Borgo di Gete, il misterioso Tintore della Costiera Amalfitana
C’è una terra silente tra Ravello e Amalfi di tredici frazioni e nessun comune: si chiama Tramonti perché non ha alcun nome e per duemila anni è stata accessibile solo dal mare. Poi gli uomini hanno costruito la strada che dall’inferno di cemento dell’Agro nocerino sale sale sale sino al Valico di Chiunzi traghettando i passanti dall’inferno urbanistico al paradiso di castagni, querce, vigne, olivi e vigne sino al mare dove bagnano i piedi borghi da favola: Minori, Maiori, Amalfi, Atrani, eccetera. In questo territorio, da zero a 600 metri in otto chilometri, attraversato da pecore, pastori e auto di lusso dirette a Ravello, abitano le vigne giganti che camminano. Piantate forse dai contadini poi fuggiti o reclutati in guerra contro Cecco Peppe. Gigino è partito con una locanda-osteria dove si fa anche la pizza, come è tradizione di Tramonti, il paese dei tremila pizzaioli emigrati in tutto il mondo. Poi si è mosso a vinificare l’uva dei suoi tre ettari di vigne. Borgo di Gete è il suo rosso ottenuto da Tintore in purezza, fresco, ricco di energia, capace di restare uguale anno dopo anno senza alcun cedimento. Impossibile, oggi, stabilire con precisione quanti decenni può durare una bottiglia. ►www.aziendaagricolareale.it Pubblicato in contemporanea su |