Le DOC del Veneto: Montello Asolo o Asolo Montello
❂ Montello Asolo – Asolo Montello D.O.C.
(D.P.R. 27/6/1977 – G.U. n.304 dell’8/11/1977; ultima modifica P.M. n.34697 del 15/5/2019)
► zona di produzione
● in provincia di Treviso: comprende l’intero territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda e Monfumo e parte del territorio dei comuni di Asolo, Borso del Grappa, Caerano S. Marco, Cavaso del Tomba, Crespano del Grappa, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno del Grappa, S. Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello;
■ la zona di produzione delle uve atte alla produzione del vino “Montello – Colli Asolani” Venegazzù, interessa parte del territorio del comune di Volpago del Montello;
► base ampelografica
● bianco: 40-70% chardonnay, 30-60% glera e/o Manzoni bianco e/o pinot bianco e/o bianchetta, possono concorrere le uve dei vitigni a bacca di colore analogo esclusi gli aromatici, idonei alla coltivazione per la provincia di Treviso, max. 15%;
● con menzione del vitigno bianchi: Chardonnay (anche Spumante), Pinot Grigio, Pinot Bianco (anche Spumante), Manzoni Bianco, Bianchetta, ciascuno min. 85%, possono concorrere le uve dei vitigni a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione per la provincia di Treviso, max. 15%;
● rosso: 40-70% cabernet sauvignon, 30-60% merlot e/o cabernet franc e/o carmenère, possono concorrere le uve dei vitigni a bacca di colore analogo esclusi gli aromatici, idonei alla coltivazione per la provincia di Treviso, max. 15%;
● con menzione del vitigno rossi: Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cabernet, Carmenère, Recantina, ciascuno min. 85%, possono concorrere le uve dei vitigni a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione per la provincia di Treviso, max. 15%;
● Venegazzù (anche superiore): 50-70% cabernet sauvignon, 30-50% merlot e/o cabernet franc e/o carmenère, possono concorrere le uve dei vitigni a bacca di colore analogo esclusi gli aromatici, idonei alla coltivazione per la provincia di Treviso, max. 15%;
► norme per la viticoltura
● sono consentite esclusivamente le forme di allevamento a spalliera semplice;
● i nuovi impianti e reimpianti devono essere composti da 3.000 ceppi/Ha per il Glera, 3.500 per le varietà atte alla produzione del “Montello Asolo” o “Asolo Montello” rosso, 3.300 per le altre varietà e 4.000 per la produzione del Venegazzù;
● è ammessa l’irrigazione di soccorso;
● la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere di 12 t/Ha e 9,50% vol. per Glera e Bianchetta, 12 t/Ha e 10,00% vol. per Chardonnay, Merlot e Pinot Bianco, 11 t/Ha e 10,50% vol. per Pinot Grigio, Manzoni Bianco, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Carmenère, 10 t/Ha e 11,00% vol. per il Venegazzù (12,00% vol. per la versione Superiore);
► norme per la vinificazione
● le operazioni di vinificazione e quelle relative alla elaborazione dei mosti o vini destinati a vini spumanti, devono essere effettuate all’interno della zona di produzione delimitata, tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, è consentito che tali operazioni siano effettuate anche nell’intero territorio dei comuni compresi in parte nella zona di produzione ed in quelli di Altivole, Arcade, Borso del Grappa, Crespano del Grappa, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Trevignano, Valdobbiadene e Vidor;
● le operazioni di preparazione del vino spumante, ossia le pratiche enologiche per la presa di spuma e la stabilizzazione, la dolcificazione nella tipologia ove ammessa, nonché le operazioni di imbottigliamento e confezionamento, possono essere effettuate anche nell’intero territorio della provincia di Treviso;
● i vini a denominazione di origine controllata “Montello Asolo” o “Asolo Montello” con nome di vitigno elaborati nella tipologia spumante, devono essere ottenuti ricorrendo esclusivamente alla pratica della rifermentazione naturale, secondo quanto previsto dalle norme comunitarie;
● i vini a denominazione di origine controllata “Montello Asolo” o “Asolo Montello” Rosso e Venegazzù, devono essere immessi in commercio a partire dal 1° settembre dell’anno successivo alla vendemmia e devono essere stati sottoposti a un periodo di affinamento di almeno 6 mesi in botti di rovere;
● il vino a denominazione di origine controllata “Montello Asolo” o “Asolo Montello” Venegazzù, che riporta la qualificazione aggiuntiva “Superiore“, deve essere sottoposto a un periodo di affinamento che dovrà essere di almeno 24 mesi per il Rosso, di cui almeno 12 mesi in botti di rovere e almeno 6 mesi in bottiglia. L’affinamento decorre dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve;
► norme per l’etichettatura e il confezionamento
● per i vini “Montello – Colli Asolani”, a esclusione delle versioni spumante, è obbligatorio riportare in etichetta l’indicazione dell’annata di produzione delle uve;
● tutti i vini designati con la denominazione di origine controllata “Montello Asolo” o “Asolo Montello” devono essere immessi al consumo in tradizionali bottiglie di vetro, nelle capacità ammesse dalla vigente normativa comunitaria e nazionale e comunque non superiore a 12 litri, con abbigliamento consono al loro carattere di pregio.
È consentito, in occasione di particolari eventi espositivi o promozionali, l’utilizzo di bottiglie tradizionali della capacità superiore a litri 12.
● per la chiusura delle bottiglie è consentito l’uso di tappi raso bocca in sughero, a vite a vestizione lunga e altre tipologie e materiali innovativi, a esclusione delle tipologie prodotte nella versione spumante, per le quali sono ammesse le chiusure previste dalla vigente normativa.
● per la chiusura delle bottiglie della sottozona Venegazzù è obbligatorio il tappo di sughero raso bocca;
► legame con l’ambiente geografico
● A) Specificità della zona geografica
◉ Fattori naturali
L’area di produzione del vino DOC “Montello Asolo” o “Asolo Montello” si trova nella regione Veneto a nord di Venezia, in Provincia di Treviso, sui comprensori collinari costituiti dal Montello e dai Colli Asolani posti ai piedi delle Dolomiti, tra Nervesa della Battaglia ad est, e l’abitato di Fonte ad ovest. Sono questi due sistemi collinari quasi a se stanti, separati da una profonda incisione larga circa un chilometro, che costituiscono una unica entità geologica. Sono caratterizzati da un’altitudine che va dai 100 ai 450 metri s.l.m., e da un paesaggio, elemento fortemente distintivo, che presenta una forte integrità e una giacitura con pendenze e curve che gli conferiscono dolcezza e armonia. Le colline sono composte da grosse formazioni di conglomerato tenace formato da rocce cementate tra di loro e ricoperte da suolo marnoso-argilloso o marnoso-sabbioso facilmente lavorabile e disgregabile dagli agenti atmosferici, dalla tipica colorazione rossa che sta a testimoniare la loro origine antica. I suoli sono decarbonatati e a reazione acida, mediamente profondi, con buona capacità di riserva idrica e una buona dotazione minerale, e, non avendo subito violenti interventi di rimaneggiamento, presentano i loro caratteri originali con stratigrafie intatte e tessiture non sconvolte, e un’elevata attività microbiologica sulla sostanza organica che assicura una buona disponibilità di elementi nutritivi. Molto spesso la massa conglomeratica presenta numerose fratture più o meno verticali che favoriscono la circolazione idrica sotterranea e la formazione di fenomeni carsici testimoniati, soprattutto sul Montello, da oltre 2000 “doline”, con cavità del suolo di diversa dimensione formanti un perfetto sistema drenante sotterraneo.
La peculiarità climatica del territorio consiste nel susseguirsi di primavere miti, estati non troppo calde e autunni nuovamente miti grazie alla favorevole esposizione a sud dei versanti vitati e alla conformazione dei rilievi che si dispongono ortogonali ai venti freddi che provengono da nord-est; le temperature estive hanno valori medi di 22.6 °C con i valori massimi a luglio; gli autunni si presentano caldi e secchi grazie alla presenza di brezze e forti escursioni termiche notte-giorno.
Le precipitazioni sono di circa 700 mm da aprile a settembre, con una distribuzione discretamente regolare; tale piovosità si deve sempre correlare alla giacitura collinare dei suoli e quindi al facile smaltimento dell’acqua in eccesso e alla natura sciolta del terreno che permette una veloce infiltrazione sottosuperficiale.
◉ Fattori storici
La presenza e lo sviluppo della vite sui Colli Asolani e sul Montello si deve ai monaci benedettini prima e alla presenza della Repubblica Veneta poi.
I monaci benedettini si insediarono intorno all’anno mille, in particolare nel monastero di S. Bona a Vidor e nella Certosa del Montello a Nervesa; con il loro operato essi hanno influenzato in modo molto importante la storia agraria e vitivinicola del territorio, determinando la profonda cultura per la vite e il vino che persiste tutt’ora, tanto che la specializzazione degli impianti è più volte sottolineata nei testi storici. Nella seconda metà del 1300, quando quest’area passò ai veneziani, i Colli Asolani e il Montello vennero subito riconosciuti come un’importante area enoica e i suoi vini venivano esportati all’estero già nel 1400. Nel Cinquecento, che vede il trionfo della nobiltà veneziana con la costruzione di ville, barchesse e case di caccia con relativi vigneti, si ha il diffondersi nella zona di un pensiero aristocratico di ricerca del bello e del buono che si trasmette nel sapere viticolo ed enologico popolare. I colli sono ammirati dalle più prestigiose personalità e il vino è un prodotto ricercato che si confronta a Venezia con i vini portati dalla Grecia e viene tassato un terzo in più perché considerato migliore rispetto a quello di altre zone.
A partire dal 1977 questi vini sono stati oggetto di tutela con il riconoscimento della DOC “Montello e Colli Asolani” e continuano a ottenere riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.
◉ Fattori umani
Nel “Montello Asolo” o “Asolo Montello”, l’antica conduzione familiare dove il vino costituiva parte importante dell’alimentazione quotidiana e dell’economia locale, ha caratterizzato un paesaggio rimasto con una forte integrità, che ha conservato i suoli originari e pertanto molto favorevoli alla coltivazione, dove la presenza non invadente del vigneto divide tutt’oggi lo spazio con altre colture.
Da una civiltà importante come quella veneziana, si è sviluppata inoltre una imprenditorialità vivace e dinamica, e, grazie anche alla presenza a pochi chilometri della Scuola Enologica di Conegliano fondata nel 1876 e del Centro di Ricerca per la Viticoltura che hanno contribuito all’evoluzione culturale e alla specializzazione degli operatori, è cresciuta una vitivinicoltura in grado di valorizzare la splendida vocazione naturale del territorio.
● B) Specificità del prodotto
I vini rossi “Montello Asolo” o “Asolo Montello” particolarmente quelli ottenuti sulle marne più magre, devono le loro peculiarità alla presenza di una ricca composizione fenolica, a una diversificata composizione aromatica e a un rapporto zuccheri/acidi ben calibrato. Presentano tannini morbidi, una alta concentrazione in antociani, un colore rosso rubino che tende al granato con l’invecchiamento, profumo vinoso intenso, una elevata ed equilibrata struttura.
I vini delle varietà bianche (Pinots, Chardonnay, Manzoni Bianco, Bianchetta), soprattutto quelli ottenuti sui conglomerati e sui suoli più fertili e dove le escursioni termiche sono più accentuate, sono caratterizzati da intensi profumi floreali e fruttati esaltati da una fresca acidità e da una eleganza di corpo.
Analisi organolettiche ripetute su più annate, confermano una costanza qualitativa indice di una stretta relazione tra prodotto e luogo di origine.
● C) Legame causa effetto
L’interazione dei diversi fattori che caratterizzano i colli in esame (clima, suoli, morfologia, esposizione), determina delle condizioni differenziate che risultano ideali per le diverse tipologie di vini.
Nei vini rossi le peculiarità climatiche quali i versanti esposti al sole, protetti dai venti freddi che provengono da nord, favorendo condizioni autunnali miti, permettono di avere maturazioni prolungate nel tempo che aggrediscono le note erbacee e ruvide, lasciando spazio alla maturazione zuccherina e fenolica che si trasforma in vini morbidi ed aristocratici. I terreni, soprattutto ove costituiti da marne più magre, favoriscono nei vini rossi la ricca composizione fenolica, una diversificata composizione aromatica e ad un rapporto zuccheri/acidi ben calibrato; questo determina i colori dal rosso rubino che tende al granato con l’invecchiamento, profumi con sfumature che possono presentarsi da leggermente erbacee, fino alla frutta rossa a piena maturazione; sapore di corpo, armonico e ben strutturato che può essere sapido, leggermente tannico, morbido, speziato, lievemente erbaceo.
Nei bianchi, estati non troppo calde evitano maturazioni troppo anticipate con bassi livelli acidi e note aromatiche troppo dolci e esotiche, e, particolarmente sui suoli più fertili e dove le escursioni termiche sono più accentuate, favoriscono la sintesi dei terpeni e dei composti benzenici responsabili dei sentori agrumati, floreali e di frutta fresca esaltati da una fresca acidità e da una eleganza di corpo (non a caso questa zona di produzione fornisce le migliori espressioni del Manzoni Bianco, confermate dai numeri riconoscimenti internazionali).
Altro elemento qualificante è l’utilizzo di varietà autoctone quali Bianchetta e Recantina, che dato il loro perfetto adattamento a queste zone collinari arricchiscono e danno originalità alla gamma dei vini.
La piovosità, la giacitura collinare dei suoli favorevole allo smaltimento dell’acqua in eccesso e la natura sciolta del terreno che permette una veloce infiltrazione sottosuperficiale, permettono al vitigno una vigoria sempre su livelli equilibrati e contenuti che riesce comunque a proteggere i grappoli e a salvaguardare le sostanze aromatiche.
La granulometria e la conformazione dei suoli permette all’apparato radicale un rifornimento idrico regolare, indispensabile per vitigni dal quale si vuole ottenere freschezza, acidità e intensità aromatica.
La natura acida di tali suoli porta la pianta a privilegiare l’assorbimento di una maggior quota di microelementi rispetto ai suoli neutri, permettendo alla vite di raggiungere un buon equilibrio tra l’attività vegetativa e produttiva.