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Letture istruttive

La contesa dei vini – Maria Teresa Scibona


 

Viaggio in poesia nell’affascinante universo espressivo del vino

 

La contesa dei vini - Maria Teresa Santalucia ScibonaQuante volte mi è capitato di descrivere un vino attraverso i miei sensi, basandomi su ciò che ho imparato con l’esperienza, sulla memoria gusto-olfattiva, sulla capacità di riconoscere questo o quel profumo. Quanto difficile mi è apparso trovare le parole giuste per esprimere le emozioni provate nel notare con stupore le continue trasformazioni aromatiche di un grande Barolo, o nel percepire le eleganti sfumature di un Franciacorta Satèn. Ho sempre creduto che fosse importante riuscire a sviluppare un linguaggio descrittivo che si liberasse progressivamente dell’impostazione scolastica e che desse più ampio spazio alle emozioni scaturite naturalmente, già nell’osservare i riflessi luminosi del vino nel calice. Personalmente sono convinto, almeno fino ad oggi, di esserci riuscito solo in parte.

Ecco perché accolgo, con un senso di profonda gratitudine, questa splendida ode di Maria Teresa Scibona, che per la prima volta si è cimentata sul tema del vino, dove la poesia è come un canto dolce e sinuoso che si diffonde nell’aria, un raffinato bouquet che ti affascina e ti infonde una sensazione gioiosa, intima e chiarificatrice. Certamente il vino è poesia, cultura, tradizione, ma è anche meraviglia, emozione che libera i sensi più sopiti, slancio vitale, energia. Maria Teresa, senese, quindi nata e cresciuta in una terra nei cui fiumi scorre vino da secoli, sembra non avere alcuna difficoltà nell’infondere queste sensazioni, persino a chi del vino poco o nulla poterebbe interessare, ne sono certo. Sin dai primi versi in cui descrive, con gentile ironia, gli sguardi ostili e di sfida dei vini mentre gareggiano per guadagnarsi l’ambita medaglia al “solenne simposio”, ci si trova immersi in un’atmosfera del tutto nuova, dove il vino è il vero protagonista: Barolo, Brunello, Chianti, Vernaccia, Carmignano, Sangiovese, Piedirosso, Corinto Nero. La poesia è priva di qualsiasi pomposità e sfoggia un’inconsueta allegria, arriva dritta al cuore, passando dal Sassicaia maestoso e regale, al rosso Nobile di Montepulciano, dal profumo di mammole, che ascolta altezzoso e un po’ ostile le francesi ascendenze del Barolo, ma che si inchina, da vero gentiluomo  garbato e galante, sfiorando l’affusolata mano della bionda Vernaccia turrita perla di San Gimignano. I vini si raccontano con i loro gesti, le loro diverse personalità e il loro fascino, come esseri umani, descritti dalla poetessa con rara maestria. Una poesia che viene voglia di rileggere, più volte, per assimilarne le meravigliose sfumature, per comprenderne il sottile linguaggio.

Maria Teresa Santalucia Scibona è stata insignita, nel 2000, della medaglia d’oro di civica riconoscenza dal Concistoro del Mangia. Ha curato per conto dell’Enoteca Italiana di Siena le serate letterarie del “Salotto della Cultura e del Vino” ed è presidentessa provinciale di Mopoejta (Movimento per la diffusione della poesia in Italia). Ha composto numerose raccolte di poesie, fra cui: “Il tempo sospeso”, “Varianti d’amore”, “Il viaggio verticale”, “L’amore imperfetto” e il poema “Mosè”.

La contesa dei vini
Maria Teresa Santalucia Scibona
Pascal Editrice

 

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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