InvecchiatIGP: Lugana Madre Perla 2009 Perla del Garda
Tra gli addetti ai lavori, che siano enotecari, ristoratori o giornalisti enogastronomici, di frequente vi è il pregiudizio che alcuni vini bianchi, spesso figli di denominazioni di origine “minori”, siano adatti solo ed esclusivamente ad essere consumati nell’arco di un anno solare altrimenti il vino “non è più buono”, come se la qualità fosse un requisito agganciato al tempo che passa e non, invece, al momento in cui vengono vendemmiate e lavorate le uve di provenienza.
La DOC Lugana, purtroppo, fa parte di queste DOC ancora poco considerate dal punto di vista qualitativo nonostante gli sforzi di un Consorzio che, anno dopo anno, in maniera coesa e lungimirante, sta cercando di comunicare la buona qualità media dei vini di questo territorio che ha una doppia appartenenza regionale visto che l’areale di produzione è posto a cavallo tra i comuni di Sirmione, Pozzolengo, Desenzano, e Lonato in Lombardia e Peschiera del Garda in Veneto.
Nella Lugana il microclima, influenzato positivamente dalle brezze temperate del lago di Garda, è mite e abbastanza costante, con poche escursioni termiche tra il giorno e la notte. Una “culla climatica” perfetta per valorizzare le peculiarità di un’uva particolare come la Turbiana che, forse non tutti sanno, appartiene alla grande famiglia dei “trebbiani”.
Perla del Garda è una delle tante aziende del territorio che da oltre venti anni a Lonato in Garda, provincia di Brescia, sta portando avanti una viticoltura di qualità senza compromessi che, grazie al lavoro di Giovanna ed Ettore Prandini, ho potuto verificare personalmente quando davanti ai miei occhi si è materializzata una bottiglia di Lugana DOC “Madre Perla” 2009 (100% turbiana).
Dal colore giallo appena dorato, appena si mette al naso si capisce che questo Lugana è capace di emozionare anche il degustatore più smaliziato grazie ad una giovinezza e ad una qualità decisamente oltre la media. Il motivo è semplice: il naso, decisamente austero, rimanda a tocchi aromatici di cerali, mandorla tostata, castagne, sidro, glicine appassito, miele d’acacia e cenni empireumatici. Questa annata, particolarmente fresca e piovosa, è ancora viva ed elegante al sorso mantenendo, allo stesso tempo, una bevibilità a dir poco disarmante per i suoi 13 anni portati alla stragrande.
Un Lugana sfolgorante che spegne le speranze e accende le certezze verso una denominazione che, se si è curiosi e poco pregiudiziosi, non smetterà mai di stupire!
Andrea Petrini