“Edda”: a Palazzo Petrucci il gioiello della cooperativa Cantine San Marzano

Un pomeriggio di luce aranciata abbraccia la scenografica terrazza di Palazzo Petrucci. Lo sguardo si allarga, avido, tra le sinuose arcate di Palazzo Donn’Anna e il panorama del Vesuvio, disteso sul profilo del Golfo di Napoli.
All’ingresso, un’ortensia candida è il biglietto da visita per EDDA, il Bianco Salento Igp delle Cantine San Marzano, azienda storica nel cuore del Salento, un vino fermo, delicato blend di Chardonnay e uve autoctone, presentato a Palazzo Petrucci con una mini verticale 2017-2016-2015 insieme a Sessantanni, Primitivo di Manduria Dop 2014.
In una terra costellata di ulivi secolari e fichi d’india, dove la forza del Primitivo da sempre segna il carattere distintivo dell’areale vitivinicolo, Edda esprime la sfida, vinta, di un territorio e della filosofia di Cantine San Marzano, una cooperativa di 1.200 viticoltori nata negli anni sessanta per ridare dignità e forza ai vini pugliesi e che, oggi, vanta oltre 1.500 ettari di vigneto nell’areale Dop del Primitivo di Manduria, tra le province di Taranto e Brindisi.

“Fino a non molto tempo fa, spiega il presidente dott. Franco Cavallo, i vini pugliesi erano considerati vini da taglio. Per questo è stato necessario sviluppare e realizzare un progetto in cui tradizione e innovazione siano costantemente in sinergia. Oggi tanti giovani si interessano alla viticoltura di qualità”. In una terra squisitamente vocata al Primitivo di Manduria, il vino bianco è una continua scoperta, in costante evoluzione.

Ecco, allora, Edda, che in dialetto pugliese significa “lei”, il bianco del Salento dalla cangiante bellezza, evocazione dell’ideale femmineo della donna mediterranea, equilibrio perfetto in perenne bilico tra intrigo e mistero, riserbo e fascino, tanto irresistibile, quanto più è capace di inebriare.

L’eleganza di Edda è anche nella sua candida etichetta di “trine”, omaggio alla tradizione artigiana degli splendidi lavori d’ago delle donne salentine: pizzi e merletti, trine e ricami, trame preziose come gioielli, oggi ospitati al palazzo baronale di Castrignano. “Abbiamo dovuto ripensare tutto – rivela Mauro di Maggio, direttore delle Cantine San Marzano – disegnando un vigneto capace di conferire all’uva maggiore freschezza e minore concentrazione”.

Blend di Chardonnay, Moscatello Selvatico, Minutolo e Passulara, Edda è un vino che emoziona, mix di uve autoctone e alloctone, acquistando fascino col passare del tempo.

L’annata più giovane, 2017, disvela un inatteso stupore di note salmastre, erbe officinali, salvia, sentori aromatici di menta e un’acidità spinta che riserva, sul finale, una delicata memoria vanigliata, tostatura media, della fermentazione in barrique di legno di rovere francese. “Il 2017 di Edda, con la sua aromaticità e il legno, per il quale non c’è una regola fissa, rappresenta una novità assoluta nel campo vitivinicolo pugliese dei bianchi – rileva, con soddisfazione, Mauro Di Maggio. Edda è la mia passione, un vino che alla terza annata di produzione ha una ricetta ancora cangiante”.

In abbinamento a calici in progressione di gradi (Tramari, rosé di Primitivo Salento IGP 2017, Edda, Bianco Salento IGP 2015, 2016, 2017, Sessantanni, Primitivo di Manduria 2014), ricercati cromatismi, profumi e sapori firmano i piatti di Lino Scarallo, chef di Palazzo Petrucci, 1 stella Michelin, declinati tra degustazioni di mozzarella e gambero, salmone marinato, salsa di arancia e rafano; seppia affumicata, patate e caviale di aringa; tagliolino di calamaro, mango e buccia di lime; guancia di maialino, olio e tartufo e, infine, tacos, un’originale interpretazione della tradizionalissima “braciola” napoletana.