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Le DOC del Veneto: Monti Lessini

Le Doc del Veneto: Monti Lessini


❂ Monti Lessini D.O.C.
(D.P.R. 25/6/1987 – G.U. n.6 del 9/1/1988; ultima modifica D.M. 7/3/2014, pubblicato sul Sito ufficiale del Mipaaf, Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)


zona di produzione
● in provincia di Verona: l’intero territorio dei comuni di San Giovanni Ilarione, Vestenanova e parte del territorio dei comuni di Badia Calavena, Cazzano di Tramigna, Montecchia di Crosara, Roncà, Tregnago;
● in provincia di Vicenza: l’intero territorio dei comuni di Arzignano, Brogliano, Castelgomberto, Chiampo, Gambugliano, Trissino e parte del territorio dei comuni di Cornedo, Costabissara, Gambellara, Isola Vicentina, Malo, Marano Vicentino, Monte di Malo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Nogarole Vicentino, San Vito di Leguzzano, Schio, Zermeghedo;

base ampelografica
bianco: chardonnay min. 50%, per la restante parte possono concorrere, da sole o congiuntamente, garganega, durella, pinot bianco, pinot nero, pinot grigio e sauvignon;
Durello (anche passito): durella min. 85%, per la restante parte possono concorrere, da sole o congiuntamente, garganega, pinot bianco, chardonnay, pinot nero;
Pinot Nero: pinot nero min. 85%, per la restante parte possono concorrere altre varietà a bacca rossa, non aromatiche, idonee alla coltivazione per le province di Verona e Vicenza;

norme per la viticoltura
le viti devono essere allevate a spalliera semplice o doppia, a pergola veronese o pergoletta con potatura tradizionale, che assicuri l’apertura dell’interfila;
è fatto obbligo nella conduzione delle pergole veronesi a tetto piatto la tradizionale potatura, a secco ed in verde, che assicuri l’apertura della vegetazione nell’interfila e una carica massima di 50 mila gemme/ettaro;
i nuovi impianti e reimpianti devono essere composti da 3.000 ceppi/Ha, ad esclusione delle varietà Durella e Garganega, per le quali il numero di ceppi per ettaro non può essere inferiore a 2.500;
è ammessa l’irrigazione di soccorso;
la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere di 16 t/Ha e 9,50% vol. per la tipologia Durello, 12 t/Ha e 10,50% vol. per Bianco e Pinot Nero;

norme per la vinificazione
le operazioni di appassimento e vinificazione delle uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Monti Lessini”, nonché di affinamento dei vini laddove previsto, devono essere effettuate all’interno dei comuni compresi totalmente o parzialmente nella zona di produzione delimitata; tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali, è consentito che tali operazioni siano effettuate anche nei comuni limitrofi di Monteforte, Soave, Colognola ai Colli, Illasi, Mezzane, Verona, S. Mauro di Saline, Velo Veronese e Selva di Progno per la provincia di Verona e Lonigo, Sarego, Brendola, Altavilla Vicentina, Sovizzo, Monteviale, Vicenza, Caldogno, Villaverla, Thiene, Santorso, Torrebelvicino, Valdagno, San Pietro Mussolino, Valli del Pasubio e Velo d’Astico per la provincia di Vicenza;
la vinificazione delle uve destinate alla produzione dei “Monti Lessini” passito, può avvenire solo dopo che le stesse siano state sottoposte ad appassimento naturale, per un periodo non inferiore ai 2 mesi, avvalendosi anche di sistemi e/o tecnologie che comunque non aumentino la temperatura dell’appassimento rispetto al processo naturale;
le operazioni di conservazione e vinificazione delle uve destinate alla produzione della tipologia Passito devono aver luogo unicamente nell’ambito della zona di produzione;
l’appassimento può essere condotto anche con l’ausilio di impianti di condizionamento ambientale purché operanti a temperature analoghe a quelle riscontrabili nel corso dei processi tradizionali di appassimento;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
nella designazione e presentazione dei vini “Monti Lessini” deve essere obbligatoriamente indicata l’annata di produzione delle uve dalle quali sono stati ottenuti i detti vini;
i vini a denominazione di origine controllata “Monti Lessini” devono essere immessi al consumo esclusivamente in bottiglie fino a 9 litri, chiuse con tappo raso bocca; per le bottiglie fino a 0,375 litri è consentito anche l’uso del tappo a vite. Per le bottiglie fino a 1,5 litri, ad esclusione della tipologia passito, è consentito anche l’uso della capsula a vite a vestizione lunga;

legame con l’ambiente geografico
A) Specificità della zona geografica
Fattori naturali
L’area compresa nella zona a DOC della denominazione “Monti Lessini” si estende per una superficie di oltre 30.000 ettari nella porzione collinare dei Monti Lessini orientali a cavallo del confine tra le province di Verona e Vicenza.
L’assetto fisiografico, comune a tutti i Lessini, è caratterizzato da estese e talora strette incisioni vallive disposte a ventaglio con sostanziale andamento NNW-SSE separate da altrettante dorsali, con analogo andamento, che scendono a Sud verso la Pianura Padana. Il dislivello altimetrico compreso nell’area è di circa 800 m.
II sistema idrografico dell’area si presenta particolarmente sviluppato ed è costituito principalmente dai fiumi che scendono dai Monti Lessini.
II clima dell’area è caratterizzato da piovosità annua che possono superare i 1000mm e da temperature medie annue di circa 14 °C, con inverni miti grazie alla protezione a nord dei Monti Lessini e estati fresche, caratterizzate da un’elevata escursione notte/giorno.
Il territorio è caratterizzato soprattutto nei versanti collinari della Val d’Alpone e della Val di Chiampo, fino alla valle dell’Agno, da predominanti rocce vulcaniche e vulcanico-detritiche basiche. I suoli che ne derivano sono moderatamente profondi, con tessitura fine e con scheletro basaltico scarso in superficie ma più abbondante in profondità.
Fattori storici e umani
Sette secoli di storia per la viticoltura dei Monti Lessini sono un traguardo che sottolinea con forza quanto l’uomo da sempre sia attento alle sorti della vigna in questa zona alto collinare, a cavallo tra le province di Verona e di Vicenza nell’area dei Monti Lessini. Qui il vitigno principale è la Durella, quasi una varietà esclusiva della zona, discendente dalla ”Durasena” citata negli Statuti di Costozza del 1290.
È una varietà a bacca bianca dal grappolo alato e compatto. Il nome deriva dalla durezza e resistenza della buccia e dalla elevata acidità totale che caratterizza il vino e ne permette un’elevata longevità.
Documenti storici sull’agricoltura dei Monti Lessini evidenziano spesso la frase “Terra cum vineis”, appezzamento di terreno coltivato interamente a vite. Nel periodo intercorso tra il Medioevo e i primi anni del secolo XIX la viticoltura e l’enologia nelle province di Verona e Vicenza, e così nella zona dell’Alpone e quella dell’Agno-Chiampo, hanno visto un progressivo affinamento delle pratiche colturali ed enologiche.
Oggi i sistemi di allevamento più usati nella zona della Durella sono la “pergola veronese” semplice o doppia e il guyot. Negli ultimi tempi si è affermata la pergola veronese doppia aperta al centro, a bassa carica di gemme speronata. Questo sistema di allevamento permette una maggiore insolazione, un migliore ricambio di aria e una migliore pigmentazione delle uve.
La naturale selezione operata dall’uomo nel corso della sua attività, ha portato a coltivare e diffondere i vitigni più adatti nei diversi areali.
Oltre alla tradizionale Durella, sono stati quindi piantati Chardonnay e Pinot Nero che hanno dimostrato fin da subito vocazione per questi climi e questi suoli.
Nata con DM 25/06/1987 – GU n. 6 del 09/01/1988 all’interno della DOC Lessini Durello, nel 2011 la denmominazione, contestualmente al riconoscimento dalla DOC “Lessini Durello”, ha modificato la denominazione in “Monti Lessini”. Il Consorzio di Tutela del Monti Lessini nato con Decreto del Ministero nel 2000, opera per valorizzare la denominazione nella sua realtà produttiva e socio economica delle Vallate Veronesi e Vicentine che rientrano nella zona del disciplinare di produzione.
B) Specificità del prodotto
Il Monti Lessini Durello è un vino bianco fermo, talvolta con una residua presenza di CO₂, definito vivace come da tradizione. L’assenza della fase di spumantizzazione evidenzia con più forza la ricchezza in acido malico di questi vini che abbisognano di un periodo più lungo di affinamento per trovare il giusto equilibrio. Profumi delicati e struttura spesso sostenuta anche da vendemmie tardive, definiscono un vino dalla forte personalità, pronto a confrontarsi anche con piatti molto impegnativi.
Il Monti Lessini Bianco è ottenuto con un minimo di 50% di Chardonnay e può essere accompagnato anche da altri vitigni presenti sul territorio quali Durella, Garganega, Pinot Bianco, Pinot Nero, Pinot Grigio e Sauvignon. I vini sono di un colore giallo anche carico con profumi molto importanti. I sistemi di allevamento e l’altitudine non consentono rese alte per cui i vini sono caratterizzati da una buona struttura e dall’esigenza di una maturazione anche in botte per qualche tempo.
Il Monti Lessini Pinot Nero gode di un felice legame tra vigna e territorio. Il colore è solitamente più vivo, brillante, intenso dei Pinot Neri allevati in altre zone. Sono vini caratterizzati da un corpo non troppo eccessivo, ma che possono stupire per la buona intensità olfattiva nella quale prevalgono le note speziate e floreali e con un adeguato affinamento anche di frutta matura e sentori di ciliegia.
Il Durello Passito dal punto di vista visivo, ha le caratteristiche di un vino dolce ottenuto con il classico appassimento dell’uva Durella nei fruttai per alcuni mesi. Il profilo olfattivo e soprattutto il gusto definiscono però un vino completamente diverso da altri prodotti ottenuti con la stessa tecnica. Qui il vitigno Durella, soprattutto grazie alla sua importante acidità, definisce un vino molto originale dove dolcezza e vivacità acida sembrano convivere a forza ma che sviluppa tutta la sua armonia quando è chiamato ad accompagnare formaggi molli e molto sapidi piatti molto grassi.
Allo stesso tempo, accanto a profumi primari legati alla flora indigena, l’evoluzione dei vini fa emergere con costanza note marine e sentori minerali molto definiti originati dalle peculiarità geologiche. La struttura di questi vini non è mai eccessiva ma ciò non preclude una sorprendente longevità.
C) Legame causa effetto fra ambiente e prodotto
I sistemi di allevamento a pargola, sviluppati tradizionalmente dai produttori della zona per l’allevamento della Durella, permettono una maggiore insolazione, un migliore ricambio di aria e una migliore pigmentazione delle uve.
Suolo, clima, pendenze e forme di allevamento sembrano garantire sempre un patrimonio in acidità superiore ad altri territori della stessa Regione. È fuori dubbio che la viticoltura dell’area DOC Monti Lessini, possa avvalersi di uno stretto legame di identità tra i suoi vini e gli elementi tipici del territorio: da un lato un vitigno antico ed autoctono, la Durella, e dall’altro vitigni spesso di origine internazionale si sono adattati ad un ambiente in gran parte ancora incontaminato e con un paesaggio conservato e ancora da proporre nei suoi angoli più caratteristici.
Se da un lato troviamo quindi il territorio viticolo con le sue peculiarità ben definibili e definite, dall’altro abbiamo invece il vitigno con una sua reazione ben precisa ai fattori termici, idrici, pedologici e colturali.
La storia geologica di questo territorio si ritrova tutta nei vini. È questa la zona dei pesci fossili a una attività vulcanica antica.
Tutte le produzioni ricordano queste due anime così fuse e così distinte di questo territorio. Salinità, sentori di gesso e di iodio si fondono con profili minerali ben definiti tipici dei vini ottenuti sui suoli vulcanici. Esposizione e soprattutto altitudine con temperature non eccessive neanche in estate definiscono vini molto agili, freschi ma di sorprendente longevità. La flora indigena molto variegata sembra definire il profilo aromatico di questi vini: sambuco, biancospino e acacia per i vini bianchi e ciliegio, mora e lampone per i vini rossi.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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