Vinho Tinto Dom Divino DOC Dão 2012 UDACA
Se siete abituati ad arricciare il naso per vini che costano meno di 2 € a bottiglia vi consiglio di non proseguire oltre nel leggere questo articolo, così vi risparmiate di ghignare alle mie spalle. Abito in Polonia, perciò non ho a disposizione praticamente sotto casa i produttori di vino sfuso per il consumo quotidiano, come molti di voi. Sono dunque una delle tante vittime dell’offerta di vini della GDO a prezzo abbordabile e mi capita raramente di trovare qualcosa d’interessante sui banconi dei supermercati. In quarantacinque anni che bevo vino posso contare queste fortunate coincidenze sulle dita di una mano, ma me le ricordo benissimo tutte quante.
Per l’articolo su un vino della cantina di Negrar della stessa tipologia, che costava poco più di quello che sto per presentarvi (allora il suo prezzo era di 2,61 € franco cantina), ricevetti i complimenti del Gino nazionale poco prima che fosse costretto a letto da quella febbre che lo trasferì in cielo. Sono capaci tutti di consigliare vini costosi e importanti, non si rischia la reputazione sopra certe cifre, anzi qualche insetto aculeato del piccolo schermo con questo sistema ha perfino millantato l’immagine d’intenditore (delle sue ciabatte, sicuramente, ma di vino… proprio no!).
Io mi gioco piuttosto la faccia, ma non mi tiro indietro nel consigliare un vino molto economico a chi, nel mondo, si trova come tanti poveri cristi a corto di moneta, senza vignaioli dietro l’angolo da mungere con taniche, bottiglioni o damigiane di roba buona anche se sfusa, e che voglia comunque bere del vino anche soltanto accettabile a tavola, anziché una birra o una bevanda gassata.
Il vino rosso Dom Divino DOC Dão è stato progettato apposta per ipermercati, ristorazione, osterie. L’União das Adegas Cooperativas do Dão lo ha lanciato nel proprio Show Room & Shop con l’annata 2005 e ne ha consolidato la versione odierna con l’annata 2008. Oggi è disponibile quasi ovunque in Europa, Nord America, Sud America, Africa, Asia, Australia. Mi sono accostato a una bottiglia dell’annata 2012 soltanto per curiosità, perché stava fra quelli del ripiano più in basso, al supermercato, dove si trova anche roba da usare… come il Niagara per sgorgare i lavandini, ma lì sembrava proprio un estraneo, come se gli avessero sbagliato posto. In etichetta, infatti, c’era scritto in rosso e in grande Dão 2012, una DOC che mi aveva già piacevolmente sorpreso in precedenza.
In Portogallo le DOC non sono così squalificate come certe DOC italiane che permettono d’imbottigliare i loro vini peggiori a centinaia (se non migliaia) di km di distanza dalla produzione, lontano da occhi indiscreti. Dão è il nome sia del fiume principale sia della regione, una distesa dolcemente ondulata di verde tra 200 e 1.000 metri d’altezza sul livello del mare. Qui, nascoste fra pini, ginestre, rovi, oliveti e muretti a secco, ci sono migliaia di piccole vigne a conduzione famigliare.
La Região Demarcada do Dão è sorta nel 1908, comprende 388.000 ettari (tra cui i 20.000 attualmente vitati) in 7 sottozone per una produzione totale di 500.000 ettolitri di vino, di cui solo il 40-50% a Denominação de Origem Controlada. Al nord e al centro della regione ci sono i terreni migliori per la vite, quelli granitici, dai suoli poveri, mentre a sud e a ovest quelli scistosi e poco interessanti. Il clima è regolato dai monti delle Serras (Buçaco, Lousã, Açor, Estrela, Nave, Caramulo) che proteggono le viti dai venti sferzanti dell’Oceano Atlantico; caldo e asciutto in estate, freddo e umido in inverno.
Il prezzo di una bottiglia di questo vino era comunque stracciato, da basso livello di esposizione al pubblico: 1,79 €. Dopo averla comprata, stappata e bevuta con mia moglie (cui non piacciono i rossi ma se n’è fatta fuori metà…) a pranzo, sono tornato nello stesso negozio e ho spazzato il ripiano: 18 bottiglie subito, senza pensarci. Poi ho fatto il giro degli altri 4 punti vendita della stessa rete, ma qualcun altro mi aveva già preceduto, beato lui: mi sarei fatto una scorta per un paio di mesi al posto dei Montepulciano d’Abruzzo imbottigliati in Germania che fino a quel momento avevano il miglior rapporto qualità/prezzo/gusto personale nella città in cui abito da vent’anni.
Niente di speciale, intendiamoci: è soltanto un vino decente da tavola, non ha altre pretese, ma “anche il topolino vuole la sua parte” e mi sembra giusto, perciò, spenderci due parole.
L’União das Adegas Cooperativas da Região Demarcada do Dão è sorta il 21 maggio 1966 e comprende 9 cantine cooperative con circa 10.000 piccoli vignaioli che fanno quasi il 60% dell’intera produzione enologica della regione Dão: Adega de Nelas, Adega Cooperativa de Ervedal da Beira, Adega Cooperativa de Mangualde, Adega Cooperativa de Nogueira do Cravo, Adega Cooperativa de Santa Comba Dão, Adega Cooperativa de São Paio, Adega Cooperativa de Penalva do Castelo, Adega Cooperativa de Silgueiros e Adega Cooperativa de Vila Nova de Tazém.
Negli edifici che hanno costruito in comune in Bairro Misericórdia (20.000 mq, serbatoi inox per almeno 60.000 ettolitri, capacità d’imbottigliare 6.000 bottiglie/ora) c’è uno standard elevato di attrezzature moderne, igiene e professionalità, un buon trampolino per questi vini base del Dão che passano per le mani dell’enologo Carlos Costa Silva.
Il vinho tinto Dom Divino DOC Dão 2012 proviene dalle vigne dei suoli granitici delle sottozone Castendo e Serra da Estrela; sono coltivate a cordone e guyot con una densità tra 3.500 e 4.000 ceppi per ettaro e una resa d’uva di circa 50 quintali per ettaro. È composto da uve Touriga Nacional 40%, Tinta Roriz 30%, Jaen 20%, Alfrocheiro Preto 10% vinificate in acciaio inox con macerazione di 6 giorni a temperatura controllata di 28º C. È maturato per 6 mesi in piccole botti di rovere francese e americano ed è stato imbottigliato dopo una filtrazione leggera con un tappo di buon sughero intero (non truciolato: a quel prezzo è un po’ strano, vero?). Colore rubino intenso limpido con riflessi granata.
Aroma pulito, di frutta rossa matura, amarena e ciliegia in avanscoperta, ma non piatto, anzi più complesso del previsto, con ricordi di cacao olandese e spezie fini. È equilibrato, morbido, leggermente abboccato, con una struttura tannica domata ma accattivante, una buona acidità e un finale coerente e abbastanza lungo.
Mario Crosta
União das Adegas Cooperativas do Dão UCRL
estrada principal do Parque Indústrial de Coimbrões, Bairro da Misericórdia, Ranhados
3500-322 Viseu, Portogallo
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