Le DOC della Liguria: Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua
❂ Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua D.O.C.
(D.P.R. 28/1/1972 – G.U. n.125 del 15/5/1972; ultima modifica D.M. 7/3/2014 pubblicato sul Sito ufficiale del Mipaaf – Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)
► zona di produzione
● in provincia di Imperia: comprende in tutto i territori dei comuni di Apricale, Baiardo, Camporosso, Castel Vittorio, Dolceacqua, Isolabona, Perinaldo, Pigna, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima e Soldano, nonché la frazione Vallecrosia Alta, del comune di Vallecrosia, e quella di Mortola Superiore, S.Bartolomeo Carletti, Ville, Calandri, S.Lorenzo, S. Bernardo, Sant’Antonio, Sealza, Villatella, Calvos S.Pancrazio, Torri, Verrandi e Calandria di Trucco del comune di Ventimiglia, e quella parte del territorio del comune di Vallebona che è situata sulla riva destra del torrente Borghetto;
► base ampelografica
● anche superiore: rossese min. 95%, possono concorrere le uve di altri vitigni, non aromatici, a bacca rossa, idonei alla coltivazione per la Regione Liguria, presenti nei vigneti max. 5%;
► norme per la viticoltura
● è ammessa l’irrigazione di soccorso;
● la resa di uva ammessa in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere di 9 t/Ha e 11,50% vol. (12,00% vol. per la tipologia Superiore);
► norme per la vinificazione
● le operazioni di vinificazione e imbottigliamento devono essere effettuate all’interno della zona di produzione delimitata, tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, è consentito che tali operazioni siano effettuate nell’intero territorio dei comuni anche se soltanto in parte compresi nella zona delimitata;
● il vino “Rossese di Dolceacqua” o “Dolceacqua” Superiore non può essere immesso al consumo prima del 1° novembre dell’anno successivo a quello della vendemmia;
► norme per l’etichettatura e il confezionamento
● per tutte le tipologie è obbligatoria l’indicazione, in etichetta, dell’annata di produzione delle uve;
● è consentito l’uso di bottiglie in vetro aventi capienza massima di litri 12. Tappatura: in base alle norme vigenti, è escluso l’uso del tappo a corona;
► legame con l’ambiente geografico
● A) Informazioni sulla zona geografica
◉ Fattori naturali rilevanti per il legame
la zona geografica riferita al territorio della Denominazione di Origine Rossese di Dolceacqua ricade nell’estrema parte occidentale della Regione Liguria in Provincia di Imperia, a Dolceacqua e comuni limitrofi.
I vigneti sono situati per la maggior parte in media – alta collina in versanti terrazzati.
◈ Aspetti pedologici
i substrati litologici dei rilievi collinari del ponente ligure imperiese maggiormente rappresentati sono sedimenti marini (torbiditi) a prevalente composizione arenacea, in minore misura si rileva la presenza di marne. Mediamente i suoli sono moderatamente profondi.
La tessitura è franco – grossolana con reazione del suolo acida – subacida nel caso di substrati arenacei, la tessitura è fine con reazione del suolo alcalina – subalcalina nel caso di substrati marnosi.
◈ Aspetti topografici
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra lo 0 e i 2100 m s.l.m. con quota prevalente compresa tra 200 e 500 m, pendenza tra il 35 e il 50%, esposizione prevalente orientata verso sud e distanza dal mare compresa tra 0 e 23 Km.
◈ Aspetti climatici
La temperatura media dell’area interessata è pari a circa 13°C.
L’indice bioclimatico di Huglin (IH) che descrive l’andamento fenologico e della maturazione è pari a circa 1900°C con valori compresi tra 1630 e 2100 a seconda delle annate. La somma delle temperature attive (STA) che dà indicazioni sulle disponibilità termiche della zona è pari a circa 1560°C con valori compresi tra 1340 e 1810. La sommatoria delle escursioni termiche (SET), altro indice bioclimatico utile per la caratterizzazione di un territorio viticolo, è pari a circa 570°C con valori compresi tra 480 e 640.
Il massimo della piovosità si verifica nel mese di dicembre con una media di circa 115 mm, il minimo di piovosità nel mese di luglio con 17 mm medi.
Le precipitazioni medie annue risultano essere di circa 680 mm; i giorni con pioggia tra aprile e ottobre sono mediamente 47 con un massimo di 10 giorni ad aprile e un minimo di 4 giorni ad agosto.
◉ Fattori umani rilevanti per il legame
Nella seconda metà del XIII secolo, i vigneti, consociati sovente ai ficheti secondo il sistema dell'”aggrego”, costituiscono ormai l’elemento predominante del paesaggio agrario nelle valli intemedie tracciate dai corsi d’acqua Roia, Nervia e Verbone. Documentazione commerciale tra il centro di Ventimiglia e il porto di Genova, risalente al 1258-59, cita quantità notevoli (oltre 21.000 lt.) di vino rosso “Vermiglio” certamente il primitivo modello dell’attuale Rossese, di cui si farà menzione nei secoli seguenti. Le fonti rivelano anche l’ubicazione di molti terreni vitati in siti tuttora riconoscibili: nella piana di Latte e sui declivi collinari che delimitano la valletta omonima, a Roverino e Santo Stefano in Val Roia, a Seborino, San Pietro, Sant’Andrea e San Giorgio in Val Nervia, a San Vincenzo e in Verbone lungo il torrente di Vallecrosia, a Borghetto e Vallebona nell’immediato retroterra dell’abitato attuale di Bordighera.
A cavallo di Medioevo ed Età Moderna, al rosso “Vermiglio” si affiancano il “Rocesio” o Rossese bianco e soprattutto il Moscatello o Moscato bianco, che rivaleggia con quello celeberrimo di Taggia. Nei secoli XVII-XVIII l’espansione dell’olivo ridisegna il paesaggio agrario intemelio, tuttavia l’incidenza della vite rimane molto forte nel territorio del Marchesato dei Doria di Dolceacqua, dove si assiste al declino del Moscatello, che cede di fronte al considerevole afflusso di vini d’oltralpe o spagnoli di maggiore qualità, e all’impianto del Rossese a bacca nera, di probabile origine francese.
Nel corso dell’Ottocento, i vigneti si spostano in posizioni d’altura ben esposte al sole, radicandosi nei luoghi che costituiscono le attuali “indicazioni geografiche” del Dolceacqua. Nel 1883, i borghi facenti parte dell’attuale denominazione di origine producono circa 16.000 ettolitri di vino. All’inizio del XX secolo, dopo l’impatto devastante della fillossera, la superficie vitata delle Valli Nervia e Roia supera i 2.400 ettari, circa il 40% del totale provinciale, laddove la produzione, nel 1923, tocca il vertice di 36.000 ettolitri. Il Rossese alligna, come vitigno principale, in tutti i comuni intemeli, ma registriamo pure la discreta presenza della varietà Massarda a bacca bianca. Intorno agli anni Cinquanta, infine, nell’estrema area occidentale della provincia di Imperia vengono fabbricati circa 7.000 ettolitri di Rossese, che ottiene lusinghieri apprezzamenti partecipando ai concorsi enologici banditi dalla Camera di Commercio di Asti.
● B) Informazioni qualità e caratteristiche prodotto esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
La DOC Rossese di Dolceacqua fa riferimento a due tipologie di vino che, dal punto di vista chimico e organolettico, presentano caratteristiche che permettono una chiara individuazione della sua tipicità e del legame col territorio.
Le peculiarità dei vitigni utilizzati per le varie tipologie, grazie all’influenza dell’ambiente geografico in cui sono coltivati (clima e pratiche di elaborazione dei vini consolidate in zona e adeguatamente differenziate per ciascuna delle tipologie), danno luogo a vini con caratteristiche molto riconoscibili. In particolare i vini si distinguono per il fatto di possedere acidità contenute, colori intensi, profumi fini ma intensi e persistenti, gusto armonico e persistente.
● C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
Nella provincia di Imperia il Rossese costituisce “il vitigno” la cui coltivazione ha storicamente caratterizzato l’evoluzione agraria di questi territori con numerosi riferimenti e testimonianze che di fatto ne certificano l’importanza ed il valore. Le più recenti ricerche scientifiche basate sulla conoscenza e comparazione tra i genomi conferma come il Rossese a bacca nera (ma anche quelli a bacca bianca) è vero vitigno autoctono non riscontrato in altre zone di coltivazione italiane ed europee; tale peculiarità in relazione al fatto che ben pochi sono i vitigni a bacca rossa affermatisi nelle regioni di costa fanno del vino ROSSESE una esclusività unica del territorio imperiese che in DOLCEACQUA trova il suo epicentro.
Il clima inoltre aggiunge al prodotto di quell’uva particolarità interessanti immediatamente riscontrabili, ad esempio, nella potenzialità alcolica del vino che, quando espressa ai suoi livelli più elevati, consente addirittura raggiungimenti qualitativi eccelsi evidenziabili dalla menzione “superiore” appunto.
► Menzioni geografiche aggiuntive DOC “Rossese di Dolceacqua” o “Dolceacqua”