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Osteria dei Cappuccini a Cesinali, ovvero la cena perfetta


L'entrata dell'Osteria dei CappucciniCerte volte, in certe serate, in certe manifestazioni belle ma impegnative che durano diversi giorni, più che di una cena con i produttori avresti bisogno di dormire 12 ore di fila. Ma poi ti dispiace… non vuoi passare per quello che se la tira… magari pensi poi a cena ti passa la stanchezza… e allora prendi e parti.
Una di queste volte, capitata durante l’ultima Campania Stories, la destinazione mi era assolutamente sconosciuta: sia il ristorante dal nome non certo fantasioso di Osteria dei Cappuccini, sia il paese di Cesinali dove, in via Vescovi (nomen omen) Cocchia mi aspettava il ristorante.
Una vera e propria cena al buio, di quelle che mentre stai andando speri solo che finiscano presto, anche se i produttori presenti erano garanzia di bere più che bene. Insomma, entro nel ristorante (prima però bisogna guardare bene perché l’ingresso non è proprio in vista) e la mia serata storta continua ad esserlo.
Un locale non certo particolare, una via di mezzo tra la pizzeria di lusso e la trattoria moderna, dotato anche di spazi esterni. Insieme ad altri colleghi mi siedo e per prima cosa adocchio il menù della serata. Ve lo riporto pari pari perché voglio sentirvi come seduti accanto a me nel proseguo di questo racconto.

Farinata di ceci con maionese al rosmarino e pancetta tesa
Polpetta di verza su vellutata di cipolla ramata di Montoro
Spaghetto con aglio, olio, peperoncino, parmigiano, zenzero e limone
Cotolette di agnello alla brace con patata sottocenere
Tortino con crema, mela e cannella.
Forse qualcuno di voi avrà pensato “Niente di particolare”. Se lo ha fatto ha avuto il mio stesso pensiero e con questo pensiero, tra ben 12 ottimi Fiano di Avellino che iniziavano ad accompagnarci fino al dolce, ho seguito l’arrivo del primo antipasto.
Guardo il piatto è mi accorgo che la farinata di ceci è fritta in piccole “panelle” rettangolari alte un dito, ma non sento per niente l’odore della frittura, subito dopo l’occhio mi cade sulla pancetta che è giustamente arricciata e ha l’aria di essere saporita e croccante.

La salaTaglio con la forchetta la prima panella, la metto in bocca con un po’ di maionese e… BOOM, mi ritrovo proiettato in un altro mondo! Niente più stanchezza, niente più pensieri storti, solo il piacere di gustare una meravigliosa farinata di ceci, estremamente morbida dentro e croccante fuori, che si abbina benissimo alla maionese fatta in casa grazie ad una lieve freschezza di rosmarino. Su tutto troneggiava la croccante pancetta che dona una vena sbarazzina al piatto.
Insomma, me lo sono goduto alla grande, ho ripulito il piatto con il pane e ho pensato “Un piatto, in teoria, banale guarda come viene esaltato con semplicità. Il cuoco deve essere proprio bravo!”
Appena il tempo di finire questo “profondo” pensiero ed ecco il secondo antipasto. Anche qui la semplice sostanza campagnola della polpetta di verza era esaltata dall’abbinamento perfetto con la vellutata di cipolla. Ancora una volta penso “Ma che mano delicata ha questo cuoco!” e mi preparo al primo piatto.
“Signore e signori, potevamo stupirvi con effetti speciali… e l’abbiamo fatto!” In realtà nessuno dei titolari del locale ha detto questo, ma quel piatto di spaghettoni (poi sono diventati due… va be’, quasi tre) è stata una delle esperienze gastronomiche più goduriose da mesi e mesi a questa parte. La consistenza giusta dello spaghetto, l’accompagnamento equilibrato dell’olio, il giusto tocco di aglio e peperoncino, la sostanza cremosa del parmigiano e soprattutto l’incredibile freschezza dello zenzero e della scorza di limone.
Un piatto di una maestria unica! Se non fossi stato intento a chiedere bis e tris mi sarei anche alzato in piedi per un applauso a scena aperta. Ho avuto però il tempo di pensare “Ca… (sapete dopo qualche bicchiere di Fiano di Avellino i freni inibitori si allentano) ma questo cuoco è bravissimo!”.

Spaghettino aglio e olioGià abbastanza appesantito dal Triplete di spaghetti riesco comunque ad accorgermi della notevole bontà delle cotolette di agnello (cottura perfetta!!) nonché di quanto sia saporita la patata sotto la brace.
Ma ormai il mio stomaco veleggia verso il nirvana della soddisfazione gastronomica ed io lo assecondo evitandogli il dispiacere di un dolce che, per uno che non ama i dolci, potrebbe disturbare la perfetta architettura di questi quattro piatti. Quindi faccio finta di non vedere il semplice tortino che mi mettono davanti anche se… anche se… dopotutto… potrei anche assaggiarne un briciolo.
L’ho fatto e dopo il briciolo o divorato il resto. Una pasta brisé perfetta, un ripieno dove la cannella esaltava la mela e la crema amplificava il tutto, quattro bocconi di assoluto godimento (e non mi piacciono i dolci…). A quel punto, sazio e felice ho pensato “Questo cuoco è un genio!”
Ma non di cuoco si tratta ma di cuoca. La giovane Carmen Urcioli è uscita timidamente di cucina e subito è partita una lunga selva di applausi strameritati. Carmen è veramente brava e lo dimostra facendo diventare grandi dei piatti di una semplicità unica. Vi consiglio di andare a verificare di persona, magari ordinando anche altri piatti del menù, sempre improntati alla schietta semplicità. A proposito, mi scuserete se non parlo di altri piatti ma sono sicuro che con una mano del genere non ci saranno problemi e mi scuserete anche se non ho fatto molte fotografie, ma ero troppo impegnato a godere.
Erano anni che in una cena non trovavo almeno un piatto sbagliato o comunque di minor valore, erano anni che non mi imbattevo nella “cena perfetta”, all’Osteria dei Cappuccini è successo. Chapeau!

Osteria dei Cappuccini
Via Vescovi Cocchia, 10 Cesinali (AV)
Tel 0825 666342
chiuso domenica sera e lunedì
e-mail: osteria@barosteriacappuccini.it

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Carlo Macchi

Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed estere. Ha scritto libri su personaggi importanti nel mondo del vino. Da oltre dieci anni gestisce il sito Winesurf.it ed è ideatore del gruppo Garantito Igp, oggi costituito da sette giornalisti di settore che condividono le loro esperienze sulle rispettive testate online.

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