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Il Chianti di Giovanna: verticale di Chianti Classico Le Trame – Podere Le Boncie


Giovanna MorgantiParto dalla fine. Leggendo i punteggi che ho assegnato a questi vini molti di voi potranno rimanere un attimo perplessi e pensare: a) che possa aver un tantino esagerato ; b) che sono innamorato perso di questo Chianti Classico; c) che sono dei grandissimi vini e basta. Beh, la verità è una miscela di questi tre punti. Quando mi è stato chiesto, infatti, durante la serata, dall’amico Mauro Erro di indicare i vini che mi erano piaciuti di più, subito, mi sono reso conto di avere qualche difficoltà a pronunciarmi. Ogni volta che rituffavo il naso in un bicchiere diverso era tale l’ondata di sensazioni che mi travolgeva da non riuscire a trattenere un rinnovato, sempre uguale, entusiasmo. Impossibilitato a poter esprimere una reale preferenza su di una piuttosto che un’altra annata mi sono presto convinto della grandezza di questo vino al di là delle peculiari sfumature di ogni millesimo. Non solo. Sono in molti ad affermare che l’umore di un degustatore può condizionare inevitabilmente il risultato di un assaggio e devo dire che nel mio caso le premesse non erano per nulla quelle giuste. Venivo, infatti, da una settimana nera di lavoro e prima di arrivare mi sentivo annientato, depresso, sconfitto. Il vino di Podere Le Boncie mi ha letteralmente rianimato.

Le bottiglie del Chianti Classico Le TrameGiovanna Morganti è una donna straordinaria prima ancora che una grande produttrice di vino. Le sue scelte apparentemente così radicali si traducono in un vino in grado di esprimere, allo stesso tempo, complessità straordinaria e semplicità disarmante. Certo coltivare la vigna ad alberello non è mai stato una passeggiata e un terroir come quello di Castelnuovo Beradenga non è, sicuramente, tra i più scontati da decifrare ed interpretare.
Siamo nel comune più a sud della denominazione dove i terreni si distinguono per una forte presenza di calcare che si traduce in vini dall’acidità molto pronunciata, non sempre facile da gestire. Se poi ci mettiamo il sangiovese, vitigno ostico e duro da domare, scorbutico, tutto genio e sregolatezza, il quadro d’insieme non appare affatto dei più agevoli. Su quest’ultimo punto Giovanna ha le idee ben chiare: foglia tonda, colorino e mammolo sono i partner autoctoni ideali per smussare certe spigolosità. Niente scorciatoie di cantina, niente apporto di uve foresti. Il lavoro più difficile Giovanna lo affronta proprio in vigna dove, di volta in volta, le contingenti condizioni climatiche impongono totale impegno e dedizione, cura ed attenzioni costanti.
In cantina tutto si svolge nel modo più naturale e lineare possibile. Finalmente in bottiglia, bisogna solo avere la pazienza di aspettarlo. Non è un rosso immediato. Poco frutto (secondo Giovanna, ma non solo, fa parte del dna del Sangiovese), fiori rossi e mineralità diffusa. Un’architettura a tratti gotica nei suoi elementi più scuri e cupi ma in grado di trasformarsi repentinamente in gioioso godimento dei sensi.

Etichetta Chianti Classico Le TrameChianti Classico Le Trame 2006 (anteprima)
Giovanissimo, scostante nel suo primo approccio olfattivo anche se col trascorrere dei minuti supera, senza esitazioni, le titubanze iniziali. E’ l’unico campione ad avere un colore più intenso mostrando perfino dei riflessi violacei. Il naso sconta ancora qualche ricordo fermentativo ed alcune vaghe note vinose. Quando si riassesta mostra un profilo ricco e promettente. Al palato è ancora scomposto nelle sue componenti acido-tanniche. I tratti rustici ed il suo spirito selvaggio son in questo momento all’apice della loro esposizione organolettica. Uscirà in commercio la prossima primavera quando sarà più pronto e, sicuramente, continuerà ad evolvere molto positivamente nel tempo. Prevedo un radioso futuro.
S.V.

Chianti Classico Le Trame 2003
Millesimo caldo e si sente. Il colore è integro, denso, senza surplus di concentrazione. Il frutto è più presente ed esuberante senza, però, mai raggiungere quegli eccessi marmellatosi e stancanti che molti altri vini, toscani e non, hanno fatto registrare con i rossi della stessa annata. Il naso regala una ciliegia dolce e matura ammantata di sensazioni minerali e balsamiche. Al palato l’acidità protegge la tensione gustativa e sostiene l’istintiva propensione alla beva. Il finale è molto piacevole ed appagante. Perfetto sui funghi misti (porcini & co) trifolati al prezzemolo e saltati in padella. @@@@ (86/100)

Chianti Classico Le Trame 2001
Millesimo di straordinaria eleganza. Il colore è sempre molto integro, compatto dalle luminose trasparenze. Il vino va diretto in profondità senza allargarsi. Austero e risoluto. Il suo potenziale è, secondo me, ancora tutto da esprimere. Piccoli frutti rossi, fiori freschi, terrosità e freschezza aromatica disegnano una continua progressione degustativa. Una parabola che ha appena cominciato la sua gloriosa ascesa. Al palato mostra un armonia sottile dove tutti i parametri viaggiano su livelli molto alti, vicini al limite di equilibrio. Si beve anche questo, superfluo ripetermi, che è un piacere. Gioca perfettamente con la mini-quiche ai formaggi (taleggio, fontina, emmenthal e grana) e trito di rosmarino e noci.
@@@@@ (91/100)

Chianti Classico Le Trame 1997
Un gran bel vino di cui ho apprezzato la razionale incompiutezza. Sì avete capito bene. Ci sono vini che ti dicono tutto senza lasciarti alcun puntino sospensivo mentre ce nè sono altri che dicono e non dicono, che quando ci torni sopra sembrano essersi girati da un’altra parte, rivolti in un’altra direzione, mostrandoti un nuovo profilo di sè. Non ti danno mai l’opportunità di cogliere, contemporaneamente, le diverse espressioni di quella stessa faccia, impedendoti una visione unitaria, uno sguardo d’insieme. In questo senso incompiuto. Per questa sua abilità a ritrarsi sul più bello, proprio quando sei lì sul punto di riuscirne ad afferrare il tutto. Al palato i tannini sono levigati dall’azione del tempo mentre l’acidità, pur contenuta, sempre scalpitante. Si beve ancora una volta senza sosta e nel più totale abbandono. Ritorno, di tanto in tanto, sulla quiche.
@@@@ (89/100)

Chianti Classico Le Trame 1995
In questo rosso, come ha fatto notare qualcuno, c’è di tutto di più. Un profilo olfattivo ampio e complesso da grandissimo vino. Ricordi di frutta e fiori secchi lasciano ben presto spazio ad una bagaglio terziario di straordinaria persistenza: cuoio, tabacco, erbe officinali, spezie e legni orientali, sottobosco. Al palato è ancora vivo, pulsante, di giovanile baldanza. Non si direbbe che sono già passati 13 anni da quella vendemmia. Armonia ed equilibrio delle parti in un dinamico divenire. Si beve su tutto e con tutti. Chiude degnamente una riuscitissima serata.
@@@@@ (93/100)

Fabio Cimmino   

Fabio Cimmino

Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comincia a girovagare, senza sosta, per le cantine della sua Campania Felix. Diplomato sommelier ha iniziato una interminabile serie di degustazioni che lo hanno portato dapprima ad approfondire il panorama enologico nazionale quindi quello straniero. Ha partecipato alle più significative manifestazioni nazionali di settore iniziando, contemporaneamente, le sue prime collaborazioni su varie testate web. Ha esordito con alcuni reportage pubblicati da Winereport (Franco Ziliani). Ha curato la rubrica Visioni da Sud su Acquabuona.it e, ancora oggi, pubblica su LaVinium. Ha collaborato, per un periodo, al wineblog di Luciano Pignataro, con il quale ha preso parte per 2 anni alle degustazioni per la Guida ai Vini Buoni d'Italia del Touring. Nel frattempo è diventato giornalista pubblicista.

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