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Massa Marittima: bellezza e sorprese in Maremma


Il cielo di Massa MarittimaLa Maremma è una zona alquanto selvaggia della Toscana meridionale: un misto di pianure costiere, valli impervie, e colline che si sollevano verso il Monte Amiata. E’ molto bella, ma in passato incuteva timore anche a causa della malaria che serpeggiava per le vallate e per questo motivo coloro che erano costretti a viverci sceglievano le cime delle colline. Gli Aldobrandeschi, una delle grandi famiglie feudali del medioevo, fondarono Massa Marittima su una collina denominata Monteregio, fra il settimo e l’ottavo secolo DC.
L’ubicazione del paese era azzeccata; forniva facile accesso alle tante vene metallifere nella zona e nel decimo secolo il Vescovo scelse Massa Marittima come sede del suo Vescovado. La costruzione del Duomo, dedicato a San Cerbone, cominciò poco dopo e via via che Massa Marittima crebbe in importanza i suoi successori rafforzarono le difese cittadine. Nel 1225 Massa era un fiorente Libero Comune ed un nuovo quartiere, chiamato al giorno nostro la Città Nuova, fu aggiunto alla sommità del paese.
Una fiorente città mineraria fa gola e nel 1335 i Senesi fecero la loro mossa, occupando il paese. Ingrandirono notevolmente il palazzo pretorio e rafforzarono le mura che separavano la città vecchia da quella nuova, aggiungendo anche una fortificazione che serviva sia per aumentare le difese cittadine che per dominare i cittadini.

Il DuomoLa peste del 1348 colpì Massa duramente, e poi i giacimenti metalliferi cominciarono ad esaurirsi. L’attività estrattiva s’interruppe nel 1396 e, dato che la malaria nelle vallate rendeva pericolosa l’agricoltura, il paese fu gradualmente abbandonato. Alla fine dell’epoca Medicea, attorno al 1730, contava soltanto 537 residenti. La ripresa arrivò coi Lorena, che bonificarono le paludi e rilanciarono l’industria estrattiva. Al giorno d’oggi l’estrazione ha ceduto il passo al turismo, mentre l’agricoltura sta passando dalle sementi e l’allevamento del bestiame all’olio ed il vino.
Massa Marittima si può facilmente visitare in una mattinata e la sua posizione la rende perfetta anche per esplorare la Maremma circostante. Per visitare Massa si comincia in Piazza Garibaldi, la piazza davanti al Duomo. San Cerbone, rialzata rispetto alla piazza, ha una bellissima facciata tardo romanico che è fra le meglio conservate in Toscana. sono da notare i bassorilievi sopra il portone e le statue sopra il rosone. L’interno è ampio e da un senso di quiete. Vi sono diverse opere interessanti, fra le quali il fonte battesimale con scene dalla vita del Battista nella navata destra, eseguito nel 1267 da Giroldo da Como.
Il crocefisso trecentesco in cima alla navata destra è opera di uno dei seguaci di Duccio di Buoninsegna, mentre l’altare maggiore, di Goro di Gregorio, è dedicato a San Cerbone, con scene dalla sua vita (1324).
La Madonna col bambino nella navata sinistra si basa sulla Maestà di Duccio e secondo gli studiosi sarebbe stato eseguita nel 1316 da uno dei suoi seguaci. La cappella conta anche alcuni frammenti di una pala trafugata all’inizio del secolo scorso e segata per permettere ai ladri di vendere i singoli santi (quelli che vediamo furono trovati nel doppio fondo di una valigia in viaggio verso Parigi).

La cupola del DuomoUscendo dal Duomo, avrete sulla destra il Palazzo Pretorio, con gli stemmi degli pretori che governarono Massa. Adesso è il museo civico e conta fra l’altro diversi oggetti preistorici compreso una stele del 3000 AC, alcuni quadri molto belli (compresa una Maestà di Ambrogio Lorenzetti), monete e matrici del periodo quando Massa batteva moneta. Nei piani superiori, una bella collezione di oggetti etruschi. I panorami che si vedono salendo le scale sono piacevoli e le celle delle prigioni all’ultimo piano forniscono uno spunto di riflessione.
Uscendo dal Palazzo Pretorio vedrete al di là della piazza un palazzo porticato. Nel medioevo era il granaio e pertanto veniva chiamato il Palazzo dell’Abbondanza. Ha anche la principale fonte cittadina, sotto i portici, con un affresco di mano sconosciuta che è fra i più inusuali che abbia mai visto. Si chiama L’Albero della Fecondità e raffigura un albero dai cui rami penzolano, oltre alle foglie, falli maschili decisamente prosperosi. Secondo alcuni studiosi questi falli sarebbero in realtà dolci, cosa anche possibile, ma l’energia con cui una delle donne sotto l’albero si serve di un bastone per allontanare gli uccelli (o forse tirare giù un fallo), e il modo in cui altre due donne si contendono un fallo, è abbastanza eloquente.
In ogni caso l’affresco, che era celato da incrostazioni prima di un recente restauro, sembra esser stato dipinto fra il 1265 ed il 1335 e si riferisce probabilmente ad un antico rito della fertilità ancora celebrata nel trecento, ma poi soppresso e dimenticato.

L'Albero della FeconditàTornate a Piazza Garibaldi e seguite la Via Butigni; arriverete a Via Parenti, che ha in fondo una delle porte cittadine. Dopo averla vista tornate sui vostri passi e passate dall’ufficio turistico (già sede della zecca): girate a destra al numero civico 23 e seguite una viuzza che passa attraverso gli edifici. Dopo una cinquantina di metri troverete sulla sinistra una grata con un pozzo; secondo la targhetta sul muro il figlio di Nello dei Pannocchieschi e della seconda moglie, Margherita Aldobrandeschi, detto “Il Bindoccio” (Siena mi fé, disfecemi Maremma, dice quando incontra Dante), annegò qui il primo Maggio del 1300.
Proseguite fino in fondo alla viuzza e seguite la scalinata della Via della Libertà; l’edificio sulla sinistra con il sole stilizzato sulla facciata (civico 63) è dov’è nato San Bernardino da Siena. Via della Libertà riporta a Piazza Garibaldi; il comune, sulla destra, deriva dalla fusione di tre palazzi più vecchi, uniti con una facciata in travertino. E’ bella anche la casa dei Conti di Biserno, con le sue finestre rinascimentali.
Per arrivare alla Città Nuova si prende Via Moncini, attraversando l’imponente Porta Sillaci costruita dai Senesi. Oltre la Porta si trova una torre più vecchia chiamata la Torre del Candeliere o la Torre dell’Orologio, che i Senesi hanno collegato alle strutture difensive con un bellissimo arco. Alla sinistra della piazza si trova il Palazzo delle Armi; la guarnigione costruita nel 1443 che adesso ospita il Museo di Arte e Storia delle Miniere e copre il periodo dagli Etruschi al presente. Se risalirete il Corso Diaz, svoltando a sinistra su Via Populonia, troverete un frantoio settecentesco. Andando a dritto, invece, troverete Sant’Agostino, una bella chiesetta Gotica del 300 con un abside elegante ed un chiostro molto piacevole.
Se decidete invece di non prendere Corso Diaz, ma attraversare la porta, giungerete a San Francesco, un convento fondato, si dice, da San Francesco nel 1220. La navata della chiesa attuale è stata accorciata in seguito ad un crollo e ospita un bel crocefisso duecentesco ed una pala con scene dalla vita di San Cerbone. Sarà ormai l’ora di pranzo. In paese troverete diversi locali, fra i quali Da Tronca, Via delle Porte 5 (tel. 0566-901991, circa 30 Euro/persona più vini), e nella vicina frazione di Ghirlanda, il Ristorante Bracali (Località Ghirlanda 2, tel. 0566 902318; chiuso il martedì, 100 Euro/ persona più vini).
Come si arriva a Massa Marittima: Venendo da Roma o Milano, la via più semplice è di seguire l’autostrada costiera e poi l’Aurelia; uscite a Follonica e prendete la Massetana (SS 439). Venendo dall’A1, prendete l’Autopalio per Siena e seguite SS 441 fino alla Massetana.

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