Guida Oro Veronelli Gli Spumanti d’Italia: oltre il luogo comune alla riscoperta di un vino per tutte le stagioni
Al di là di classifiche e graduatorie, che qualsiasi guida volente o no è costretta a stilare, gli obiettivi di questo interessante volume che raccoglie le degustazioni di 592 spumanti, selezionati su quasi 1.400, sono assai meno ordinari e prevedibili di quanto si potrebbe immaginare. Quando si parla di spumanti, ci si trova a dover fare i conti con un’infinità di luoghi comuni che, se da una parte hanno contribuito a rendere le bollicine simbolo di una vita gaudente, spensierata, stimolante, ricca di fascino e sensualità, rappresentativa spesso di ambienti raffinati ed eleganti, dall’altro hanno finito per ingabbiare e condizionare il pensiero comune, limitandone la giusta diffusione, al pari dei vini fermi, sulla nostra tavola. Lo spumante è visto ancora oggi prevalentemente come compagno indispensabile delle occasioni di festa: l’arrivo del nuovo anno, la vittoria di una gara di formula 1, un matrimonio, un compleanno, il varo di una nave, il successo di un’impresa. Tutti eventi nei quali conta più la scenografia offerta dal botto e dalla schiuma che sgorga dalla bottiglia piuttosto che la qualità e la bontà del suo contenuto, che si tratti di metodo classico o charmat, di un brut o un demi-sec, di un Prosecco o un Franciacorta. Spesso pensato come bevanda fine a se stessa, o eventualmente da accostare ai dessert (scegliendo il più delle volte una versione non adatta) o da abbinare agli antipasti più svariati, ancora oggi, nonostante le fin troppo numerose guide enologiche e le frequenti occasioni enogastronomiche che ci deliziano in ogni angolo dello Stivale, lo spumante rimane per molti un emerito sconosciuto. Guida, manuale, dizionario o breviario? La prima edizione, curata da Nichi Stefi, già direttore di EV e della collana “I Semi – I protagonisti delle culture materiali”, autore di numerosi libri, regista e produttore televisivo, si avvale della collaborazione di uno staff di degustatori di alto livello, quali Andrea Alpi, Luigi Bortolotti, Antonio Paolini, Roger Sesto e Michèle Shah. Ho molto apprezzato la scelta coraggiosa di rinunciare alla pubblicità di aziende vinicole, per garantire al lettore la massima autonomia di giudizio sui vini presentati. Un tocco di originalità, a mio avviso utile quanto lodevole, è la nuova formula con cui esporre le degustazioni dei vini: un testo descrittivo in cui sono inseriti in corsivo e siglati i frammenti più interessanti dei giudizi di ciascun degustatore, a volte perfettamente in sintonia fra di loro a volte addirittura contrastanti, per consentire al lettore di avere l’opportunità di sentire man mano che legge a quale degustatore il suo gusto è più affine. I vini vengono presentati secondo uno schema ampiamente collaudato nelle guide Veronelli: per regioni amministrative, cominciando dal settentrione; all’interno di ciascuna regione vengono elencati i Comuni in ordine alfabetico, per ogni Comune le aziende vinicole con tutti i loro vini selezionati. Per ogni azienda vengono forniti tutti i dati disponibili, i nomi delle persone che vi lavorano, eventuale orario di apertura e disponibilità di vendita diretta. La scheda del vino contiene il nome per esteso, l’eventuale denominazione di origine, la tipologia, le uve di cui è composto, l’annata (se millesimato), il numero di bottiglie prodotte, il metodo di spumantizzazione, i diversi contenitori utilizzati per l’affinamento, la valutazione (rappresentata dal simbolo della fogliolina di vite, cinque livelli a cui si aggiungono le mezze foglioline), la fascia di prezzo e la descrizione da parte dei degustatori. Infine, attraverso il sito internet della Veronelli Editore, è stata effettuata una piccola inchiesta su quale vino i lettori ritengono più adatto in specifiche occasioni di consumo. I dati raccolti non hanno un valore statistico ma sono serviti per avere un’indicazione di massima sulle tendenze e i gusti dei consumatori. Il sondaggio ha permesso di aggiungere in ciascuna scheda, con un opportuno simbolo, il suggerimento dei lettori: vino da aperitivo, per spuntino, da tutto pasto, per una cena di lavoro, di rappresentanza, della festa, da seduzione. Un lavoro impegnativo e ottimamente presentato, facile da leggere ma mai scontato, un ottimo contributo a rendere il mondo della spumantistica italiana più chiaro e comprensibile, anche a coloro che non hanno alcuna conoscenza della materia. Un bel traguardo, tenendo conto che è alla sua prima edizione… Guida Oro Gli Spumanti d’Italia |