La Barbagia nel bicchiere
Negli ultimi tempi ho avuto modo di degustare spesso vini sardi e quasi sempre la “colpa” è stata di amici di “bevute”, Maurizio Valeriani e Stefano Ronconi. Il “quasi” è d’obbligo, perché oggi i produttori sardi stanno aprendo la loro “dura scorza” di riservatezza; hanno ben capito che i loro vini devono essere portati e presentati in maniera diretta sulle piazze enoiche italiane.
E ogni volta che assaggio quei vini non posso non ricordare i vini sardi degli anni ’80: vermentini stracarichi nel colore e nei sapori; cannonau corposi e di difficile beva. Nel 1976 ero a Mainz, in Germania, per uno dei miei innumerevoli corsi, ed il class manager (un tedesco appassionato di vini) ci invitò ad un party a casa sua; sapendo cosa bevessero di solito, io, unico italiano del gruppo, portai un vino italiano: un cannonau, appunto. Ne bevvero in quantità medicinale!
Oggi i vini sardi sono molto ben fatti, a tratti eleganti, sorso molto dinamico e, soprattutto, con un favorevole rapporto qualità-prezzo.
L’ultima occasione di assaggio l’ho avuta poche sere fa: il duo Valeriani-Ronconi avevano organizzato una serata intitolata “La Barbagia da Dorgali ad Orgosolo” presso la Taverna Portuense di Graziano Di Lorenzo e Delia Giri, dove impera una cucina tipica romana, oserei dire ortodossa e maniacale e con utilizzo di materie prime di ottima qualità.
Due le aziende, rappresentate dai titolari: Giuseppe Musina dell’azienda Cantina Orgosa di Orgosolo e Francesco Fronteddu della Cantina Berritta di Dorgali.
Chissà perché dei sardi si coglie più il carattere introverso e taciturno e molto poco si parla della loro generosità! Con i loro vini ad accompagnare i vari piatti, hanno portato i formaggi del caseificio Fratelli Podda di Orgosolo (profumi e sapori indimenticabili) e, per chiudere degnamente la cena, tre liquori molto originali della Orgosolo Liquori di Piera Cadinu.
Prima di dare inizio alla serata, ci siamo concessi qualche vecchia annata di Thurcalesu, ed un giovane Nero di Orgosa, accompagnati da un assaggio di pecorino sardo ed una deliziosa ricotta (molto) affumicata!
Il Nero Orgosa 2014 VdT (80%Cannonau; 20% Pascale, Carignano e Sangue di Cristo): ha immediatezza ed intensità al naso con frutti neri ed erbe aromatiche; al palato affascina il tannino levigato ed avvolgente; la materia è tanta ed i margini di miglioramento pure.
Thurcalesu – Cannonau di Sardegna di Cantina Berritta
2011: spezie, garofano, erbe aromatiche; fresco, succoso e pieno di nerbo, ha un tannino levigato ed è molto persistente.
2010: esuberante e variegato al naso con fiori, erbe aromatiche e chiodi di garofani; al palato è fresco, scorrevole e complesso; ha un tannino appena polveroso, ma sapido, piacevole e persistente.
2008: fiori appassiti, frutta rossa, una nota di cuoio e speziatura sono i profumi emanati dal calice; al palato presenta una buona freschezza; il tannino è setoso; il sorso lungo è molto fruttato e intriso di note di cacao.
Prima di iniziare la cena i due titolari ci hanno raccontato le rispettive aziende.
La Cantina Berritta è un’azienda di lunga tradizione familiare; i vigneti, circa 11 ettari, sono a Dorgali, nella vallata di Oddoene, su terreni alluvionali-sabbiosi con 400 metri di dislivello e grandi escursioni termiche. I vitigni coltivati sono 4: 75% a cannonau; il resto a syra, vermentino e panzale, per un totale di quattro etichette e la consulenza enologica di Roberto Gariup.
Giuseppe Musina in gioventù ha girato il modo; poi è tornato ad Orgosolo a produrre cannonau e dal 2002 ha iniziato l’attività di commercializzazione. Solo 2 ettari di vigneto, a conduzione biodinamica: nelle annate asciutte e secche, la zona ventilata gli permette di contenere la spesa di antiparassitari a soli 20 Euro!
Il vigneto è coltivato prevalentemente a cannonau, con poche piante di due vitigni autoctoni: sangue di Cristo, che conferisce colore, e pascale.
La cena inizia con un antipasto molto ricco: crocchette di zucca, guanciale croccante, polpetta di lesso e ricotta mustia di Formaggi di Orgosolo dei Fratelli Podda.
Questo piatto è abbinato a due vini:
Panzale bianco IGT Sardegna 2014 (50% Panzale, 50% Vermentino) di Cantina Berritta: naso pervaso da mandorla e confetto; stessi aromi in bocca, ma freschezza e sapidità lasciano un lungo ricordo!
Cannonau di Sardegna Nostranu 2013 di Cantina Berritta: è un vino giovane, fruttato e fresco; è abbastanza elegante e lega molto bene con il piatto.
Passiamo ai primi: Bucatini all’amatriciana e Rigatoni al sugo di coda; sono due piatti molto ben eseguiti e saporiti; veramente impegnativi all’abbinamento.
I vini abbinati sono:
Cannonau di Sardegna Thurcalesu 2012 di Cantina Berritta; ha uno spettro olfattivo molto ampio: rosa, frutti rossi e neri, cuoio e note balsamiche. Al palato è molto fruttato e fresco, è molto secco, ha una leggera nota di fumo, ma difetta in materia; chiude speziato e caldo.
Cannonau di Sardegna Thurcalesu 2013 di Cantina Berritta: senz’altro migliore del precedente. Ricco al naso con rosa canina, piccoli frutti rossi e neri, erbe aromatiche; al palato è molto corrispondente con i sapori di frutta, molta sapidità, note di cenere, elegante e speziatura in chiusura di sorso.
Abbiamo assaggiato anche Cannonau di Sardegna Thurcalesu 2014 di Cantina Berritta: è un giovane ed esuberante puledro; deve affinare ancora un po’ in bottiglia, soprattutto nel tannino, dopodiché diventerà sicuramente ancora migliore del 2013.
l secondo piatto era costituito da un brasato di punta di petto di vitella al cannonau con contorno di puntarelle alla romana. Due i vini abbinati:
Don Baddore IGT Isola dei Nuraghi 2012 (Cannonau50%, Syrah 50%) di Cantina Berritta: ancora giovane e vinoso, piccoli frutti rossi e neri, foglie di noci e note ferrose; frutta, freschezza e consistenza lo contraddistinguono al palato; buono il tannino, chiude lungo e leggermente speziato.
Cannonau di Sardegna Orgosa 2014 di Cantina Orgosa. Molto ricco all’olfatto con piccoli frutti di bosco, ciliegie, ribes, arancia sanguinella; al palato è fruttato e consistente, sapido, minerale ed armonico, ha un ottimo tannino ed una chiusura speziata.
La cena è continuata con un ulteriore piatto di formaggi del caseificio Fratelli Podda di Orgosolo e due dessert: Semifreddo allo zabaione e Strudel.
Il botto finale, però, è stato il giro di liquori della Orgosolo Liquori di Piera Cadinu: Finocchietto, Mirto ed Elicriso con l’ultimo in grande evidenza: sapori unici, né dolce né amaro; ricorda vagamente, ma in maniera più intensa, la sambuco con il chicco di caffè.
Antonio Di Spirito