Bajaj Moretti, custodi di biodiversità tra le colline del Roero

È un’altra storia che arriva dritta dal Roero e pone l’accento su un tema che ho da poco affrontato: la biodiversità. Vista l’importanza dello stesso è con estremo piacere che dedico questo articolo alla famiglia Moretti, localmente chiamata Bajaj, e alla loro filosofia che contraddistingue l’intera produzione agricola. Questo curioso soprannome deriva dal dialetto “bajé” che significa sbadigliare, sonnecchiare, nulla di più lontano rispetto al carattere e alla vitalità dei nostri protagonisti. Ma si sa, i soprannomi talvolta sono affidabili come un’autovettura che ha percorso più di 400.000 chilometri.
Qualche decennio fa, tra i locali di provincia, andava di moda il nome “Non Solo Vino”, d’accordo, non c’entra assolutamente nulla con i Bajaj ma è un’ottima metafora che riassume in pochi caratteri l’egregio lavoro svolto dai nostri protagonisti a Monteu Roero (CN), uno tra i comuni più importanti dell’intero comprensorio agricolo e vitivinicolo che risiede alla sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo. Queste le parole di Giovanni Moretti, al timone dell’Azienda assieme al fratello Elio e al figlio Adriano: Noi non siamo agricoltori. Noi siamo veri e propri custodi della biodiversità che caratterizza il magnifico territorio del Roero. Custodiamo circa 20 ettari di terreni nei quali cresce rigogliosa qualsiasi tipo di coltura, ortofrutticola o vinicola. Questa convivenza tra diversi tipi di colture, fa sì che il nostro ambiente, così equilibrato, sia un vero e proprio paradiso sia per la fauna animale, sia per le persone che ci vivono.

All’età di 11 anni, mio papà mi mise su un trattore cingolato e mi disse: “Guida!”. A quei tempi eravamo una delle poche famiglie in paese ad avere un mezzo del genere. Quell’anno, prestando il mio lavoro col trattore anche presso altre aziende, riuscii a sostenere economicamente la mia famiglia. Adriano, giovane e vulcanico rampollo di Casa Moretti cita un proverbio amerindio per spiegare ciò che pensa: “Lavoriamo ogni giorno avendo ben chiaro qual è il pensiero che guida il nostro agire: “La Terra non é un’eredità ricevuta dai nostri padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli.”
Una saggezza che nonostante la giovane età scorre nelle vene di questo ragazzo con la testa sulle spalle e rimanda alle antiche tradizioni di famiglia.
Tornando per un attimo al termine dialettale Bajaj e al significato del soprannome, si narra che gli anziani del paese raccontavano che i Lenoris, famiglia materna di Giovanni Moretti, vennero così chiamati perché costituiti da persone tranquille, che lavoravano duramente ma cantando e facendo festa all’occorrenza; nulla che meglio identifichi l’essenza di Adriano, lo si evince un po’ da tutto, anche da una semplice foto presente nel suo profilo social.
Vediamo nel dettaglio i protagonisti dell’azienda, ci servirà a capire da cosa deriva tanta attenzione nei confronti della biodiversità e soprattutto perché è cosi importante storicamente nel Roero. Giovanni Moretti, classe 1959 è nato a Monteu Roero in Frazione Occhetti, comincia a lavorare in azienda ancora bambino. Verso i 25 anni si mette alla guida dell’impresa, rivoluzionando le metodologie di produzione. Comprende che la vera ricchezza del Roero è la biodiversità. Quindi diversifica le produzioni dell’azienda il più possibile. In questo modo, in certe annate, qualora qualche produzione non fosse particolarmente proficua, le altre avrebbero contribuito a mantenere un bilancio aziendale positivo.
Elio Moretti è il fratello minore di Giovanni, che ha sempre appoggiato e sostenuto nelle sue idee e progetti. In azienda si occupa un po’ di tutto, ma ha una predilezione particolare per tutto ciò che riguarda il lavoro in vigna e in cantina. È la volta di Adriano Moretti, figlio di Giovanni, come tutti i grandi talenti ci ha messo un po’ a trovare la sua strada, passando per altri lavori quali cameriere, barista, modello e aspirante politico. Dopo aver trovato il suo “paradiso” sotto casa, si è buttato a capofitto nell’azienda di famiglia con dedizione e amore. Assaggiatore ONAV e Sommelier, ama profondamente il mondo del vino. In azienda si occupa della gestione della cantina, dell’accoglienza dei visitatori e di tutto ciò che riguarda il social marketing e la promozione. Queste le sue parole che mi hanno colpito essendo un cultore di questa filosofia: “Vivo il mio lavoro come una missione. Sogno di ricreare un legame stretto tra le persone e la terra; riportarle nelle campagne a scoprire la bontà di una fragola appena colta, il profumo dei ciliegi in fiore o la bellezza delle nostre colline, ricoperte da rigogliosi vigneti. Solo allora le persone riprenderanno consapevolezza di ciò che mangiano e sapranno riconoscere la vera qualità.”

Infine Mirella Grasso in Moretti, moglie di Giovanni, ha sempre lavorato al di fuori dell’azienda. Anni di esperienza come commerciale fanno di lei una risorsa preziosa, esperta nella comunicazione e nella cura del cliente. Ora in pensione, aiuta i familiari a 360°: dall’accoglienza, all’etichettatura della merce, alle consegne di frutta e verdura a privati e ristoratori. Cosa contraddistingue dunque la filosofia della cantina e quali sono i punti cardine da rispettare giorno per giorno? Come sempre riporto le parole dell’azienda, più di mille metafore aiuteranno a carpire lo spirito che guida l’intera produzione: “Nelle fertili sabbie del Roero, le piante trovano un ottimo terreno per poter dare vita a prodotti dal gusto inconfondibile secondo noi. I terreni vengono trattati con la metodologia della lotta guidata che consiste nell’introduzione di criteri economici nella gestione della difesa dei vegetali dalle avversità. In questo modo, vengono ridotti notevolmente i trattamenti fitosanitari col fine di rispettare di più l’ambiente e la salute dei consumatori.”
Alla domanda: Cos’è davvero il Roero per voi? Questa la risposta: “Il nostro lavoro svolto giorno per giorno e non certo abbandonato per fare una gita fuori porta o un week end al mare, se la situazione non lo consente, è senza sosta e in una ricerca continua per trasmettere, attraverso i vini e tutti gli altri prodotti che coltiviamo, il magnifico territorio nel quale viviamo. Per fare questo, adottiamo una filosofia sottrattiva, evitiamo tutto ciò che non riteniamo necessario sui nostri vini, sarò più specifico: nessuna filtrazione, chiarifiche solo di origine naturale (bentonite), nessun additivo (tannini, vitamine, amminoacidi, rame…), pochi solfiti, fermentazioni spontanee, vinificazioni in anfore di terracotta su alcuni prodotti e certificazione SQNPI (produzione integrata). Il nostro è un approccio il più naturale e rispettoso possibile non solo dell’ambiente, ma anche della salute di tutti noi. Senza eccessi, senza estremismi. Perché “in medio stat virtus”, “la virtù sta nel mezzo” come diceva Aristotele. L’azienda a carattere prettamente familiare può contare su circa 4 ettari di proprietà, produzioni limitate e incentrate su due fattori determinanti per la qualità del prodotto finale: posizioni favorevoli, ben esposte e soprattutto anzianità dei vigneti, un’età compresa tra i 20-80 anni. Adriano aggiunge: “Particolare cura viene dedicata al lavoro in vigna e al rispetto di ogni singolo vigneto e a un’adeguata gestione agronomica, valori imprescindibili per la produzione di vini che sappiano raccontare in maniera autentica il nostro Roero.”
Di seguito i tre vigneti principali, cuore dell’azienda. Gaiuccio è il complesso di vigne più esteso, viene allevato a nebbiolo, arneis e favorita. Il terreno è caratterizzato da sabbia bianca ricca di calcare. Non può mancare il caratteristico ciabot fatto con mattoni a vista a dominare la collina, in passato veniva utilizzato durante la vendemmia come luogo di ristoro, di riposo dal lungo e duro lavoro tra i filari. Bric Nota, MGA (Menzione Geografica Aggiuntiva) del Roero, qui si trovano le vigne più vecchie dell’azienda, la cui età è compresa tra i 50 e i 90 anni. Trattasi di un appezzamento lavorato a mano per via delle pendenze vertiginose, la natura è contraddistinta da un terreno friabile, vi è poca distanza tra un filare e l’altro. È il nebbiolo qui a farla da padrone, servirà a produrre i rossi più pregiati della Cantina. Infine San Vincenzo, collina costantemente baciata dal sole, ben esposta dove si trovano alcune tra le migliori uve arneis atte a produrre l’omonimo Roero Arneis. Vigne anche in questo caso molto vecchie, caratterizzate da sentieri scoscesi e impervi dove allevare la vite non è per niente facile a causa della conformazione geologica del terreno, ma in grado di dare al vino caratteristiche notevoli e aromi intensi.
In cosa consiste dunque il concetto di biodiversità per Bajaj Moretti? Molto semplice, tra le coltivazioni principali dell’azienda troviamo le celebri fragole del Roero, impianti sperimentali di ciliegie nane, albicocche, pesche, mele, pere e prugne di diverse varietà, kiwi, nocciola “Tonda gentile”, uno dei prodotti più noti e importanti dell’intero Piemonte, castagne della precoce varietà detta “della Madonna”, cavoli di ogni tipo, zucchini, pomodori, insomma “Tutti Frutti” direbbe Little Richard. La Cantina presenta ben sei etichette diverse che nelle prossime pubblicazioni andrò a illustrare singolarmente e con dovizia di dettagli.
Andrea Li Calzi