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Doc e DocgLe regole del vino

Le DOCG del Veneto: Conegliano Valdobbiadene – Prosecco


❂ Conegliano Valdobbiadene – Prosecco D.O.C.G.
(Approvato con D.M. 17/7/2009, G.U. n.173 del 28/7/2009 – Ultima modifica D.M. 12/7/2019, G.U. n.185 dell’8/8/2019)


zona di produzione
in provincia di Treviso: comprende il territorio collinare dei comuni di Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor, Vittorio Veneto;
■ la tipologia Superiore di Cartizze deve essere prodotta esclusivamente nel territorio della frazione di S. Pietro di Barbozza, denominato Cartizze, del Comune di Valdobbiadene;

Zona di produzione Conegliano Valdobbiadene - Prosecco o Conegliano - Prosecco o Valdobbiadene

■ per le varietà pinot bianco, pinot nero, pinot grigio e chardonnay da destinare alla tradizionale pratica prevista per la tipologia spumante:
in provincia di Treviso: comprende il territorio amministrativo dei Comuni di Asolo, Borso del Grappa, Caerano S.Marco, Cappella Maggiore, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Cornuda, Crespano del Grappa, Crocetta del Montello, Farra di Soligo, Follina, Fonte, Fregona, Giavera del Montello, Maser, Miane, Monfumo, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Pieve di Soligo, Possagno, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, S. Zenone degli Ezzelini, Sarmede, Segusino, Sernaglia della Battaglia, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor, Vittorio Veneto e Volpago del Montello;

Zona di produzione pinot bianco, pinot nero, pinot grigio e chardonnay

base ampelografica
anche frizzante, spumante superiore, superiore di Cartizze, Rive: glera, possono concorrere, in ambito aziendale, fino a un massimo del 15%, verdiso e/o bianchetta trevigiana e/o perera e/o glera lunga;
i vini destinati alla pratica tradizionale disciplinata nel paragrafo “norme per la vinificazione”, devono essere ottenuti dalle uve provenienti dai vigneti, ricadenti nell’ambito della zona di produzione prevista, iscritti allo schedario viticolo della DOCG, costituiti dai vitigni Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay, da soli o congiuntamente;

norme per la viticoltura
per i nuovi impianti e reimpianti il numero di ceppi a ettaro, calcolato sul sesto di impianto, non potrà essere inferiore a 2.500;
forme di allevamento: i sesti d’impianto e le forme di allevamento consentiti sono quelli già in uso nella zona, a spalliera semplice. Sono vietate le forme di allevamento espanse (tipo raggi). Per gli impianti realizzati successivamente alla data di approvazione del presente disciplinare, sono vietate le forme di allevamento a cordone libero e cortina;
sistemi di potatura: con riferimento ai suddetti sistemi di allevamento della vite, la potatura deve essere quella tradizionale e, comunque, i vigneti devono essere governati in modo da non modificare le caratteristiche dell’uva, del mosto e del vino;
è consentita l’irrigazione di soccorso;
operazioni di vendemmia: le uve destinate alla produzione dei vini spumanti «Superiore di Cartizze», «Rive» e «sui lieviti», devono essere raccolte esclusivamente a mano;
la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere di 13,5 t/Ha (13,00 t/Ha per la tipologia Spumante con menzione “Rive” e 12,00 t/Ha per la tipologia Spumante con menzione “Superiore di Cartizze“) e 9,50% vol. (9,00% per la tipologia Spumante Superiore e Frizzante);

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione delle uve destinate alla produzione del “Conegliano Valdobbiadene – Prosecco”, devono essere effettuate all’interno della zona delimitata sopra descritta, anche se compresa solo in parte;
le uve delle varietà pinot bianco, pinot nero, pinot grigio e chardonnay, da destinare alla tradizionale pratica correttiva per lo spumante, possono essere vinificate in tutta la zona precedentemente descritta, inoltre, tenuto conto delle situazioni tradizionali, le predette operazioni di vinificazione possono essere effettuate nell’intero territorio amministrativo dei Comuni di Orsago e Arcade in provincia di Treviso;
per la sottozona “Superiore di Cartizze“, le operazioni di vinificazione devono essere effettuate entro il territorio del Comune di Valdobbiadene;
le operazioni di preparazione del vino spumante e frizzante, ossia le pratiche enologiche per la presa di spuma e per la stabilizzazione, la dolcificazione nelle tipologie ove ammessa, nonché le operazioni di imbottigliamento e di confezionamento, devono essere effettuate nel territorio della provincia di Treviso;
le operazioni di elaborazione dei vini spumanti sono eseguite in osservanza alle disposizioni previste dai regolamenti comunitari e dalla legislazione nazionale. Pertanto, le categorie ammesse sono:
♦ vino spumante di qualità;
♦ vino spumante di qualità del tipo aromatico;
♦ vino spumante;
i prodotti elaborati nelle categorie Vino spumante di qualità e Vino spumante, possono essere sottoposti al taglio tradizionale successivamente descritto e all’eventuale aggiunta dello sciroppo di dosaggio (ove previsto dalla normativa comunitaria), che dovrà essere costituito da saccarosio, mosto d’uva derivante da uve della denominazione «Conegliano Valdobbiadene – Prosecco» DOCG e mosto concentrato rettificato e/o loro miscele.
il vino «Conegliano Valdobbiadene – Prosecco» superiore elaborato nella categoria spumante e ottenuto per fermentazione in bottiglia, senza separazione dei residui di fermentazione, deve riportare in etichetta il riferimento «sui lieviti» senza ulteriori specificazioni. Tale spumante è ottenuto con vini di una sola vendemmia con fermentazione in bottiglia da avviare nel periodo dal 1° marzo al 30 giugno successivi alla raccolta delle uve. All’atto dell’avvio della fermentazione in bottiglia, la partita non deve avere una sovrappressione superiore a 0,5 bar;
nei vini destinati alla preparazione del vino spumante, a esclusione di quelli elaborati nella categoria vini spumanti di qualità del tipo aromatico e quelli con il riferimento «sui lieviti», è consentita la tradizionale pratica correttiva di aggiunta di vini ottenuti dalla vinificazione di uve Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (quest’ultime due vinificate in bianco), da sole o congiuntamente, in quantità non superiore al 15%, provenienti dai vigneti iscritti all’apposito schedario viticolo, ubicati nella zona delimitata, a condizione che il vigneto, dal quale provengono le uve di Glera usate nella vinificazione, sia coltivato in purezza varietale e, comunque, che la presenza di uve della varietà minore, sommata a quelle dei Pinot e Chardonnay, non superi la percentuale del 15% sopra indicata. Per il prodotto tranquillo, il vino aggiunto con l’esecuzione di tale tradizionale pratica correttiva dovrà, comunque, sempre sostituire un’eguale aliquota di vino, che non potrà essere preso in carico per la produzione di vini a indicazione geografica tipica con riferimento al nome della varietà Glera, oppure vino spumante varietale, sempre con il nome della medesima varietà;
il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” elaborato nella versione frizzante deve essere messo in commercio nelle tipologie che vanno da “Secco” ad “Amabile” comprese, come previste dalla normativa vigente;
la tipologia «Conegliano Valdobbiadene – Prosecco» spumante superiore con il riferimento «sui lieviti», deve essere immessa al consumo decorsi almeno 90 giorni di fermentazione e di permanenza sulle fecce dell’intera partita;
la tipologia «Conegliano Valdobbiadene – Prosecco» superiore che riporta la menzione «Rive» deve essere immessa al consumo a partire dal primo marzo dell’anno successivo a quello della vendemmia;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
nella designazione del vino spumante è consentito riportare il termine “millesimato“, purché il prodotto sia ottenuto con almeno l’85% del vino dell’annata di riferimento, che va indicata in etichetta;
nella designazione e presentazione del vino spumante è obbligatorio indicare in etichetta l’annata di produzione delle uve;
i vini a denominazione di origine controllata e garantita «Conegliano Valdobbiadene – Prosecco» devono essere immessi al consumo come previsto dalle norme nazionali e comunitarie, nei recipienti in vetro tradizionali per la zona.
i vini a denominazione di origine controllata e garantita «Conegliano Valdobbiadene – Prosecco» possono essere presentati al consumo in recipienti di vetro di qualunque capienza prevista per legge.
Fino a 12 litri sono ammesse solo le bottiglie in vetro, per colore e forma, tradizionalmente usate nella zona, la cui gamma colorimetrica può variare nelle diverse tonalità dal trasparente bianco/mezzo bianco, al giallo foglia morta, al verde, al marrone, al nero di varia intensità.
Non è ammesso l’uso di materiali/dispositivi aderenti al vetro di alcuna forma e dimensione per rivestire il vetro (es. slive). Inoltre, su richiesta degli operatori interessati o del Consorzio di Tutela, può essere consentito, con apposita autorizzazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, l’utilizzo di contenitori tradizionali della capacità superiore a 12 litri, in occasione di eventi espositivi o promozionali;
per i vini tranquilli sono consentite le chiusure con tappo raso bocca in sughero;
per i frizzanti è consentito l’uso delle chiusure sopra menzionate o del tappo a fungo in sughero, inoltre è consentito che il tappo cilindrico di sughero sia trattenuto dalla tradizionale chiusura in spago;
per la tipologia spumante i recipienti devono essere chiusi con il tappo a fungo di sughero marchiato con il nome della denominazione;
per la tipologia spumante confezionata in recipienti di capacità non superiore a 0,200 litri è consentito l’uso del tappo a vite, o di altra forma di chiusura autorizzata a esclusione del tappo corona, provviste o meno di sovratappo a fungo in plastica;

legame con l’ambiente geografico
A) Specificità della zona geografica
Fattori naturali
La morfologia dell’area di produzione della DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco si compone di una serie di rilievi collinari allungati «a cordonata», definito sistema a «hogback», disposti con direzione nord-sud nella parte più meridionale e con direzione est-ovest nella parte settentrionale. Tali rilievi sono separati da una serie di valli percorse da piccoli corsi d’acqua.
L’area a nord si appoggia sulla catena prealpina che funge da barriera naturale all’ingresso di correnti fredde, mentre a sud la zona gode delle temperature miti della Laguna di Venezia, da cui dista soli 40 Km.
La disposizione est-ovest dei terreni collinari, la forte pendenza, la conseguente giacitura rivolta a sud dei vigneti, permette la massima intercettazione dei raggi solari, creando un areale ideale per la coltivazione delle uve bianche destinate al Conegliano Valdobbiadene Prosecco.
I suoli della zona si sono originati dal sollevamento di fondali marini e sono stati successivamente modificati dall’azione dei ghiacciai e dei fiumi.
I terreni sono costituiti in prevalenza da arenarie e marne, a cui si alternano strati morenici e alluvionali. Tale profilo favorisce il costante drenaggio dell’acqua. Il clima dell’area del Conegliano Valdobbiadene è di tipo temperato, con stagioni ben delineate, caratterizzato da un’inversione termica notturna che consente di avere, nel periodo di maturazione delle uve, marcate escursioni di temperatura fra la notte e il giorno, grazie alla discesa lungo i pendii delle colline, di aria fresca proveniente dalle Prealpi.
Le piogge frequenti del periodo estivo garantiscono l’apporto idrico sufficiente per il vitigno Glera, sensibile nel contempo sia al ristagno idrico che alla siccità. Questa condizione particolare si realizza grazie alla forte acclività e allo scarso spessore di suolo esplorabile dalle radici delle viti.
Nel cuore della denominazione è presente una piccola sottozona denominata Cartizze, di soli 106 ha, i cui terreni presentano una particolare pendenza ed esposizione verso sud che crea una sorta di anfiteatro naturale, molto apprezzato a livello qualitativo e paesaggistico. La grande variabilità pedologica e climatica della denominazione trova espressione grazie alla menzione comunale «Rive», che mette in luce la peculiare vocazione che esprimono le diverse località della zona di produzione.
Fattori storici
L’area collinare del Conegliano Valdobbiadene Prosecco vanta un’antichissima tradizione legata alla coltura della vite, le cui prime testimonianze scritte risalgono alle lapidi dei coloni romani.
Già alla fine del VI secolo, il vescovo di Poitier, Venanzio Fortunato, nato a Valdobbiadene, ricordava le sue colline come «la terra in cui eternamente fiorisce la vite sotto la montagna dalla nuda sommità ove il verde ombroso protegge e ristora».
Successivamente la vocazione alla produzione di vini bianchi nella zona di Conegliano Valdobbiadene è testimoniata da numerosissimi documenti, a partire dagli «Statuti Coneglianesi» del 1282, a quelli relativi alla dominazione della Repubblica Veneziana, alle testimonianze per l’apprezzamento del «vino bianco delle colline di Conegliano Valdobbiadene» dei regnanti inglesi, asburgici e polacchi dei secoli successivi.
La prima citazione scritta della coltivazione del Prosecco nelle colline di Conegliano Valdobbiadene, è opera del nobile coneglianese Francesco Maria Malvolti, che nell’VIII numero del Giornale d’Italia del 1772, parla della coltivazione della vite in quest’area. Da questo periodo le citazioni e la fama del Prosecco crebbero in tutto il comprensorio del Conegliano Valdobbiadene, tanto che, verso la metà dell’800, iniziò a essere coltivato in purezza. Importanti in questo senso sono le citazioni di due studiosi; il Conte Balbi Valier, selezionatore del biotipo chiamato Prosecco Balbi «con acini tondi e dal sapore e gusto fine, tendente all’aromatico», ancor oggi apprezzato e largamente coltivato in tutto il comprensorio e quello dello storico Semenzi che, cita in un suo scritto «…squisitissimi vini bianchi sono la verdisa, la Prosecco e la bianchetta», vitigni che ancora oggi compongono l’uvaggio del Conegliano Valdobbiadene.
La tradizione vitivinicola di questo territorio e la cultura scientifica, trovano concreta applicazione con la nascita nel 1876 a Conegliano della prima Scuola di viticoltura ed enologia d’Italia, dalla quale si è sviluppata, nel 1923, la prima Stazione sperimentale di viticoltura ed enologia, ancor oggi sede di riferimento per la ricerca e sperimentazione viticola per il Ministero dell’agricoltura italiana.
Nel 1962 i produttori, al fine di tutelare il territorio e il vino, si riuniscono in Consorzio di tutela per definire il disciplinare di produzione, che consente di ottenere, nel 1969 dal Ministero dell’agricoltura, il riconoscimento a denominazione di origine controllata del «Prosecco dei Colli di Conegliano Valdobbiadene».
Nel 1966, nasce la prima Strada del vino italiana, a conferma della tradizione produttiva e della rinomanza e bellezza di questo territorio.
Il particolare valore del Conegliano Valdobbiadene viene riconosciuto dalla Regione Veneto, nel 2003, con l’istituzione del primo distretto spumantistico italiano, certificando anche sotto il profilo economico la rilevanza nazionale della denominazione.
Nel 2009, grazie al continuo miglioramento della qualità e alla notorietà che ha raggiunto in 40 anni di successi nazionali e internazionali, la denominazione Conegliano Valdobbiadene è stata riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole e forestali, a denominazione di origine controllata e garantita, ponendo questo territorio al vertice qualitativo della denominazione Prosecco.
Nel 2010, i Ministeri dell’agricoltura e dei beni culturali, inseriscono il Conegliano Valdobbiadene Prosecco nella lista prioritaria delle candidature italiane per il riconoscimento come Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Fattori umani
L’area di coltivazione da cui si ottiene il vino Conegliano Valdobbiadene è costituita da colline fortemente acclivi i cui pendii, nel corso dei secoli, sono stati modellati dall’opera manuale e dall’ingegno dell’uomo.
Le operazioni in vigneto sono principalmente effettuate a mano, poiché la forte pendenza dei terreni permette un uso solo parziale delle macchine agricole. Il termine «Rive», di uso tradizionale, è una menzione che distingue i vigneti posti in singoli comuni o frazioni: qui la vendemmia manuale obbligatoria, consente di preservare l’integrità delle bucce degli acini, fondamentale per la conservazione e il successivo trasferimento degli aromi nei vini spumanti. Le colline sono coltivate con filari a «girapoggio», una scelta sviluppata nei secoli dai viticoltori per conservare la fertilità dei suoli e contenere i fenomeni erosivi dovuti alla pendenza. Gli sforzi compiuti dall’uomo nell’arco dei millenni hanno creato e conservato un paesaggio di rara bellezza: vigneti che avvolgono le colline alternati a macchie arboree e arbustive di essenze autoctone, intervengono ad aumentare il patrimonio di biodiversità naturalistica, creando uno degli ambienti viticoli più singolari d’Italia.
Nei secoli l’esperienza dei viticoltori ha caratterizzato la denominazione: la base ampelografica costituita dalla selezione e conservazione di antichi vitigni autoctoni, coltivati nell’area fin dal 1500, (Bianchetta, Verdiso, Perera) è utilizzata dai produttori per comporre le cuveé da avviare alla spumantizzazione. Un’altra pratica storica e tradizionale, prevede l’utilizzo di piccole percentuali di Pinot e Chardonnay nella produzione dello spumante.
La spumantizzazione, che avviene in autoclave con il metodo Martinotti, è stata perfezionata e codificata nella seconda metà del ‘900 a Conegliano dal prof. De Rosa, permettendo di esaltare al meglio le specificità dello spumante di questa zona.
Conegliano è da sempre culla della ricerca e oltre all’antica Scuola Enologica e al Centro di Ricerche Viticole, è presente una sede Universitaria per la laurea in viticoltura ed enologia, strutture che consentono di tramandare alle nuove generazioni, l’enorme patrimonio umano e scientifico sviluppato nei secoli in questo territorio.
B) Specificità del prodotto
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco viene prodotto con un vitigno principale, la Glera, e con altri vitigni minori, Verdiso, Bianchetta, Perera e Glera lunga, che si aggiungono a questa per un massimo del 15%.
L’unione di queste varietà di antica coltivazione nella zona, consente di ottenere un vino bianco, di colore paglierino con riflessi verdognoli, gradevolmente aromatico e sapido.
La Glera è un vitigno vigoroso, che nei secoli ha trovato nelle colline della Denominazione le condizioni ambientali più adatte per un buon accumulo di zuccheri e una contemporanea conservazione dell’acidità malica e delle sostanze aromatiche.
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco viene preparato per più del 90% nella versione spumante.
Si caratterizza per un profumo leggermente aromatico, con sentori fruttati e floreali, di frutta bianca e fiori di campo e acacia.
Di gusto equilibrato, minerale, di vivace acidità che combina l’aromaticità con la sapidità – presenta profumi freschi e fruttati, con sfumature di agrumi di fiori e frutta bianca. Al palato è morbido con maggiore pienezza gustativa per le versioni con più elevato tenore zuccherino.
La tipologia Rive, prodotta esclusivamente con uve provenienti da un unico comune o frazione, è in grado di esaltare tutte le peculiarità dello spumante, ottenuto nei singoli territori.
L’area del Conegliano Valdobbiadene possiede una sottozona che riassume tutte le caratteristiche più tipiche dello spumante: il Cartizze. Sapido ed equilibrato al gusto, ha note molto distintive, un fruttato che ricorda la mela, la pera e un floreale che ricorda i fiori bianchi, il glicine e la rosa.
Il Conegliano Valdobbiadene viene prodotto anche nella versione frizzante, con fermentazione in autoclave, che esprime appieno la vivacità e la freschezza del prodotto e con rifermentazione naturale in bottiglia; sapido e minerale al gusto, si caratterizza per i profumi più maturi e per il leggero sentore di lievito.
Il Tranquillo rappresenta una particolarità locale che si distingue per la «facilità di beva» e le note vinose tipiche del vitigno.
C) Legame causa effetto fra ambiente e prodotto
La naturale vocazione alla produzione di vini bianchi è stata nei secoli il tratto distintivo dell’area Conegliano Valdobbiadene Prosecco; già nel 1936 uno studio pedologico dell’Istituto Sperimentale di Conegliano, individua le caratteristiche pedoclimatiche dell’area della Denominazione e la sua vocazione alla produzione di vini bianchi, fruttati, floreali, sapidi e asciutti.
Il sistema collinare «hogback» favorisce l’intercettazione luminosa, il drenaggio costante dell’acqua e temperature più elevate che permettono al Prosecco, varietà a scarso accumulo zuccherino, di raggiungere il giusto equilibrio fra la componente zuccherina e l’acida.
I suoli, composti da arenarie e marne, frammiste a rocce conglomeratiche e moreniche, conferiscono alle uve note aromatiche molto intense e fini, oltre a una mineralità e sapidità tipiche del Conegliano Valdobbiadene Prosecco.
Il clima temperato e le forti escursioni termiche tipiche di queste zone collinari, determinano nell’uva un accumulo di composti aromatici complessi, che consente di ottenere le caratteristiche note vinose e floreali.
Tali fattori inoltre determinano la conservazione dell’acidità fissa, soprattutto nella sua frazione malica, che nel Conegliano Valdobbiadene Prosecco assicurano allo spumante una freschezza e un’acidità mai aggressiva.
I fattori pedoclimatici di quest’area collinare, infatti, determinano una lenta maturazione dei grappoli, consentendo un accumulo più completo sia delle sostanze aromatiche che una degradazione molto più lenta della componente acida.
La piovosità estiva, che nella zona è significativamente superiore alla restante parte della Provincia di Treviso, permette alla Glera e alle altre varietà minori di vegetare in modo equilibrato e di creare una parete fogliare capace sia di sostenere l’accumulo di componenti glucidiche e aromatiche sia di proteggere i grappoli nel periodo estivo da eventuali scottature solari salvaguardando così la frazione acida e aromatica che caratterizza il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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