prodotto, certificandone la filiera produttiva interamente biologica.
Giovanni Corvezzo, che rappresenta la quarta generazione alla guida dell’azienda familiare, guarda al futuro: due ettari sono stati piantati con sauvignon Kretos, una delle varietà resistenti frutto della ricerca dell’Università di Udine e non esclude l’introduzione anche di pratiche della biodinamica. Nel frattempo, si è inventato il personaggio dell’Happy Farmer, il protagonista del sito theorganicprosecco.com che ha le sue fattezze e che si propone di spiegare al consumatore i vantaggi della produzione in biologico. Non c’è dubbio che la sostenibilità sia una scelta globale per la sua azienda: un impianto fotovoltaico produce energia per il funzionamento degli impianti di vinificazione, un impianto a biomassa ricava energia termica dai residui delle potature, si è ridotto il peso delle bottiglie e le etichette e gli imballaggi sono realizzati con carta riciclata: Corvezzo Organic Farm 100%.

Maria Grazia Melegari

Maria Grazia Melegari

La passione per il mondo del vino inizia nel 1999, per curiosità intellettuale, seguendo vari percorsi di studio (Diploma di Assaggiatore ONAV, di Sommelier AIS, Giudice di Analisi Sensoriale, corsi di formazione nel campo della comunicazione del vino applicata al web e ai social media). Scrivere di vino è una passione, inizialmente coltivata attraverso il blog personale Soavemente Wine Blog e successivamente attraverso collaborazioni con guide del settore e varie testate giornalistiche come Slow Wine, Il Sommelier Veneto, Euposia, InternetGourmet. Considera il vino un'interessante e stimolante metafora della vita, un'occasione di socialità, di costante apprendimento e di felicità, intesa come il "Carpe diem" di oraziana memoria.

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