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Gabriele Gorelli è il primo italiano Master of Wine su 418, proviamo a capire perché

Gabriele Gorelli e Piero Mastroberardino
Gabriele Gorelli e Piero Mastroberardino

Gabriele Gorelli è il primo Master of Wine italiano: questo risultato straordinario ci deve servire da un lato a fargli i complimenti per aver raggiunto un obiettivo difficile e impegnativo, certamente non alla portata di tutti.
Dall’altro riflettere sul ritardo del sistema Italia e sul parziale recupero dovuto alla decisione strategica dell’Istituto Grandi Marchi presieduto da Piero Mastroberardino di diventare partner dell’Institute of Masters of Wine. “Sembra incredibile – ci dice il presidente – che su 418 Master of wine del Mondo solo uno sia italiano nonostante il nostro paese sia il primo produttore al Mondo di vino”.
Per completare i numeri, Piero Mastroberardino ci inquadra la situazione: attualmente gli italiani impegnati nel riconoscimento sono 18, di cui 2 al primo livello, 7 al secondo e 9 al terzo. Insomma, se tutto va bene, a breve dovrebbero essere ben dieci gli italiani nell’esclusivo club mondiale che determina le scelte del mercato.
Parlavamo di ritardo perché intanto è il mondo anglosassone a fare mercato e dunque a tentare di influenzare la produzione su quelli che sono i propri gusti, il secondo è non aver avuto l’idea o la capacità di inventare noi un meccanismo del genere. Se a questo aggiungiamo l’egocentrismo francese e l’influenza della critica anglo americana, possiamo considerare un vero miracolo i grandi risultati di export del nostro vino che corre una gara senza turbo da molti anni.

Institute of Masters of Wine

“In estrema sintesi” – dice Piero Mastroberardino – “Istituto Grandi Marchi notando che l’Italia era l’unico Paese tra quelli che contano nel settore a non avere nemmeno un Master of Wine, decise di investire nel tentativo di colmare questo vuoto. Da qui la partnership con IMW che, in buona sostanza, si è declinata in diverse situazioni. Ma il focus principale è stato sempre quello di fornire ai candidati italiani gli strumenti per riuscire a superare il test finale, estremamente difficile. In pratica IGM ha organizzato, nel corso degli anni, situazioni che ricreassero quanto più fedelmente possibile le condizioni di gara. Quindi i vari test, ma anche la possibilità di provare vini internazionali non facilmente reperibili in Italia”.

In sostanza le tappe di avvicinamento sono state queste:

  1. 2009. L’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi (nato nel 2004) diventa il primo e l’unico Major Supporter italiano dell’Institute of Masters of Wine. È la prima volta che una compagine italiana intraprende una partnership con questa istituzione internazionale del vino. L’obiettivo è quello di accrescere l’interesse e l’attenzione dei Masters of Wine al vino italiano e alle sue espressioni territoriali e di favorire l’interesse di giovani professionisti italiani del mondo del vino a questa istituzione, promuovendo l’approccio al severo metodo di studio e alla partecipazione ai corsi per arrivare, al termine del difficile percorso, ad avere Master of Wine italiani. Dal 2009 in poi l’Istituto Grandi Marchi si è adoperato per creare programmi di istruzione in Italia, attività di formazione internazionali e iniziative utili a raggiungere gli obiettivi previsti.
  2. 2010. L’IGM organizza “Diversity of Italy”, una sessione di lavoro dedicata interamente al vino italiano durante l’assemblea annuale dell’IMW. Un evento storico a cui hanno partecipato oltre 80 MW.
  3. 2011. L’IGM presenta ufficialmente la candidatura dell’Italia per l’VIII Simposio internazionale dell’IMW. Il 9 Novembre l’IMW accetta la candidatura italiana e il supporto dei GM per l’organizzazione. Firenze sarà la città ospitante. Nella stessa occasione l’IMW dichiara di voler avviare, per la prima volta in Italia, le master class dell’IMW anche questi organizzati con il supporto dei GM. Sempre nello stesso anno l’IGM (con tutte le cantine presenti) organizza, all’Ambasciata di Londra, un walkaround tasting e un gala dinner esclusivamente dedicati ai MW.
  4. 2012. Tignanello (FI) è la sede della prima Edizione italiana della Masterclass per aspiranti Masters of Wine. A settembre l’IGM bissa l’appuntamento in Ambasciata di Londra con i MW impegnati a esplorare e conoscere il vino italiano in un esclusivo walkaround tasting seguito dalla cena di gala.
  5. 2013. Seconda Edizione Masterclass per aspiranti MW italiani presso Michele Chiarlo – La Morra (CN).
  6. Terza Edizione Masterclass per aspiranti MW, per la prima volta in Valpolicella presso Masi.
  7. 15-18 maggio 2014- Firenze VIII Simposio internazionale MW –   Identity, Innovation, Imagination sono le linee guida delle 11 sessioni di lavoro alle quali hanno partecipato la comunità dei MW, opinion leader e maker internazionali, oltre agli attori della filiera italiana ed estera. Il Simposio, che si tiene ogni 4 anni, si è svolto per la prima volta in Italia e l’istituto ha ricoperto il ruolo Main Sponsor e Co-organizzatore.
  8. 2015. Quarta Edizione Masterclass per aspiranti MW – Umbria presso Lungarotti.
  9. 2016. Quinta Edizione Masterclass per aspiranti MW – Irpinia presso Mastroberardino.
  10. 2017. Sesta Edizione Masterclass per aspiranti MW – Sicilia presso Donnafugata.
    16 Novembre partecipazione all’esclusiva Asta Internazionale IMW con 19 lotti.
  11. 2018. Settima Edizione Masterclass per aspiranti MW – Marche presso Umani Ronchi.
    28 Gennaio: Masterclass internazionale IMW San Francisco.
  12. 2019. Ottava Edizione Masterclass per aspiranti MW – Alto Adige presso Alois Lageder.

Fondato a Londra nel 1955, l’Institute of Masters of Wine è l’istituzione che, da quasi 60 anni, si occupa di formare i più qualificati e influenti esperti internazionali di vino. Tra gli obiettivi della prestigiosa accademia londinese: promuovere l’eccellenza professionale, la cultura, la scienza e il business del vino attraverso selezionati e pluriennali programmi di formazione che, a oggi, hanno portato la comunità dell’Istituto a 418 Masters of Wine sparsi in 32 Paesi di cui 149 donne e 269 uomini. Inizialmente attivo nel solo territorio britannico, l’IMW decide a fine anni ’80 di aprire alle candidature di aspiranti MW provenienti da altri Paesi con il debutto, nel 1988, del primo MW australiano. Oggi vi sono 28 MW in Australia, 10 in Canada, 18 in Francia, 15 in Nuova Zelanda, 210 in UK e 56 negli USA.

Insomma, c’è tanta strada ancora da fare, ma Piero Mastroberardino è fiducioso: “Almeno il primo passo è stato fatto, complimenti a Gabriele Gorelli primo master of wine itaiano“.

Luciano Pignataro

Luciano Pignataro

Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilancio della viticoltura campana e meridionale. Al centro dei suoi interessi la ristorazione di qualità, la difesa dei prodotti tipici e dell'agricoltura ecocompatibile. È autore per le Edizioni dell'Ippogrifo delle uniche guide, sponsor free, sui vini della Campania e della Basilicata andate ripetutamente esaurite oltre che del fortunato Le Ricette del Cilento giunto alla terza edizione. Con la Newton Compton ha pubblicato La cucina napoletana di mare, I dolci napoletani, 101 vini da bere almeno una volta nella vita. Ha vinto il premio Veronelli come miglior giornalista italiano nel 2008. Dal 1998 collabora con la Guida ristoranti Espresso, è impegnato nella nuova guida Vini d'Italia di Slow Food. Fa parte del gruppo Garantito Igp.

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