Il packaging del vino: nuove tendenze del mercato
Il rapporto fra vino e giovani è interessante perché ci fornisce informazioni sul mercato che sarà: vediamo che posto prende il packaging in questo scenario.
Nomisma Wine Monitor, osservatorio sul vino che offre servizi per le aziende vinicole, ha realizzato una ricerca approfondita sul packaging del vino, mettendo a confronto le opinioni sull’argomento dei millennials americani e italiani. Lo studio è incentrato su un target giovane, parliamo di under 40, con l’intento di capire quali saranno le tendenze future del mercato.
I risultati, apparsi di recente sul sito di Wine Monitor sono molto interessanti. Ne emerge, per cominciare, che su 10 bottiglie prodotte in Italia, 5 vengono consumate nel nostro mercato e, delle 5 che vengono esportate, almeno una finisce in quello americano. Diventa quindi molto importante per i produttori italiani che desiderino ampliare la mole dei propri affari, capire le tendenze in atto oltreoceano. Inoltre, i giovani americani si lasciano condizionare nella scelta del vino molto più dal brand che dal vino stesso, situazione che si ripropone in Italia totalmente capovolta.
Venendo al packaging, lo studio ha messo in evidenza che per il 10% degli americani la confezione è un elemento fondamentale nella scelta del prodotto, mentre in Italia condiziona l’acquisto per il 5% dei consumatori. I giovani USA si fidano di più del packaging, ritenendolo una sorta di assicurazione sulla qualità del vino stesso. Forma particolare della bottiglia, presenza o meno di loghi in rilievo sul vetro, forma, colore e materiale dell’etichetta: sono tutti elementi che in modo decisamente maggiore influenzano i millennials americani rispetto ai nostrani. C’è però una cosa che mette tutti d’accordo: l’uso del vetro. Circa un terzo dei ragazzi, indipendentemente dalla provenienza, ritiene il vetro l’unico contenitore capace di mantenere inalterata nel tempo la qualità del vino. Efficiente e sostenibile: ecco i motivi per cui il vetro risulta imprescindibile.
Altro dato interessante che emerge dalla ricerca riguarda proprio la sostenibilità del packaging. Risulta, infatti, che il 55% degli italiani si interessa di aspetti etici, prediligendo aziende che utilizzano materiali riciclati e a basso impatto energetico. Avviene lo stesso per i giovani americani ma in percentuale decisamente minore: parliamo del 44%.
Si tratta di una tendenza che molte aziende hanno già intercettato. La sensibilità verso tematiche ambientali, in combinazione con i costi inferiori derivanti dall’uso di energie rinnovabili, ha spinto molti produttori verso l’uso del packaging sostenibile. Si è detto che il vetro viene considerato anche dai giovani il contenitore per eccellenza. C’è di buono che il vetro è riciclabile e questo aiuta l’ambiente. Ma non solo, molte aziende, infatti, stanno utilizzando bottiglie più leggere, contenenti una quantità minore di materiale. La cosa comporta due significative conseguenze: da un lato si consuma meno energia per produrle e dall’altro, essendo più leggere, richiedono meno risorse per essere trasportate. Per fare un esempio, un camion carico di bottiglie più leggere consuma un quantitativo minore di carburante ed inquina meno.
Anche i tappi possono essere recuperati e le etichette realizzate con carta riciclata, preservando in questo modo boschi e foreste di cui tanto abbiamo bisogno per limitare il quantitativo di CO2 nell’aria. L’utilizzo, infine, di energie rinnovabili per alimentare la cantina, specialmente tramite pannelli solari, permette all’azienda di risparmiare, rispettando l’ambiente. In un contesto del genere, in cui i produttori si stanno interessando maggiormente alle questioni legate alla sostenibilità, è particolarmente significativo che l’Università di Siena abbia introdotto un Master in Wine and Sustainability Management. Inaugurato di recente, ha lo scopo di formare in modo completo e attento alle tematiche più sensibili i futuri operatori del settore.