Gelateria Artigianale La Città Vecchia: un sogno che fatica a realizzarsi
Una delle cose che mi ha sempre stimolato è il viaggio, la scoperta, non c’è niente che mi dia più soddisfazione di visitare luoghi e conoscere persone e mestieri.
Da un po’ di anni mi capita, però, di assistere a un vero e proprio spopolamento del mondo artigiano, di cui il nostro Paese un tempo poteva vantare arti e mestieri tra i più affascinanti del globo. Le ragioni sono molteplici e non è questo il contesto per una disamina approfondita, ma è un fatto che la globalizzazione e la realtà virtuale hanno contribuito in modo determinante a questo progressivo annientamento, mentre la politica vive di propaganda e se ne frega se nelle vie storiche non c’è più un negozio che racconti le tradizioni di quella città.
Io sono cresciuto in un’epoca in cui bastava fare due passi in giro per Roma e trovavi calzolai, artigiani della pelle, sarti, orafi, camicerie, tessuti e tappeti, lavorazioni in bronzo, rame, peltro, porcellana, legno, vimini, ma anche in campo alimentare era tutt’altro che raro trovare buone frutterie, pasticcerie artigianali, panifici che ogni mattina sfornavano prodotti di ottima qualità e mandavano i loro profumi in un raggio di almeno cento metri quadrati. Oggi ci sono i centri commerciali, con gli stessi marchi da Palermo a Bolzano, tutto industrializzato, che si tratti di banane o scarpe; le materie prime sono studiate per durare poco, che siano elettrodomestici o vestiti, tutto è ideato per costringerti a consumare, se non lo fai va in tilt il sistema, Fine della fantasia, fine della qualità, fine delle arti e dei mestieri.
In questo sistema globalizzato il piccolo non sopravvive, non può competere, le sue materie prime costano di più e non c’è più nessuno che abbia una cultura sufficiente per capire che è meglio acquistare cibi e oggetti di qualità, perché i primi sono più buoni e privi di schifezze, i secondi durano molto più a lungo, con conseguente risparmio nel tempo.
E poi ci sono le nuove e nuovissime generazioni, che non leggono, non comunicano, se escono vanno nei locali per bere, fumare e magari anche peggio, poi li vedi girare per le strade completamente fatti, incapaci di mettere insieme una frase. Cosa vuoi che gliene freghi di certe riflessioni, non li toccano proprio, loro si sfondano di tutto quello che trovano senza rendersi conto che si stanno progressivamente annientando e che saranno sempre più soli, a no, saranno in grande compagnia sui social, nel mondo virtuale, dove farsi risucchiare e consumare giorno dopo giorno.
Così non mi sono stupito quando Antonio, calabrese trapiantato a Monterotondo (RM), gelataio da oltre 40 anni per pura passione, dopo aver comprato i locali di una vecchia cantina nel centro storico, rimesso tutto a nuovo e dato vita nel 2023 alla gelateria “La città vecchia”, mi ha riferito “Qui i giovani non ci entrano mai, solo persone di una certa età, eppure se guardate qui fuori ci sono centinaia di ragazzi, tutte le sere, ma preferiscono andare nei locali dove si beve; e se per caso entrano da me, rimangono delusi quando vedono i miei gelati poco colorati, quando si accorgono che non ho il gusto “puffo” o altre schifezze che con la qualità dei miei prodotti non hanno nulla a che fare”.
E in effetti, affacciandomi sulla piazza vedo tanti ragazzi e ragazze, ce ne sono due che non fanno che bestemmiare e sbandano mentre camminano, una situazione davvero deprimente.
Non so perché Antonio si è aperto con me, in realtà io ero entrato con mia moglie per chiedergli un caffè, ma quando abbiamo visto quei gelati ci siamo subito resi conto che doveva essere roba di qualità. Così, nonostante avessimo appena cenato, gli abbiamo chiesto una coppetta per assaggiare un paio di gusti, io ho preso pistacchio e cioccolato fondente, lei pistacchio e zabaione. Ci è bastato un assaggio per rimanere folgorati! A quel punto Antonio ha voluto farci assaggiare anche quelli alla frutta, così abbiamo sentito “banana”, “melone” e “more di rovo” e lui “queste more le raccolgo personalmente e poi le lavoro”. Tre gusti pazzeschi, sentivi perfettamente il sapore del frutto, una vera goduria, detto da uno che abitualmente prende solo gelati alle creme, ma ora so perché, non avevo mai mangiato dei gelati di frutta così buoni.
Stavamo per andarcene, quando Antonio ha voluto prepararci al volo una delle sue cheesecake, non c’è stato niente da fare, non potevamo dirgli di no. E meno male! Da non amante della cheesecake vi giuro che questa, preparata con panna e yogurt per non renderla troppo pesante e corredata di una palletta di gelato alla nocciola, era davvero superba!
La generosità della gente del sud è sempre incredibile, quante volte mi è capitato sin da quando ero ragazzo.
All’inizio Antonio appariva dimesso, scoraggiato, infatti ci ha raccontato che questa gelateria, di cui ha acquistato le pareti, è nata come tappa definitiva del suo percorso, ma se avesse saputo prima la situazione che si sarebbe trovato davanti, avrebbe scelto sicuramente un altro posto.
E pensare che i suoi gelati costano 22 euro al kg., un prezzo onestissimo nel settore artigianale, potrei citarne più d’uno che supera abbondantemente i 25 euro. Se poi pensiamo che il prezzo medio di un gelato industriale è inferiore ai 6 euro al kg., viene naturale chiedersi cosa ci sia lì dentro (o cosa non ci sia)…
L’idea che La città vecchia possa non farcela mi fa davvero imbestialire, per questo ho voluto scriverne, perché è una delle migliori gelaterie che ho conosciuto, molto semplice, non ha gusti stravaganti ma punta alla genuinità delle materie prime, d’estate ne propone molte di più ma sempre rimanendo saldamente ancorato alla tradizione. Qui il gelato parla da solo, non servono cose funamboliche tipo gusti al gorgonzola o alla carbonara, molto meglio assaporare le cose semplici, che sono quelle che testimoniano tutta la qualità che c’è dietro a questo antico prodotto, è davvero il miglior test, come mangiare una Margherita per saggiare la qualità di una pizzeria. Andate e portate con voi i vostri figli, fategli sentire i sapori veri, da adulti vi ringrazieranno!
Roberto Giuliani