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AnteprimeIl vino nel bicchiere

Dodici Pievi raccontano un’altra visione del Nobile di Montepulciano

Montepulciano

A 45 anni dalla nascita della DOCG, il Nobile è più vivo che mai, il consorzio sta lavorando dal 2020 a un progetto che nei connotati rappresenta un collegamento profondo con il passato e un’idea di futuro oggi più che mai attuale: il Progetto “Pievi”.
La trentunesima edizione dell’Anteprima Vino Nobile di Montepulciano, è stata l’occasione per presentare alla stampa, sabato 16 febbraio nella splendida cornice della Fortezza Medicea, la prima annata che da febbraio di quest’anno è stata posta in commercio, ovvero il Nobile “Pieve” 2021 (19 campioni), a cui sono state aggiunte alcune 2022 (6) e 2023 (2) per dare un quadro ancora più completo del lavoro che si sta facendo.
Il nuovo disciplinare del Nobile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 febbraio 2025 con Decreto Ministeriale del 21 gennaio, inserendo la tipologia “Pieve” di cui riporto le caratteristiche che la differenziano:

BASE AMPELOGRAFICA

  • 85% sangiovese (loc. prugnolo gentile), possono inoltre concorrere i seguenti vitigni complementari: canaiolo nero, ciliegiolo nero, mammolo nero, colorino nero (solo per quest’ultimo max 5%).

NORME PER LA VITICOLTURA

  • I vigneti utilizzati per la produzione del Vino Nobile di Montepulciano designato con la menzione «Pieve», devono avere almeno 15 anni di età considerando l’anno dell’impianto.
  • La resa massima di uva ammessa per la produzione del vino a DOCG “Vino Nobile di Montepulciano” con menzione “Pieve” non deve essere superiore a 7 t/Ha in coltura specializzata e in ogni caso la produzione massima a ceppo non può superare 2,5 kg.
  • Le uve destinate alla vinificazione, devono assicurare al vino a DOCG “Vino Nobile di Montepulciano” con menzione “Pieve” un titolo alcolometrico volumico naturale minimo del 13%.
  • La rivendicazione della menzione “Pieve” è consentita entro il 31 dicembre successivo alla raccolta delle uve.

NORME PER LA VINIFICAZIONE

  • Il Vino Nobile di Montepulciano, designato con la menzione «Pieve», deve essere ottenuto esclusivamente dalla vinificazione delle uve prodotte dai vigneti condotti dall’azienda imbottigliatrice, anche se imbottigliato da terzi per conto della stessa; qualora dette uve siano conferite a società cooperative, le stesse devono essere vinificate e imbottigliate separatamente.
  • Tutte le operazioni di produzione del vino «Pieve», dall’introduzione delle uve in cantina all’imbottigliamento, devono essere riportate sui registri di cantina separatamente dalle altre partite di Vino Nobile di Montepulciano.
  • Il Vino Nobile di Montepulciano designato con la menzione «Pieve» deve essere sottoposto a un periodo di maturazione di almeno tre anni, a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia. Entro questo periodo i vini devono essere sottoposti a minimo dodici mesi di maturazione in contenitori di legno e minimo dodici mesi di affinamento in bottiglia. Il Vino Nobile di Montepulciano designato con la menzione «Pieve» dovrà essere sottoposto all’esame chimico fisico ed organolettico solo al termine del periodo di affinamento in bottiglia.
  • È consentita a scopo migliorativo, l’aggiunta di annate diverse di vino a DOCG Vino Nobile di Montepulciano menzione «Pieve», che potrà essere tagliato esclusivamente con i vini provenienti dalla medesima U.G.A. pena la decadenza della menzione dell’U.G.A.

NORME PER L’ETICHETTATURA E IL CONFEZIONAMENTO

  • nella designazione e presentazione del Vino Nobile di Montepulciano è consentito fare riferimento alle unità geografiche aggiuntive (UGA), a condizione che detti nomi siano preceduti dalla menzione «Pieve». Le UGA sono individuate dalla relativa cartografia che ne delimita i confini.

Queste le 12 Pievi (UGA): Ascianello, Badia, Caggiole, Cerliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Sant’Ilario, Valardegna e Valiano.

Il presidente del consorzio Andrea Rossi durante la bellissima presentazione delle Pievi nel Duomo di San Biagio
Il presidente del consorzio Andrea Rossi durante la bellissima presentazione delle Pievi nel Tempio di San Biagio

LA DEGUSTAZIONE


Tra i campioni presentati mancava la rappresentanza della Pieve Badia.
Mi preme sottolineare che il progetto Pievi è in continua progressione e si spera abbia un sempre maggiore numero di adesioni.
Al momento è difficile percepire dagli assaggi, in modo netto e inequivocabile, le differenze espressive tra Pieve e Pieve, sia per l’esiguo numero di campioni, sia perché gli stili aziendali lasciano evidente traccia nei vini ottenuti. Del resto non si può pretendere che i produttori uniformino le procedure, soprattutto in cantina, al fine di poter meglio leggere i tratti peculiari dei suoli e dei vigneti da cui provengono i vini. Questo è un problema che si presenta quasi sempre anche in altre denominazioni, ma un quantitativo di campioni più ampio può dare indubbiamente maggiori riferimenti, rivelando alcuni aspetti che possono essere caratteristici di quell’UGA. Diamo tempo al tempo.
Intanto posso dire che emerge con chiarezza una maggiore attenzione progettuale, la maggior parte dei campioni mette in luce finezza ed eleganza, una materia ben gestita e mai pesante, l’assenza di uve internazionali consente di percepire molto meglio le qualità espressive del Prugnolo Gentile, ovvero il sangiovese così chiamato nel comprensorio poliziano. E questo mi sembra già un grosso passo avanti!

Nobile in Piazza Grande

PIEVE ASCIANELLO
2022 De’ Ricci Cantine Storiche (campione da botte/vasca): naso molto fine di rosa, mora, viola, iris, una punta agrumata; bocca fresca, ancora in leggero squilibrio ma con un profilo già delineato, frutto croccante, freschezza piena, tannino fine e in fase di integrazione. 92
2023 De’ Ricci Cantine Storiche (campione da botte/vasca): profilo diverso, ciliegia, spezie dolci, anche leggermente balsamico, una delicata nota di tabacco biondo; bocca fresca e slanciata, sembra leggermente più materico del precedente, frutto che torna pieno e succoso, piacevole.

PIEVE CAGGIOLE
2021 Podere Tiberini (campione in affinamento in bottiglia): molto floreale di lavanda, viola, passiflora, poi timo e ginepro, ciliegia e mora; bocca di carattere, intensa e molto fruttata ma anche con un tono un po’ austero che lo impreziosisce; già molto lineare, compiuto, solo il tannino deve ancora integrarsi completamente.
2021 Crociani (campione in affinamento in bottiglia): meno pronto di altri millesimi, non nasconde un pedigree di notevole fascino: ciliegia, lampone, agrumi, erbe aromatiche; palato vivo, ancora esuberante ma dal tannino finissimo, con il tempo diventerà uno dei migliori.
2021 (campione pronto per l’immissione in commercio) e 2022 (campione in affinamento in bottiglia) Poliziano: confrontare le due annate del Nobile di Federico Carletti mi ha lasciato delle perplessità che spero di risolvere in futuro, ovvero ho sentito una presenza più evidente del legno nel 2021 rispetto al 2022, quasi un cambio di stile o quest’ultima è in grado di assorbirlo meglio, non saprei. Il primo presenta sentori di magnolia denudata, biancospino, agrumi, bocca che mostra una materia dal profilo intenso e pervaso da una piacevole balsamicità, il tannino è di carattere ma dal profilo estremamente fine, da attendere solo per la presenza boisé; il 2022 mantiene quel tratto floreale  e un frutto più scuro, di mora, prugna, ciliegia nera, amarena, poi mirto e cannella; ottimo ritorno fruttato all’assaggio, materico e succoso, fine e ben calibrato, e deve ancora finire l’affinamento in bottiglia…

PIEVE CERLIANA
2021 Antico Colle (campione pronto per l’immissione in commercio): molto intenso, balsamico, spezie fini, prugna, mandarino e cedro; al palato ha molta materia e ancora non riesce a gestirla del tutto, rintocchi di liquirizia, il tannino è incisivo e si sente il bisogno di attendere per apprezzare il vino appieno.
2021 La Ciarliana (campione pronto per l’immissione in commercio): concentrato di pomodoro, speziato da legno, prugna, mora, cacao; in bocca è austero, vigoroso, ma con un tannino abbastanza in equilibrio, bisognoso di tempo (ma questo è tipico dei vini de La Ciarliana) e con un futuro tutto in crescita.
2022 Tenuta Valdipiatta (campione da botte/vasca): profilo olfattivo articolato anche se non del tutto preciso, si coglie la prugna, la marasca, il timo, l’elicriso e una vena balsamica; al palato ha freschezza, buona espressione fruttata, piacevole, tenendo conto che viene dalla botte sembra avere le carte per una buona crescita, certo deve fare il suo percorso.

PIEVE CERVOGNANO
2021 Fattoria Svetoni (campione pronto per l’immissione in commercio): cenni boisé, balsamico, cardamomo, cannella, pepe bianco e cenni fruttati; al palato conferma una fase in cui lil legno è ancora da assorbire, la materia appare in grado di farlo se si ha la pazienza di aspettare, anche per il finale ancora tirato dal tannino.
2021 Guidotti (campione in affinamento in bottiglia): naso dai toni speziati, poi fruttati di ribes nero, fragola di bosco e prugna, ma anche cenni floreali, soprattutto di rosa; al palato è ancora compresso, un po’ asciugante, balsamico, c’è materia da gestire, per ora non è pronto, ci vuole pazienza…
2021 Le Bèrne (campione pronto per l’immissione in commercio): interessante profilo floreal-fruttato, viola, iris, tende alla mora e alla prugna più che alla ciliegia, anche al mirtillo, a tratti resinoso; al palato ha intensità, finezza, slancio, profilo piacevole ma di carattere, c’è materia ben gestita, in buon equilibrio, molto promettente.
2021 Marchesi Frescobaldi (campione pronto per l’immissione in commercio): ha una bella intensità espressiva, legno non invasivo, frutto pieno e spezie dolci, anche erbe aromatiche come timo e santoreggia; al palato ha un profilo controverso, non aggressivo ma scomposto nell’incedere, sembra ancora alla ricerca della migliore espressione.
2021 Vecchia Cantina di Montepulciano (campione pronto per l’immissione in commercio): naso molto balsamico, prugna, ciliegia nera, succo di mirtillo, inchiostro, tende già ad un profilo maturo; al palato è ancora in attesa di equilibrio tra tannino e legno, tanto che nel finale c’è un chiaro lascito di vaniglia.

PIEVE GRACCIANO
2021 Tenuta di Gracciano della Seta (campione in affinamento in bottiglia): mora, ciliegia, mirtillo, lavanda, pepe nero, cenni di erbe marine; al palato ha buona espressione di frutto, si sente qualche squilibrio, deve assestarsi, ma ha eleganza e fascino da vendere, solo da aspettare ancora un po’.
2022 Fassati (campione da botte/vasca): al momento deve liberarsi dal legno, manca anche di definizione, cenni selvatici; all’assaggio è dolce e amaro allo stesso tempo, astringente, un vino ancora tutto in formazione, deve fare affinamento.

PIEVE LE GRAZIE
2021 Talosa (campione pronto per l’immissione in commercio): fase ancora interlocutoria, da una parte la nota vanigliata e boisé che copre parzialmente l’espressione fruttata di ciliegia e ribes, dall’altra un corpo di peso medio-grande che gli sottrae un po’ di slancio.

San Biagio
San Biagio

PIEVE SAN BIAGIO
2021 Le Bertille (campione pronto per l’immissione in commercio): naso che stenta a liberarsi, poi emerge soprattutto la componente speziata, cenni di china, radici, prugna e gelso nero; al palato è più definito, ha freschezza e slancio, tannino fine e un buon equilibrio.

PIEVE SANT’ALBINO
2021 Carpineto (campione in affinamento in bottiglia): il frutto emerge su cornice boisé, prugna, mirtillo, alloro, tè verde, note cerose, cacao; in bocca è ancora in tensione, c’è una discreta materia, è ancora contratto, si sente che deve finire il suo percorso. 86
2022 Carpineto (campione da botte/vasca): molto più vivo al naso e meno legnoso, si fanno notare l’arancia sanguinella e la prugna, il sandalo e cenni di tabacco, liquirizia e una meno fine percezione di canfora. Al gusto è evidente il bisogno di affinamento, acidità e tannino devono integrarsi, staremo a vedere.

PIEVE SANT’ILARIO
2021 Fattoria del Cerro (campione in affinamento in bottiglia): manca un po’ di “istinto naturale”, i suoi tratti sembrano faticare a dare un profilo spontaneo, ciò non di meno emerge una componente di erbe aromatiche e frutta scura, bacche, bastoncino di liquirizia, carruba; al palato è ancora sbilanciato verso la durezza, fatica a distendersi e nasconde in parte la sua personalità.
2021 Poggio alla Sala (campione pronto per l’immissione in commercio): parzialmente scuro, quasi di frutta secca, leggera tostatura, poi si schiude ad amarena, marasca, sbuffi agrumati e di macchia mediterranea; al palato ha una buona espressione fruttata, è fine, slanciato, fresco, molto buono e sicuramente in crescita.
2021 Vecchia Cantina di Montepulciano (campione pronto per l’immissione in commercio): profilo che manca di precisione gusto-olfattiva, border line, forse una bottiglia infelice.
2022 Poggio alla Sala (campione da botte/vasca): piccoli frutti di bosco, leggermente resinoso, boschivo; attacco acido-tannico che denuncia il bisogno di affinamento, il tessuto però appare di ottima qualità e in grado di potersi assestare.

PIEVE VALARDEGNA
2021 Il Molinaccio di Montepulciano (campione pronto per l’immissione in commercio): uno dei vini più riconoscibili per una sua espressività naturale, che emerge in modo progressivo fino a liberarsi completamente, rivelando note di amarena, ciliegia, viola, macchia mediterranea, ginepro, dimostrando di sapere toccare livelli di eleganza; in bocca è fresco, con il frutto che torna, c’è slancio, piacevolezza, ha una buona energia, finezza, scorre lasciando una scia piacevolissima e voglia di berne.
2023 Godiolo (campione da botte/vasca): frutto che ricorda la visciola e l’amarena, viola, eucalipto; in bocca è ancora molto scomposto, acidulo, con tannino asciugante, ma la materia è gradevole e promettente, segno che il tempo gli darà ragione.

PIEVE VALIANO
2021 Tenuta Trerose (campione in affinamento in bottiglia): naso di piccoli frutti, soprattutto amarena, ancora piuttosto chiuso, leggero boisé, erbe aromatiche, ginepro, manca ancora di precisione; al palato ha freschezza, è ancora sbilanciato, si sente ancora il legno, deve assolutamente affinarsi ancora, troppo presto per un giudizio definitivo.

Roberto Giuliani

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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