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Il senso di leggerezza dell’Amarone della Valpolicella Leone Zardini Riserva 2011 di Pietro Zardini

Lo ammetto, non sono un grande fan dell’Amarone della Valpolicella, non amo molto i residui zuccherini nei vini (a meno che non parliamo espressamente di vini da dessert) associati alle alte gradazioni che spesso e volentieri mi fanno desistere dal bere dopo il secondo sorso. I social, assieme alla mia innata curiosità, ogni tanto però fanno traballare alcune mie certezze e l’incontro con Pietro Zardini, prima virtuale e poi reale, mi ha per un certo senso rincuorato e illuminato.

Pietro Zardini
Pietro Zardini

Pietro è uno dei tanti vignaioli attivi su Instagram la cui storia professionale, dopo aver conseguito un diploma come perito agrario, inizia negli anni ’90 quando inizia a lavorare con successo come consulente enologo per importanti aziende vinicole della Valpolicella Classica. Nel 2000, però, la svolta: il papà che aveva una piccola realtà vinicola decide che è tempo di andare in pensione passando il testimone a Pietro che fece nascere la sua azienda, la Pietro Zardini (il nome del nonno), iniziando a gestire i 7 ettari di vigneti, di cui parte in affitto, al fine di produrre un vino tradizionale abbandonando i canoni dell’enologia moderna che, come mi ha spiegato lo stesso Zardini, può avere il grande rischio di dar vita a prodotti standardizzati, privi di anima, e con un gusto “creato ad arte” per andare incontro alle esigenze del consumatore.

Bottaia Zardini

Quello di Pietro, perciò, in tempi non sospetti, fu un ritorno al passato, alla ricerca di vinificazioni fatte in legno con follature a mano, l’appassimento senza condizionatori, i salassi, il lungo affinamento in botte o in fusto non tostato, sperimentando l’uso dell’anfora sui vini rossi, cosa che non era mai stata fatta prima in Valpolicella Classica.
I primi anni della mia azienda” – sottolinea Zardini – “furono abbastanza duri, la tecnologia è molto comoda, e certi coadiuvanti ti fanno risparmiare un sacco di lavoro, però il vino che ne usciva, mi ricordo bene, avena un timbro diverso, le annate erano ben definite, i profumi erano molto interessanti, ed i lunghi affinamenti davano un carattere inconfondibile molto tradizionale soprattutto alla corvina.

Botte Zardini

Nel 2005 nasce il mio primo Amarone Riserva, il Leone Zardini che affina per 5 anni in legno e 1 in bottiglia. E’ entrato in commercio solo nel 2012 e, come si può notare, la sua etichetta raffigura il mio babbo, a cui è dedicato il vino, mentre si accinge a lavorare assieme al suo famoso trattore Landini tasta calda, comprato nel 1958”.

Vigne azienda Zardini

Prodotto da uve Corvina (70%), Rondinella (20%), Molinara (10%) provenienti da vigneti di Monte Mattonara e Negrar, questo Amarone Riserva mi ha stupito per la sua anima gentile, tradizionale e, soprattutto, per la sua poca voglia di stupire e prendere parte a competizioni edonistiche che per DNA non gli appartengono.

Amarone della Valpolicella Leone Zardini Riserva 2014

È un vino profondo, certamente, ma spensierato, dai tratti decisi ma sfaccettati come un quadro di Monet dove gli aromi di viola, spezie orientali, legno di cedro e tabacco risultano in perfetta simmetria donando al vino un equilibrio di rara eleganza che lo rende, vivaddio, di una beva trascinante che non stanca mai il palato e l’anima del degustatore nonostante i 16 gradi alcolici (!!!!).
Note tecniche: appassimento naturale senza condizionatori per 4 o 5 mesi. Vinificato in tino di legno con follature a mano per 6-8 settimane. Pressato con un vecchio torchio manuale. Invecchiato per minimo 48 mesi in botte grande e fusti da cinque ettolitri. Imbottigliato generalmente un anno prima della commercializzazione.

Andrea Petrini

Andrea Petrini

Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio che lo condannava apparentemente alle bevande analcoliche che nel 2008 si è diplomato sommelier AIS e nello stesso anno ha aperto uno dei primi wine blog in Italia: Percorsi di Vino. Un anno nasce l'Enoclub Roma con l'obiettivo di valorizzare il vino del Lazio. La passione aumenta sempre più così come la voglia di comunicare il vino e, in generale tutta l'enogastronomia italiana. Diventa responsabile eventi Slow Food Roma, degustatore e relatore AIS ed è entrato a far parte del gruppo Garantito Igp. Collabora con molti siti e riviste di settore come il Gambero Rosso online e organizza Wine tasting in tutta Italia.

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