Di manifestazioni enogastronomiche ce ne sono tante, continuamente, ma sono poche quelle davvero ben organizzate e con un tema originale e invitante, “Il Soave incontra il mare” è sicuramente fra queste. L’evento, nato dall’ormai ben rodata esperienza di Luca Bonci, Riccardo Farchioni e Fernando Pardini, ideatori fra l’altro dell’ottima rivista online L’Acquabuona, con la collaborazione del Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave, nelle persone di Alberto Lorenzoni (direttore) e Giovanni Ponchia (enologo), si è svolto a Pisa sabato 8 febbraio nelle sale del recentissimo Hotel San Ranieri di proprietà della famiglia Barigliano. L’idea di portare in Toscana, rinomata soprattutto per i suoi grandi vini rossi, una serie di aziende significative (e qui il lavoro di Fernando Pardini, collaboratore alla guida dell’Espresso, è stato davvero prezioso) di un’area particolarmente vocata del Veneto come il Soave, è stata davvero azzeccata, seppur rischiosa. Le ragioni sono molteplici: il Soave, ottenuto prevalentemente dall’uva garganega, negli ultimi anni sta godendo di una vera e propria rinascita, grazie anche al forte impegno di promozione del Consorzio e alla presenza di numerosi produttori di qualità; inoltre è un vino bianco che si presta molto bene ad accompagnare la cucina a base di pesce, tanto che la manifestazione prevedeva. per chiudere la serata. una cena a tema dal titolo “Il menu del pesce dimenticato“, ideato dallo chef Maurizio Marsili, nativo di Pietrasanta, il cui curriculum parla chiaro: le sue numerose esperienze passano dall’Hotel Plaza e de Russie di Viareggio alla Locanda dell’Angelo di Paracucchi, dal Ristorante Valentino di Stoccolma al ristorante dell’Hotel Royal di Parigiserie. Cena, alla quale ho partecipato, che si è svolta nel moderno ristorante Squisitia, all’interno dell’Hotel. e che mi ha permesso di apprezzare le varie portate, come il “Passato di zucca invernale con razza al timo”, gli “Agnolotti ai carciofi moretti con bocconi di tracina”, la “Scaloppa di Ricciola su letto di spinaci e radicchio rosso” e l’ottima “Mousse al mandarino accompagnata da delizia ghiacciata al croccante”, opera quest’ultima del vice chef Massimiliano Ratti, autore anche dell’ottimo pane servito durante il pasto.
La notevole affluenza di appassionati, provenienti anche da altre regioni, ha dato non poche soddisfazioni ai produttori, che hanno riscontrato un elevato livello d’interesse e un sincero desiderio di approfondire la conoscenza di questa importante realtà vinicola. Visitatori di qualità che hanno dato non poche soddisfazioni sia agli organizzatori che alle 22 aziende partecipanti, che per amor di cronaca desidero elencarvi: F.lli Bolla, Cantina del Castello, Cantina di Montecchìa, Cantina di Monteforte, Cantina di Soave, Ca’ Rugate, Coffele, Corte Farfarini, Fasoli Gino, Filippi, Gini, Inama, I Stefanini, La Cappuccina, Le Albare, Le Mandolare, Marcato, Monte Tondo, Nardello, Portinari, Prà e Vicentini. Un altro punto di forza della manifestazione è stata la degustazione rivolta a giornalisti e operatori “Tutte le espressioni della garganega“, introdotta da Ernesto Gentili, che con Fabio Rizzari cura la guida I Vini d’Italia de L’Espresso, degustazione che ho perso a causa di una irrefrenabile voglia di rivedere quella straordinaria Piazza dei Miracoli, orgoglio pisano. Insomma, evento riuscito benissimo, senza intoppi e con un’organizzazione praticamente perfetta, ma soprattutto un plauso per aver rischiato alto: portare nella regione del Chianti, del Brunello, del Nobile, del Carmignano, del Morellino di Scansano, della Vernaccia di San Gimignano, del Sassicaia, dei supertuscan, un vino bianco assai poco conosciuto proveniente da un’altra regione poteva non essere un’attrattiva sufficiente, invece tutto è andato nel migliore dei modi, i toscani hanno dimostrato di essere assolutamente aperti alle novità, preparati e attenti, e il San Ranieri si è dimostrato luogo ideale per eventi del genere. Attendiamo con entusiasmo il prossimo appuntamento toscano organizzato dai ragazzi de L’Acquabuona, sicuri che varrà la pena esserci.
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