5 Dicembre in Campania: Campi Flegrei Piedirosso Terra del Padre Riserva 2017 Cantine del Mare
“Luca disperde lo sguardo lontano, come per inseguire una visione incantevole: un Presepe grande come il mondo, sul quale scorge il brulichio festoso di uomini veri, ma piccoli piccoli, che si danno un da fare incredibile per giungere in fretta alla capanna, dove un vero asinello e una vera mucca, piccoli anch’essi come gli uomini, stanno riscaldando con i loro fiati un Gesù bambino grande grande che palpita e piange, come piangerebbe un qualunque neonato piccolo piccolo…”
Eduardo De Filippo (Natale in casa Cupiello)
Eduardo, attraverso queste parole sembra voler far riflettere sul senso della vita, sulla bellezza che si nasconde nelle cose semplici e vere, che sono sotto i nostri occhi, che spesso facciamo fatica a vedere. Una bellezza di una terra unica, con angoli che la storia, i miti e le leggende hanno sempre reso protagonista, parliamo dei Campi Flegrei; un luogo che affascina già dal nome che deriva dal greco flègo che significa “ardo”, ossia Campi Ardenti.
Il rimando immediato non è solo legato alla natura vulcanica del suolo, ma anche ai miti greci che indentificano con il lago d’Averno la porta degli inferi, o ancora la presenza della Sibilla nell’antro della rocca di Cuma.
Un luogo che soprattutto parla di artigiani, di famiglie e di senso di appartenenza, come nel caso di Gennaro Schiano, dell’azienda agricola Cantine del Mare, vignaiolo artigiano, che nella sua “isola felice” di quel di Monte di Procida, ha saputo negli anni cogliere e distinguere la ricchezza e la diversità. Il suo è stato un vero e proprio progetto di recupero agricolo con l’obiettivo di preservare il patrimonio viticolo ereditato dal padre. Un lavoro eroico che trova nel Terra del Padre Riserva 2017, la profondità e l’essenza di queste terre.
Un rosso ottenuto da uve Piedirosso, un cru proveniente da vigne ultra centenarie a piede franco; una vinificazione classica in acciaio e una successiva maturazione di 12 mesi in botte e un anno e mezzo in bottiglia prima di entrare in commercio. Un vino che coinvolge i sensi con i suoi profumi di incenso e di sottobosco, un floreale di viola e geranio, un fruttato di gelso-mora a cui fa seguito un’affumicatura appena accennata che lascia il posto a tinte di muschio e di alloro. Il sorso è appagante e succoso, teso, profondo e per nulla imponente, dotato di una piacevole freschezza gustativa che ne invoglia la bevuta. Appena 1300 bottiglie prodotte, in cui emerge la carica espressiva del territorio flegreo unita all’energia e all’amore che Gennaro ha per la sua terra.
Fosca Tortorelli
Qui i vini del 4 dicembre, 3 dicembre, 2 dicembre, 1 dicembre.