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Il Taurasi secondo Salvatore Molettieri

lavinium editoriali

 

Verticale di Taurasi Vigna Cinque Querce di Salvatore Molettieri – annate ’92, ’94, ’96, ’98, ’99, ’00, ’01

 

Salvatore MolettieriIn occasione dell’inaugurazione della nuova cantina di Montemarano, zona viticola altamente vocata dell’Avellinese, Salvatore Molettieri ha proposto alla stampa, per la prima volta, la degustazione di sette annate di Taurasi Vigna Cinque Querce (purtroppo l’88, prima annata imbottigliata, è ormai introvabile). Il produttore ci ha confessato, durante un suo intervento, che una delle ragioni per cui ha ampliato la cantina è anche quella di voler conservare un numero maggiore di bottiglie, per garantirsi una giusta riserva sia per studiarne l’evoluzione che per occasioni come questa.
La storia di questo grande vignaiolo campano ha radici lontane, tramandate di padre in figlio; Salvatore produceva uva ma non aveva i mezzi per poterla imbottigliare in proprio, pertanto la vendeva alle principali aziende campane, fino al 1983, anno in cui ha iniziato a produrre per sé. Nel 1995, con l’ingresso in azienda del figlio Giovanni, enologo, si cambia registro e prende il via quella che diventerà una delle più importanti realtà vinicole di tutta la regione (nello stesso anno viene messo in commercio il Taurasi Vigna Cinque Querce 1992, presente in questa verticale).

Attualmente Salvatore Molettieri dispone di circa 20 ettari vitati, dai quali ottiene il Taurasi Vigna Cinque Querce (anche Riserva, nelle annate migliori), l’Irpinia Aglianico Cinque Querce, l’Irpinia Rosso Ischia Piana, a base aglianico e cabernet sauvignon, l’Irpinia Bianco Alopecis (coda di volpe e fiano) e l’Irpinia Rosso Neranico (aglianico e nero d’Avola). La metodologia di lavoro ha subito mutamenti nel tempo, grazie anche all’ingresso di macchinari più adeguati  e in grado di garantire un’estrema pulizia esecutiva in cantina. Papà Salvatore ha sempre lasciato maturare i propri vini in grandi botti, ma da alcuni anni, per la precisione dall’annata ’98, ha iniziato ad utilizzare anche le barrique.

Marco Sabellico e Ernesto GentiliLa verticale, organizzata da Geraldo Antelmo, è stata condotta da Luciano Pignataro, giornalista del “Mattino” di Napoli, grande conoscitore dei vini campani e autore di numerosi saggi storici, Marco Sabellico, redattore del Gambero Rosso e vice curatore della guida “Vini d’Italia” ed Ernesto Gentili, per molti anni collaboratore della guida “Vini d’Italia” di Gambero Rosso-Slow Food e da tre della guida de L’Espresso (anch’essa “Vini d’Italia”…un po’ più di fantasia non guasterebbe ed eviterebbe possibili confusioni), tre giornalisti ben noti agli appassionati di vino. La presenza di Marco Sabellico ed Ernesto Gentili era motivata anche dal fatto che rappresentano le due guide che hanno premiato due vini di Molettieri: il Taurasi Vigna Cinque Querce Riserva ’99 (cinque bottiglie e punteggio 19/20, Guida de L’Espresso 2005) e il Taurasi Vigna Cinque Querce ’01 (vino rosso dell’anno, Guida di Gambero Rosso-Slow Food 2006). Sono intervenuti anche il presidente della Camera di Commercio Costantino Capone, il presidente della Comunità Montana “Terminio Cervialto” Nicola Di Iorio e il sindaco di Montemarano Mario Marino.

Grande era l’attesa per questa importante degustazione, la prima in casa Molettieri, attesa che è stata premiata con una sequenza di vini davvero straordinari. Ci è venuto naturale dividere i sette vini in due gruppi distinti, sulla base delle caratteristiche che li contraddistinguevano. I primi tre, annate ’92, ’94 e ’96, rappresentano la prima fase, più tradizionale e meno tecnica, vini schietti, fedeli all’annata, ancora un po’ “rustici” ma dotati già di caratteristiche superiori; i restanti vini, annate ’98, ’99, ’00 e ’01, rappresentano in un certo senso la svolta: ingresso della barrique nella maturazione dei vini, progressivo miglioramento dell’attrezzatura di cantina e sempre maggiore conoscenza della materia prima, senza mai offuscarne le eccellenti qualità espressive di territorio e vitigno. Salvatore si è dimostrato, oltre che grande vignaiolo, persona affabile e ospitale, di buoni sentimenti e forte umanità, caratteristiche che si ritrovano perfettamente nei suoi splendidi Taurasi.

La verticale

Taurasi Vigna Cinque Querce ’92:
della prima batteria è senz’altro il vino che mi ha maggiormente colpito. Colore granato ancora intenso e vivo, naso emozionante, di rara ampiezza espressiva, sviluppa progressivamente note di ciliegia in confettura e sotto spirito, sfumature di caffé, grafite, liquirizia e spezie aromatiche, cannella in particolare, ma ciò che forse lo caratterizza maggiormente è la mineralità e le note balsamiche; è ancora di incredibile freschezza e dinamicità, esprime benissimo il territorio e sembra proporre sempre nuove sensazioni. Al gusto impressiona per la sua freschezza e progressione, i tannini finissimi e morbidi, le note eteree, il ritorno balsamico, la ciliegia e la mora in confettura, il goudron; ricorda per certi aspetti un grande Barolo, la stoffa e la struttura di un Serralunga, l’eleganza e la finezza di un Castiglione Falletto. Questo Taurasi è la dimostrazione lampante di cosa sia capace di esprimere una grande vigna, senza bisogno di tecnologie esasperate, ma avendo cura di non alterare in cantina una così preziosa materia prima. Un vino che potrebbe riposare ancora in cantina per molti anni.

I Taurasi di Salvatore MolettieriTaurasi Vigna Cinque Querce ’94:
questa versione rispecchia fedelmente l’annata, presentando un colore granato scuro ma meno vivo e luminoso del precedente. Il bouquet esprime note di mora e prugna in confettura, sensazioni terrose, meno balsamico e con minore eleganza, si riconoscono il caffé in polvere, il tabacco e in finale la liquirizia. Al palato ha minore spinta di freschezza, il tannino è sempre molto pulito, c’è un buon frutto rosso e nero che si propone abbastanza succoso (ribes e prugna), supportato sempre dal tabacco e da un sottofondo delicatamente minerale. In finale è di buona lunghezza e pulizia.

Taurasi Vigna Cinque Querce ’96:
sempre un bel colore granato, naso classico ma più evoluto, si percepiscono già note di goudron e grafite, tabacco maturo, sfumature animali e di cuoio, richiami boisé, fruttato maturo, in confettura ma anche richiami alla frutta secca. In bocca evidenzia ancora meglio la sua condizione di maturità, frutto di un’annata sicuramente non facile. Il tannino è sempre ben levigato e maturo, non c’è molta forza acida e il tessuto comincia lentamente a scomporsi, pur offrendo ancora belle sensazioni minerali.

Taurasi Vigna Cinque Querce ’98:
questo vino segna in qualche modo un miglioramento nello stile, merito probabilmente anche del supporto enologico di Attilio Pagli. Ha colore granato intenso e concentrato con riflessi rubini; all’olfatto manifesta una massa e una concentrazione superiore, che almeno per ora ne diminuisce l’eleganza, ma la profonda mineralità che caratterizza i vini di Salvatore c’è tutta, come un bel frutto maturo e quasi dolce di prugna in confettura e ciliegia sotto spirito, toni pepati, alloro, ritornano le sensazioni terrose e balsamiche, fiori secchi, cuoio, cacao. All’assaggio conferma la grande struttura e muscolarità, il tannino è ancora giovane e non perfettamente integrato, ma c’è molta polpa e vena acida, tutti elementi che promettono una bella evoluzione. Un Taurasi da riprovare fra qualche anno con sicura soddisfazione.

Taurasi Vigna Cinque Querce Riserva ’99:
Ha colore granato scuro e impenetrabile, con riflessi rubini, naso intenso e concentrato, di sottobosco e funghi, prugna e mora mature, tabacco, pepe, cardamomo, cannella, ginepro e ancora tanta mineralità. L’attacco al palato non ha incertezze e testimonia la splendida annata, intenso e al contempo equilibrato, splendido nella trama tannica, di rara finezza pur evidenziando l’inevitabile gioventù, ben supportato dalla freschezza e caratterizzato da una persistenza lunghissima. Davvero un grande vino, che lascia presumere una notevole longevità.

Taurasi Vigna Cinque Querce Riserva ’00:
vino dal colore rubino cupo e concentrato; all’olfatto è ancora compresso e coperto dal legno e dai toni vanigliati, ma con l’ossigenazione affiorano note di ciliegia e mora mature, il pepe, la mineralità, iniziale speziato di tabacco dolce e cannella. In bocca testimonia tutta la sua giovinezza nel tannino ancora dominante e forse sovraestratto (si percepiscono toni amarognoli), ma la trama è buona e con una bella polpa; è un  vino da seguire con attenzione, sicuramente bisognoso di tempo per esprimersi al meglio, anche se a mio avviso non ha l’eleganza e probabilmente non raggiungerà quella finezza che contraddistingue la Riserva ’99.

Taurasi Vigna Cinque Querce ’01:
la degustazione si chiude in bellezza con quest’altro splendido vino, giovane anch’esso, ma capace già di emozionare con i suoi profumi inchiostrati e densi, di cioccolato, cenere, grafite, che non nascondono la trama fruttata di ciliegia e prugna appena mature, su un sottofondo minerale e pepato che lo contraddistingue nelle migliori annate. Al palato è intenso, nobilissimo nel tannino, ammantato di grande freschezza, poi evidenzia la sua gioventù nella componente dolciastra del legno non ancora assorbito, mentre il finale lunghissimo ci restituisce una splendida e suggestiva nota balsamica.

Difficile non riconoscere l’importante salto qualitativo raggiunto da questa cantina, i cui vini sono ormai di una pulizia esecutiva esemplare. Nonostante questo elemento, sicuramente positivo, spero di poter verificare fra almeno cinque anni se la Riserva ’99 e la ’01 saranno capaci di offrire un’evoluzione così complessa ed emozionante come quella che ho percepito con la versione ’92.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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