Le Docg della Sicilia: Cerasuolo di Vittoria
❂ Cerasuolo di Vittoria D.O.C.G.
(Approvato DOC con D.P.R. 29/5/1973 – G.U. n.221 del 28/8/1973; approvato DOCG con D.M. 13/9/2005 – G.U. n.224 del 26/9/2005; ultima modifica D.M. 7/3/2014, pubblicato sul Sito ufficiale del Mipaaf, Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)
► zona di produzione
● in provincia di Ragusa: comprende tutto il territorio dei comuni di Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Santa Croce Camerina, Vittoria e parte del territorio comunale di Ragusa;
● in provincia di Caltanissetta: comprende parte del territorio dei Comuni di Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi e Riesi;
● in provincia di Catania: comprende parte del territorio dei Comuni di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone;
► base ampelografica
● anche classico: 50-70% nero d’Avola, 30-50% frappato;
► norme per la viticoltura
● è consentita l’irrigazione di soccorso;
● per gli impianti esistenti e realizzati dopo l’entrata in vigore del presente disciplinare sono ammesse esclusivamente le forme di allevamento ad alberello e a spalliera semplice;
● i nuovi impianti e reimpianti dovranno prevedere un numero minimo di 4.000 ceppi/ettaro;
● i vigneti hanno diritto alla D.O.C.G. solo a partire dal terzo anno di produzione;
● la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico minimo naturale devono essere di 8 t/Ha e 12,50% vol.;
► norme per la vinificazione
● le operazioni di vinificazione e imbottigliamento devono essere effettuate all’interno della zona delimitata, tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, è consentito che tali operazioni siano effettuate nell’intero territorio della provincia di Ragusa, negli interi territori amministrativi dei Comuni di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino in provincia di Caltanissetta, negli interi territori amministrativi dei Comuni di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone in provincia di Catania;
● la resa massima di uva in vino non deve essere superiore a 52hl per ettaro;
● il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Cerasuolo di Vittoria” deve essere immesso al consumo non prima del 1° giugno dell’anno successivo alla vendemmia. Per il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Cerasuolo di Vittoria Classico” l’immissione al consumo non potrà avvenire prima del 31 marzo del secondo anno successivo alla vendemmia;
► norme per l’etichettatura e il confezionamento
● nella designazione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita «Cerasuolo di Vittoria» e «Cerasuolo di Vittoria Classico» può essere utilizzata la menzione «vigna» a condizione che sia seguito dal corrispondente toponimo, che la relativa superficie sia distintamente specificata nell’albo dei vigneti, che la vinificazione l’elaborazione e la conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione, seguita dal toponimo, venga riportata sia nella denuncia delle uve, sia nei registri, sia nei documenti di accompagnamento;
● nell’etichettatura dei vini è consentito l’uso dell’unità geografica più ampia “Sicilia”;
● per i vini a denominazione di origine controllata e garantita “Cerasuolo di Vittoria” e “Cerasuolo di Vittoria Classico” è obbligatorio indicare l’annata di produzione delle uve da cui il vino, così qualificato, è stato ottenuto;
● i vini a denominazione di origine controllata e garantita “Cerasuolo di Vittoria” e “Cerasuolo di Vittoria Classico” devono essere immessi al consumo unicamente in contenitori di vetro tradizionali fino a litri 5;
► legame con l’ambiente geografico
● A) Informazioni sulla zona geografica
◉ Fattori naturali rilevanti per il legame
La zona geografica delimitata ricade nella Sicilia sud-orientale ed interessa le provincie di Ragusa, Caltanissetta e Catania per una estensione di circa 124.500 ettari.
La zona è delimitata a nord dal complesso dei monti Erei, a sud dal mar Mediterraneo, a est dai rilievi dei monti Iblei e a ovest dalle colline centro-meridionali della provincia di Caltanissetta.
Al suo interno si possono distinguere tre macroaree:
▪ una zona costiera con altitudine media compresa tra 0 e 200 m. slm;
▪ una zona di media collina con vigneti posti da 200 a 350 m slm;
▪ una zona di alta collina con altimetria media superiore ai 350 m slm.
La zona di coltivazione della DOCG Cerasuolo di Vittoria, da un punto di vista geologico è a dominante calcarea (calcareniti del Miocene ricoperte da terreni sciolti del Pleistocene), ma sono presenti anche formazioni prevalentemente sabbiose e argilloso-sabbiose con subordinati livelli calcarenitici.
I suoli della zona di produzione si identificano principalmente nelle seguenti associazioni:
▪ 15% suoli bruni, formatisi su rocce prevalentemente sabbiose e conglomeratiche;
▪ 50% suoli bruni liscivati-terra rossa, formatisi in prevalenza su substrato calcarenitico;
▪ 25% suoli bruni, bruni vertici, vertisuoli;
▪ 10% suoli alluvionali e vertisuoli lungo i fiumi e fondovalli.
Le condizioni climatiche medie del comprensorio sono quelle tipiche del clima mediterraneo caldo arido, con scarse piogge nei mesi estivi ed una temperatura media annua che va dai 19,6 C° di Gela, nell’areale costiero, ai 15,4 C° di Caltagirone nell’areale di alta collina.
I mesi di luglio-agosto sono caratterizzati da una forte escursione termica che va dai 9 C° della zona costiera, agli 11° della zona di alta collina sino ai 13-14°C della zona di media collina.
La piovosità media annua oscilla dai 385 mm della zona costiera ai 444 mm della zona di media collina sino ai 499 mm della zona di alta collina.
Nei mesi di giugno-agosto cade mediamente 1 mm di pioggia nella fascia costiera, poco più di 1 mm nella zona di media collina e 9 mm nella zona di alta collina.
◉ Fattori umani rilevanti per il legame
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a docg “Cerasuolo di Vittoria”.
La vitivinicoltura si diffuse nella Sicilia orientale sin dall’epoca della colonizzazione greca, (VII-VI sec. a.C.), in particolare, nella Sicilia sud-orientale, con la fondazione di Siracusa (733-734 A.C.) la più importante città greca dell’isola e, successivamente, con la fondazione da parte dei siracusani della colonia di Kamarina (598 A.C.), costruita alla foce del fiume Ippari, nell’attuale territorio della provincia di Ragusa e, dunque, nel comprensorio di produzione della docg “Cerasuolo di Vittoria”. Alcune monete ritrovate nel territorio camarinese riportano, infatti, nell’esergo, la raffigurazione di anfore vinarie, tipiche per la bocca stretta e la pancia allungata, che venivano usate soprattutto per il trasporto e la commercializzazione del vino, così come numerose anfore sono state ritrovate nei fondali del mare antistante Kamarina, Sempre in questo territorio è stato ritrovato un reperto eccezionale costituito da una lamina di piombo arrotolata, che è un vero e proprio atto notarile di vendita di un terreno coltivato a vite, compreso tra i fiumi Ippari ed Irminio, il cui compratore era un donna proprietaria di una rivendita di vini, quindi in quella data (III sec. A.C.) esisteva già la produzione di vino ed era inoltre oggetto di commercio.
Con l’occupazione romana il vino di questa zona della Sicilia veniva esportato a Roma e nell’Italia centro-meridionale; durante degli scavi a Pompei sono state ritrovate delle anfore vinarie che riportano delle iscrizioni sui luoghi di provenienza del vino: Taormina e Mesopotamio. In epoca romana questa zona ricca e fertile posta tra i due fiumi Ippari e Dirillo, era infatti chiamata “Plaga Mesopotamium” e coincideva con l’attuale zona di produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Camarina rappresentava lo sbocco naturale dei prodotti agricoli, tra cui il vino, prodotti in questa zona, con un percorso che da Catania passava attraverso Lentini, Caltagirone, Acate, Vittoria e Comiso, la cui attività vitivinicola è testimoniata da ritrovamenti di palmenti, fondaci per le soste, fornaci per la costruzione di anfore da vino.
Nel 1606, la nobildonna Vittoria Colonna Henriquez, contessa di Modica, decise di fondare la città di Vittoria, e per incentivarne l’urbanizzazione regalò ai primi 75 coloni un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto.
Per tutto il seicento si ebbe un enorme espansione dei vigneti in questa zona grazie ad una politica di incentivazione delle colture intensive pregiate, come appunto la vite, che valorizzavano la naturale fertilità del suolo.
Il vino veniva esportato prima soltanto nelle varie altre città della contea di Modica, successivamente, attraverso il porto di Scoglitti e le navi trapanesi e mazaresi, veniva esportato anche a Malta.
Nel 1777 l’esenzione dal dazio sul mosto fece aumentare ancora di più la superficie a vigneto soprattutto ad opera di piccoli e medi possidenti, enfiteuti e mezzadri.
L’abate Paolo Balsamo nel suoi appunti di viaggio attraverso la Contea di Modica (1808) asserisce che la campagna di Vittoria è ricca di vigneti e si produce vino che considera il migliore tra quelli da pasto di tutta la Sicilia.
Il fiorentino Domenico Sestini trasferitosi a Catania come bibliotecario al servizio del principe di Biscari, dà una importante testimonianza della vitivinicoltura di questa zona della Sicilia; nella lezione che tenne nel 1812 all’Accademia dei Georgofili sui vini del territorio di Vittoria, elogia la qualità di questi vini e ne descrive i vitigni, il sistema di impianto e di coltivazione, la fertilità dei terreni, le modalità di vendemmia e vinificazione.
Nella seconda metà dell’Ottocento si ebbe un ulteriore sviluppo economico di questa zona e la città di Vittoria divenne una delle città più floride e produttive della Sicilia.
In questo periodo ci fu un massiccio processo di riconversione colturale; migliaia di ettari, prima coltivati a grano furono riconvertiti in colture più redditizie, tra cui il vigneto.
Tale trasformazione fu spinta dalla crescita della domanda di vino e dal relativo aumento dei prezzi, dal progresso tecnologico delle operazioni colturali che rese più facile e redditizia la coltivazione dei vigneti. Il porto di Scoglitti fu potenziato per fare fronte alle richieste di esportazione dei vini; nel 1860 l’esportazione dei vini di Vittoria toccò i 300 mila ettolitri.
Ma a partire dalla fine del secolo l’epidemia della Fillossera portò alla distruzione di gran parte dei vigneti della Sicilia e, Vittoria, con la sua spinta specializzazione viticola, pagò a caro prezzo la scelta monoculturale; migliaia di piccoli proprietari caddero in rovina.
Agli inizi del XX secolo si diffuse la tecnica dell’innesto su vite americana resistente alla fillossera, ma i piccoli proprietari e mezzadri erano totalmente privi di capitale per procedere ai reimpianti, per cui fu ad opera di grosse famiglie proprietarie terriere che si procedette alla riconversione dei vigneti.
La crisi economica conseguente alla fillossera e la guerra commerciale con la Francia segnarono il declino della produzione dei vini ad alta gradazione ed ad intenso colore, che venivano esportati in Francia come vini da taglio, ed aumentò la produzione dei vini da pasto a più moderato tenore alcolico, profumati e freschi, antesignani degli attuali vini a DOCG “Cerasuolo di Vittoria”.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio, fino ad arrivare ad oggi. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza della denominazione come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.
Questa evoluzione positiva della DO è sancita dal passaggio dei vini “Cerasuolo di Vittoria” da DOC a DOCG avvenuto nel 2005.
I vini “Cerasuolo di Vittoria” sono stati infatti riconosciuti a DOCG con decreto ministeriale del 13 settembre 2005, ed erano già stati riconosciuti a DOC con Dpr del 29 maggio 1973 poi modificato con Dm 6 novembre 1991.
L’incidenza dei fattori umani, nel corso della storia, è in particolare riferita alla puntuale definizione dei seguenti aspetti tecnico-produttivi, che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di produzione:
– base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla produzione dei vini in questione, sono il Nero d’Avola e il Frappato, tradizionalmente coltivati nell’area geografica considerata; inoltre la combinazione di questi due vitigni è unica e caratteristica di questa zona della Sicilia; questi due vitigni sono citati e descritti sia da P. Balsamo (1808) che da D. Sestini (1812) nelle loro descrizioni dei vini e dei vigneti della zona di Vittoria.
– le forme di allevamento, i sesti d’impianto e i sistemi di potatura che, anche per i nuovi impianti, sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle viti, sia per agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare ben esposta e di contenere le rese di produzione di vino entro i limiti fissati dal disciplinare;
– le pratiche relative all’elaborazione dei vini, sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione in rosso dei vini tranquilli.
● B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
I vini di cui al presente disciplinare presentano, dal punto di vista analitico ed organolettico, caratteristiche molto evidenti e peculiari, descritte all’articolo 6, che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
I vini presentano caratteristiche chimico-fisiche equilibrate che contribuiscono al loro equilibrio gustativo; in particolare dal punto di vista analitico ed organolettico presentano un colore tipico, dal rosso ciliegia al violaceo, che con l’invecchiamento tende al granato; un odore dal floreale al fruttato per il “Cerasuolo di Vittoria”, che si connota decisamente di ciliegia nel “Cerasuolo di Vittoria classico”; un sapore secco, pieno, morbido ed armonico.
● C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
L’orografia dell’areale di produzione e l’esposizione prevalente dei vigneti, localizzati in zone particolarmente vocate alla coltivazione vite, concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto produttive della pianta.
Anche la tessitura e la struttura chimico-fisica dei terreni interagiscono in maniera determinante con la coltura della vite, contribuendo all’ottenimento delle peculiari caratteristiche fisico chimiche e organolettiche dei vini della DOCG “Cerasuolo di Vittoria”.
I suoli che si formano sui calcarei sono infatti, quasi sempre, poco profondi, di colore rosso vivo, ricchi di ferro e di minerali metallici; le radici della vite si approfondiscono sino a raggiungere il calcare e, al contatto fra questo e la terra rossa , trovano un po’ di frescura e un grado maggiore di umidità; ciò consente un’alimentazione idrica e minerale più in profondità che risulta assai importante specialmente nella fase di post invaiatura, evitando pericolosi blocchi di maturazione per stress idrico.
Anche il clima dell’areale di produzione caratterizzato da inverni miti, con scarse piogge nei mesi estivi , forti escursioni termiche giornaliere, specie nel periodo di luglio-agosto sono tutte caratteristiche che si confanno ad una viticoltura di qualità. L’epoca di vendemmia nella zona costiera dell’areale di produzione è la più precoce, anticipata di 2-3 settimane rispetto alla zona di alta collina, nella zona di media collina la vendemmia si effettua nella seconda metà di settembre e nella zona di alta collina avviene nella prima decade di ottobre.
Questo protrarsi della maturazione nella zona di alta collina è dovuto sia alla temperatura media dei mesi marzo-maggio, che è più bassa che nelle altre zone e, quindi il germogliamento e la fioritura si manifestano in ritardo, sia alla maggiore piovosità del mese di maggio che finisce per allungare ulteriormente la data di vendemmia.
Già P. Balsamo nel 1808, aveva colto questo prezioso mix tra fattori naturali e umani e la loro influenza sulle caratteristiche del prodotto; nel suo diario di viaggio attraverso la contea di Vittoria infatti scriveva:
“Il suolo ed il clima è quivi adattissimo alla vigna… insomma la natura e l’arte contribuiscono egualmente a rendere i vini di Vittoria assai pregiabili.” e, D. Sestini, nel 1812, durante una sua lezione all’accademia dei Georgofili sui vini di Vittoria, leggeva: “le terre di un tal luogo sono… dolci, friabili, fresche e larghe, cioè cavate dalla loro profondità ed esposte al sole si mantengono sciolte, ed è in queste terre dove la vigna molto ben prospera e si mantiene” seguiva poi la descrizione del sistema di impianto e di coltivazione delle viti che, in pratica, si sono tramandate fino ad oggi con le dovute migliorie ed affinamenti legati al progresso scientifico-tecnologico.
La secolare storia vitivinicola di questo territorio, dall’epoca greca e romana fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è dunque la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche dei vini della DOCG “Cerasuolo di Vittoria”. Ovvero è la testimonianza che la cultura del vino è legata intimamente alla vita della popolazione fin dai tempi più remoti, di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate e affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Cerasuolo di Vittoria”.