Eroico e vulcanico come e più dei suoi vini: vi racconto Raffaele Moccia di Agnanum
Campi Flegrei, nel 1960 inizia la storia dell’Azienda Agricola Agnanum, di Raffaele Moccia: vino, agricoltura e animali da cortile. Luoghi e cose sono fatti della stessa natura delle persone che se ne curano e dal primo incrocio di sguardi mi è stato chiaro d’esser dinanzi ad un grande progetto. Quanta gratitudine, affetto e ammirazione ho provato, in poche ore, verso un uomo instancabile e positivo, di quelli che azzardano, rimangono curiosi e se non riescono a far rete con il territorio, pazienza, si attivano da soli.
Produce poco, Raffaele Moccia, ma lo fa con qualità. Non parla mai del passato, ma di un presente pieno di futuro da realizzare: è eccitante l’entusiasmo che lo anima, la fatica non lo spaventa e nemmeno la necessità di studiare ancora, per esser preparato alle nuove richieste del mercato. Abbiamo parlato di accoglienza ed enoturismo, di quanto sia importante offrire una narrazione corretta. Il Parco degli Astroni è una rarità da proteggere, un vulcano popolato da boschi che proteggono le vigne, tra l’altro, definite metropolitane perché non siamo in provincia, ma proprio a Napoli.
Raffaele Moccia non è di certo un ragazzino, mi chiedo ancora dove prenda l’energia vitale che lo anima. In alcuni momenti con lui mi sono sentita inadeguata, a disagio nella mia stanchezza borghese, ma ormai ero lassù, meglio non distrarsi ed inspirarsi il più possibile. Visitare un’azienda vitivinicola vale un master in piena regola: se le antenne sono dritte, possono raggiungerti dettagli ed energie che non si trovano nei libri e, alla fine del giro, ciascuno potrà tirarne fuori l’ispirazione che gli serve. Pensavo anche a questo mentre lo inseguivo tra idee e sentieri. Come fa a rinnovare ogni giorno una sorta di patto sacro con la sua terra? Dove trova le risorse? Le risposta sono già nelle domande, ci sono arrivata alla fine: Moccia e la sua terra sono una cosa sola, impensabile per lui vivere diversamente. Non ci sono inquietudini, solo la praticità di buttarsi e andare. Imparare facendo, che insegnamento.
E così, all’interno dell’oasi naturale del Parco degli Astroni, a Napoli, Raffaele Moccia è accogliente, ma va inseguito perché procede veloce. Idee e passi sono lesti, non c’è sosta in un’azienda come la sua. Girare tra i vitigni di Piedirosso e Falanghina, le due DOC Campi Flegrei, mi consentono di calpestare il cratere del vulcano spento, affondando le scarpe nella terra nera e sabbiosa, porosa e perfetta per trattenere e restituire sia l’acqua che i numerosi minerali presenti nei suoli vulcanici.
L’area è storica, è quella dei Campi Flegrei: i vigneti sono disposti a terrazza, imitando la particolare pendenza della collina, e tutto il lavoro si svolge manualmente. Avete provato a restare ore ed ore con le braccia in alto, raccogliendo, potando, con il sangue che va giù ed il formicolio nelle mani? Non è piacevole, ma non c’è altro modo di operare, si va avanti così. Selezione accurata delle uve, bassissime rese per ettaro, raccolta tardiva e l’attesa di un anno, dopo la vendemmia, prima di portare il vino sul mercato.
In mezzo, ci sono la gestione degli imprevisti, le battaglie anche perse con il meteo e, ormai, anche con il clima, eppure Raffaele Moccia resiste. Poteste vedere la fierezza che emanano i suoi occhi: mai una preoccupazione, solo punti di domanda: cosa posso fare di più?
Dalla vigna al vino ci sono ben pochi interventi, più che altro un affiancamento affinché nulla si rovini. Con la collaborazione dell’enologo Gianluca Tommaselli, Moccia cura una vigna di 10 ettari e mezzo: si tratta di un unico corpo a ridosso di Napoli, in un’oasi del WWF già terreno di caccia dei Borboni. Una terra antica ancora generosa e la caparbietà di un uomo. Non di rado partono dal terreno spruzzi di zolfo che arrivano fino in vigna: fenomeno affascinante per chi non deve farci i conti ogni giorno. Terreno ricco, ma fragile, pendenze e terrazzamenti costruiti con zappa ed olio di gomito e costantemente monitorati per conservarli.
Falanghina Campi Flegrei DOC 2023 Agnanum
Fresco e succoso, è un vino pieno di energia e non potrebbe essere altrimenti. Concede l’esuberanza dei suoli minerali, con la piacevolezza di un sorso saporito ed intenso: il risultato è una bottiglia che termina in fretta, con estrema piacevolezza e lasciando il segno. Esattamente come chi l’ha amata fin dall’inizio.
Prezzo in enoteca: 18 euro circa
Azienda Agricola Agnanum di Raffaele Moccia
Via Vecchia Abbandonata agli Astroni, 3 – 80125 Napoli
+39 339 1960382
www.instagram.com/agnanum
Nadia Taglialatela