Gli “Esercizi spirituali” di Angelo Peretti, bevitore di vino
Molti pensano che il drammatico evento del 1986 in cui morirono 19 persone, 15 persero la vista e oltre 150 rimasero intossicate, in molti casi con danni neurologici permanenti, conosciuto come “Scandalo del vino al metanolo”, abbia rappresentato il punto di svolta e di rinascita del vino italiano. Vero, ma non è cambiato solo il vino, bensì la cultura e la conoscenza di questo nettare dalle origini millenarie; sono fioccati corsi, seminari, diplomi di sommelier, guide, premi, al vino sono stati dedicati film, serie tv, cortometraggi, trasmissioni televisive e… libri! Tanti libri, di narrativa, storia, persino gialli, oltre ai classici testi per imparare a conoscere le tante tipologie, i luoghi di produzione, i vitigni, le grandi cantine e i loro artefici, fino ad arrivare ai “vini biologici e biodinamici”, ai “vini naturali”, agli “orange Wine”, ai vini “in anfora” ecc. ecc.
Insomma, diciamocela tutta, il settore è arrivato a un punto di saturazione, sempre più difficile trovare nuovi spunti letterari, qualcosa che non sia già stato fatto.
Certo, si può ancora lavorare sugli approfondimenti tematici, sulle singole zone vinicole di questo o quel territorio, ma trovare nuovi spunti e idee si sta rivelando impresa sempre più ardua.
Eppure il nostro Angelo Peretti, nato a Garda (VR) nel 1959, giornalista che nel vino ci sguazza da più di trent’anni, ideatore di “The Internet Gourmet” e uomo che ha contribuito fortemente ad elevare gli obiettivi di alcuni consorzi della sua regione, ci è riuscito alla grande. Il suo “Esercizi spirituali per bevitori di vino” è qualcosa che fino ad ora nessuno aveva mai pensato di fare, perlomeno non nella modalità che lui ha scelto per questo libro decisamente stimolante e pervaso anche da ironia e humour, cose che nel vino non guastano mai, anzi ne sono indispensabili molecole, in un mondo dove ancora regnano troppi luoghi comuni e falsi miti.
Mi è bastato leggere l’indice per capire che mi sarei innamorato di questo testo, scoprire che invece di nomi di aziende e di vini, c’erano parole legate al nostro vivere quotidiano, al nostro sentire, alle nostre più diversificate esperienze culturali ed emozionali mi è piaciuto tantissimo; non solo vino quindi, ma un viaggio a tutto tondo nelle infinite variabili che intorno ad esso ruotano, passando attraverso la musica, l’arte, l’erotismo, gli animali e molto altro.
L’indice è fondamentale, perché rivela dove intende portarci l’autore, cosa ci riserva dietro parole come “apnea”, “bambini”, “comunione”, “dialetto”, “enigma”, “fame”, “grandine”, “idealismi”, “jazz”, “lunario”, “misticismo”, “ozio”, “padre”, “successo”, “tartufi”, “unicorni”, “verità”, “youtube”, “zapping”.
Ad ognuno dei novanta termini che compongono il racconto, corrisponde un breve capitolo su uno specifico tema, accompagnato da un piccolo cadeau: il vino consigliato, in realtà i vini sono due, uno italiano e uno estero (principalmente francese), ma non aspettatevi una degustazione, assolutamente no! Il vino torna a essere racconto, di vita, esperienze dirette di Angelo, e questo è da parte sua un gran bel dono che fa al lettore, perché del vino si fanno troppe descrizioni tecniche, roba da addetti ai lavori, ben pochi ti spiegano perché lo hanno scelto e bevuto, in quale frangente, cosa li ha spinti a consigliarcelo, perché proprio quello e non un altro, motivazioni che nulla hanno a che vedere con i voti in centesimi, ma con le emozioni che qui vini gli hanno trasmesso.
Voglio darvi un esempio, perché è così che a me piace il racconto di un vino, in questo caso del Vallagarina Rosso Poiema di Eugenio Rosi, che conosco bene e di cui condivido totalmente la descrizione dell’autore: “In Val di Gresta non coltivano le vigne, bensì patate, carote e i cavoli cappucci, che trasformano in crauti saporitissimi e aciduli. Però per arrivarci si transita dalla Vallagarina, dove fanno un vino che è rosso come il sangue, duro come la fatica, salato come il sudore, come le lacrime. Ha una tale fierezza contadina, quel vino, che non gli servono parole per suscitarti la riconoscenza”.
Angelo in questa breve descrizione ha centrato perfettamente il vino, senza usare alcun termine tecnico che presto avremmo dimenticato, facendoci entrare a cuore aperto nella sua essenza, cosa importa il suo punteggio? Cosa importa sapere se sa di mora o di grafite, di ginepro o foglia di tabacco? Il vino così descritto è chiarissimo, ti sembra di sentirlo, non lo puoi confondere con nessun altro.
Esercizi spirituali, quindi, rappresenta uno stimolante viaggio emozionale, che trova giusta conclusione del pensiero di Angelo Peretti nell’epilogo: “Se sai che la bellezza esiste, potrai coglierla anche dove altri nemmeno la intravedono. In un vino che nessuno considera, nel volo breve di una farfalla, in un sorriso scambiato alla fermata del tram, in un canto sussurrato a mezza voce, in un bacio sulla guancia.
Custodiscila, proteggila e diffondila, la tua bellezza quotidiana, perché altri ne godano come te, insieme a te, perfino al posto tuo”.
Davvero una lettura piacevolissima e originale, in uno stile scorrevole, avvincente e diretto, si rischia di finirlo in una giornata; e quei 180 vini consigliati sono davvero un valore aggiunto, una chicca, un dono prezioso per appassionati e curiosi, una corsia preferenziale per raggiungere momenti di pura felicità.
Roberto Giuliani
ESERCIZI SPIRITUALI PER BEVITORI DI VINO
Di Angelo Peretti
Edizioni Ampelos
285 pagine
25 euro