Se c’è una regione vitivinicola in Europa, dove i bianchi siano i re incontrastati, questa non può essere altra che l’Alsazia. Territorio all’est della Francia, una lingua di terra incastrata tra Strasburgo e Basel, protetta dalle montagne dei Vosgi ad ovest e confinante con la zona del Baden in Germania, Stato con il quale ha condiviso le proprie sorti e sciagure, a tal proposito vorrei raccomandare a tutti un libro letto di recente, che parla approfonditamente di queste aree, e di altre aree vocate della Francia, durante l’occupazione di Hitler: Wine & War di Don & Petie Kladstrup.
In Alsazia il francese ed il tedesco sono parlati da tutti, insieme al locale dialetto Alsaziano, peraltro molto più simile al tedesco che non al francese, questa regione negli ultimi secoli ha visto cambiare più volte lo Stato alla quale appartiene, ma ha sempre mantenuto e protetto la propria fiera e indipendente cultura vitivinicola. Se devo citare un’uva che rappresenta appieno quest’area nel mondo, non ho dubbi é il gewürztraminer, sia chiaro che questa è una mia opinione, che potrebbe trovare molti altri in disaccordo, ma quest’uva in quest’area dimostra, secondo me, il massimo della sua espressione, anche se la si trova coltivata in svariate altre zone d’Europa, ivi incluso il nostro Alto Adige. Utilizzando il vitigno gewürztraminer si ottiene un vino aromatico e speziato con un carattere esotico, difficile da confondere, quelli dell’Alsazia sono molto più densi e robusti, anche se, purtroppo, ultimamente il livello di residuo zuccherino presente nel vino sta aumentando molto; il dibattito sul tema è ancora molto aperto, e sebbene siano state individuate alcune delle probabili cause per questo trend, non si è ancora giunti ad una soluzione.
Ma come già detto sono tanti i bianchi dell’Alsazia, si va dal muscat al sylvaner e al pinot gris, passando dal pinot blanc e al riesling; l’unica uva a bacca rossa coltivata è il pinot nero, che ricopre una percentuale piccola della produzione del territorio. I bianchi alsaziani sono generalmente ricchi, densi, in grado d’invecchiare e maturare col tempo, specialmente alcuni dei riesling qui prodotti, hanno fama di poter invecchiare per decenni.
La regolamentazione dei vini d’Alsazia, stabilisce che vi siano cinquanta Grand Cru, che provengono da aree particolarmente vocate, che per ottenere questo titolo devono avere precisi requisiti, per capirci meglio stiamo parlando solo di circa il 4% della produzione totale di tutta la regione, ognuna di queste zone produce dei vini con caratteristiche uniche, per menzionare alcune tra le aree più famose, sicuramente troviamo: Altenberg de Bergheim, Mambourg, Rosacker.
Altro vino ed altra regolamentazione per la Selection de Grains Nobles, vino dolce, rarissimo, di straordinaria qualità, nettare d’oro che merita un posto vicino ai grandi vini da dessert del mondo, le uve utilizzate sono attaccate da una muffa, botritys cinerea, la stessa che “affligge” il Sauternes ed il Tocaji Aszu, che nella sua versione “nobile” innalza la concentrazione zuccherina nell’acino e restituisce al vino un carattere unico. In Alsazia, tra i vini da dessert prodotti, troviamo anche il Vendange Tardive, che viene prodotto attraverso l’uso di uve raccolte tardivamente, in modo da ottenere un livello di concentrazione zuccherina più alta.
Chi ama bere vini bianchi e vini da dessert, non dovrebbe farsi scappare l’opportunità di assaggiare i grandi produttori d’Alsazia, per fare solo il nome di alcuni dei maestri di quest’area, suggerisco i vini prodotti da: Trimbach e Marcell Deiss.
Antonio Cabibi