È morto Paolo Foradori, il padre del Pinot Nero altoatesino
Un altro colpo da un anno che non sta facendo sconti a nessuno, proprio a ridosso di questo difficile Natale, la notte del 22 dicembre è morto Paolo Foradori della nota azienda di Termeno J.Hoffstätter. A lui si deve moltissimo per la valorizzazione del pinot nero in Alto Adige, fu proprio lui a intuire il valore del terroir di Mazon e a lottare per ottenere la possibilità di introdurre il nome del vigneto in etichetta.
Classe 1935 e di origine trentina, ha ereditato dal padre Vittorio la passione per la viticoltura, fu proprio il suo genitore ad acquistare tre masi con i terreni limitrofi sull’altopiano di Mazon che domina Egna. Vittorio era prima di tutto avvocato e sperava che il figlio seguisse le sue orme, ma Paolo puntò invece all’enologia.
Nel 1959 sposò Sieglinde Oberhofer, discendente della famiglia vitivinicola Hofstätter, fu così che nacque l’azienda che oggi tutti conosciamo.
Si racconta che Paolo negli anni ’50, dopo il suo percorso di formazione enologica in Germania, al rientro in Italia portò con sé alcune barbatelle di kerner con l’intento di iniziare una sperimentazione, era un vitigno nel quale riponeva molte aspettative. Giunto alla frontiera italiana era in corso una vera e propria bufera, per giustificare la presenza delle barbatelle nel baule della sua auto, Paolo raccontò che erano servite per bloccare le ruote e impedire che scivolassero sulla neve.
Uno dei più grandi Pinot nero viene proprio dalla sua azienda, il Vigna S.Urbano, di cui custodisco gelosamente ancora qualche vecchia annata.
Al figlio Martin e a tutta la famiglia le più sincere condoglianze da parte della redazione di Lavinium.
Roberto Giuliani