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Le Doc della Toscana: Moscadello di Montalcino

Le Doc della Toscana: Moscadello di Montalcino


❂ Moscadello di Montalcino D.O.C.
(D.P.R. 13/11/1984 – G.U. n.139 del 14/6/1985; ultima modifica D.M. 7/3/2014, pubblicato sul Sito ufficiale del Mipaaf, Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)


zona di produzione
● in provincia di Siena: comprende l’intero territorio amministrativo del comune di Montalcino;

base ampelografica
tranquillo, frizzante, Vendemmia Tardiva: Moscato Bianco, possono concorrere alla produzione di detto vino anche le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella regione Toscana (vedi →allegato) fino a un massimo del 15%;

norme per la viticoltura
le condizioni di coltura dei vigneti devono rispondere ai requisiti esposti ai punti che seguono:

  • Terreni: geocronologicamente attribuibili a un intervallo di tempo che va dal cretaceo al pliocene e
    idonei a conferire alle uve e al vino derivato le specifiche caratteristiche qualitative;
  • Giacitura: collinare;
  • Altitudine: non superiore ai 600 mt s.l.m.;
  • Esposizione: adatta ad assicurare una idonea maturazione delle uve;
  • Densità di impianto: quelle generalmente usate in funzione delle caratteristiche peculiari dell’uva e del vino; per gli impianti realizzati a partire dall’anno 1996, la densità minima dovrà essere di 3000 piante per ettaro. Nei primi due anni di vegetazione dall’impianto, non potrà essere rivendicata alcuna produzione.
    Per il terzo e quarto anno di vegetazione, la quantità massima di uva per ettaro non potrà superare, rispettivamente, la percentuale del 30% e del 70%, del massimale successivamente descritto;
  • Forme di allevamento e sistemi di potatura: quelli generalmente usati o comunque atti a non modificare le caratteristiche peculiari dell’uva e dei vini;

è consentita la pratica dell’irrigazione di soccorso;
la resa massima di uva in coltura specializzata non deve essere superiore a 10 t/Ha, pari a 65 Hl in vino finito per i tipi “Tranquillo” e “Frizzante“. Per il tipo “Vendemmia Tardiva” la produzione massima di uva parzialmente appassita, non deve essere superiore a 5 t/Ha di vigneto in coltura specializzata, pari a 22,5 Hl in vino;
per le uve atte a produrre la tipologia Vendemmia Tardiva è consentito, fino a un massimo del 50% della resa massima prevista, un appassimento parziale in fruttaio;

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione, conservazione, affinamento e imbottigliamento devono essere effettuate nella zona di produzione;
la presa di spuma per il tipo “Frizzante” deve avvenire solo attraverso fermentazione naturale;
l’eventuale arricchimento per le tipologie “Tranquillo” e “Frizzante” potrà essere effettuato solo con mosto concentrato prodotto da uve provenienti dai vigneti iscritti all’Albo dei Vigneti del vino Moscadello di Montalcino o con Mosto Concentrato Rettificato. Per la tipologia “Vendemmia Tardiva” è vietato qualsiasi tipo di arricchimento;
la tipologia “Vendemmia Tardiva” deve essere sottoposta a un periodo di affinamento di almeno un anno, calcolato dal 1° gennaio dell’anno successivo alla vendemmia e non può essere immessa al consumo prima del 1° gennaio del secondo anno successivo alla vendemmia. Durante l’affinamento il vino può compiere una lenta fermentazione che si attenua nei mesi freddi;
le uve destinate alla vinificazione sottoposte, se necessario, a preventiva cernita, devono assicurare ai vini un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di 10% per i tipi “Tranquillo” e “Frizzante“. Le uve destinate alla produzione della tipologia “Vendemmia Tardiva“, ammesse nelle condizioni richieste debbono assicurare al vino un titolo alcolometrico volumico naturale minimo non inferiore al 15%;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
sulle bottiglie contenenti il vino “Moscadello di Montalcino” deve sempre figurare l’indicazione dell’annata di produzione delle uve;
nella designazione dei vini a denominazione di origine controllata “Moscadello di Montalcino” può essere utilizzata la menzione “vigna“, a condizione che sia seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale, che la vinificazione e la conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione venga riportata sia nella denuncia delle uve, sia nei registri e nei documenti di accompagnamento e che figuri nell’apposito elenco regionale ai sensi dell’art. 6 comma 8 del Decreto Legislativo 8 aprile 2010, n. 61, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26/4/2010;
i vini a denominazione di origine controllata “Moscadello di Montalcino” possono essere immessi al consumo in bottiglie di una delle seguenti capacità: litri 0,375; litri 0,500; litri 0,750; litri 1,500, litri 3,000, litri 5,000. Le bottiglie devono essere di vetro e chiuse con tappo di sughero;

legame con l’ambiente geografico
A) Informazioni sulla zona geografica
Fattori naturali rilevanti per il legame
Il territorio di produzione del vino Moscadello di Montalcino, che corrisponde all’area del comune di Montalcino in provincia di Siena, si trova nella Toscana sud-orientale a 40 chilometri a sud della città di Siena. Il territorio di produzione, che ha una superficie complessiva di 243,62 chilometri quadrati, è delimitato dalle valli dei tre fiumi Orcia, Asso e Ombrone, assume una forma quasi quadrata, i cui lati misurano mediamente 15 chilometri.
L’area così definita si sviluppa in altezza dal livello di circa 120 metri sul livello del mare lungo i fiumi, fino a circa 650 metri a ridosso del Poggio Civitella che è il punto più alto del territorio.
La collina di Montalcino ha numerosi ambienti pedologici, essendosi formata in ere geologiche diverse, riconducibili ad arenarie, anche miste a calcari, ad alberese e a galestro, nonché a terreni con granulometrie miste talvolta tendenti al sabbioso, talvolta tendenti all’argilloso.
La collina di Montalcino dista 40 km in linea d’aria dal mare ubicato ad Ovest e circa 100 km dalla catena appenninica che attraversa l’Italia Centrale, posizionata verso Est. Il clima è mediterraneo, ma comunque tendenzialmente asciutto; ha anche delle connotazioni continentali data la posizione intermedia tra il mare e le montagne dell’Appennino Centrale. Questo è dimostrato dalle medie delle precipitazioni e delle temperature rilevate. Le precipitazioni sono concentrate nei mesi primaverili e autunnali, come avviene nei climi mediterranei e la media annuale delle precipitazioni è di circa 700 millimetri. In inverno, sopra i 400 metri, sono possibili le nevicate. La fascia di media collina non è interessata da nebbie, gelate o brinate tardive, mentre la frequente presenza di vento garantisce le condizioni migliori per lo stato sanitario delle piante. Durante l’intera fase vegetativa le temperature sono prevalentemente miti e con elevato numero di giornate serene, caratteristica ideale ad assicurare una maturazione graduale e completa dei grappoli.
Fattori umani rilevanti per il legame
Montalcino è conosciuto da secoli come la patria del Moscadello. Esistono notizie storiche risalenti al XV secolo. Nel 1540, in una lettera inviata da Venezia ad un amico, lo scrittore Pietro Aretino lo ringrazia elogiandolo per il dono di un “caratello di prezioso, delicato Moscadello, tondotto, leggiero, e di quel frizzante iscarico che par che biascia, morde e trae di calcio, parole che parrebbon la sete in su’ le labbra…“.
Alcuni documenti degli archivi Vaticani risalenti al 1591, dimostrano che nei poderi di proprietà dell’Abbazia di Sant’Antimo i mezzadri producevano il Moscadello; il pontefice Urbano VIII, nei primi decenni del Seicento, lo apprezzava “per la sua gagliardia e sapore” e con grande discrezione “solea spesso richiederlo per sé e per la sua Corte”. Nei libri di viaggio e nei racconti dei viandanti famosi del Seicento, del Settecento ed anche dell’Ottocento, non mancava mai la citazione con elogio del Moscadello di Montalcino “fra i più rari e rinomati vini di Toscana”.
Molto nota è la citazione di Francesco Redi, il medico e poeta aretino, uomo di raffinate qualità e scienziato insigne, che compose nel 1685 il “Bacco in Toscana”, in onore ai migliori vini della sua terra sulle orme gioiose dei vecchi ditirambi ellenici. A proposito del Moscadello di Montalcino decantava: “Del leggiadretto/del sì divino/Moscadelletto/di Montalcino”.
Moltissime sono le notizie storiche relative a noti personaggi che testimoniano l’apprezzamento del Moscadello. Primo fra tutti, il grande poeta Ugo Foscolo: nel soggiorno fiorentino sul luminoso colle di Bellosguardo (nel 1812-1813), nel periodo più drammatico della sua vita, fra ristrettezze economiche, sospetti di attività antibonapartiste e attriti con gli ambienti letterari milanesi, il Foscolo si confortava dalle fatiche letterarie con un buon bicchiere di Moscadello di Montalcino, che offriva con orgoglio ai suoi amici.
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
Il Moscadello di Montalcino, alla vista, si presenta giallo paglierino tenue nel tipo Frizzante, che tende a divenire più cupo nel tipo Tranquillo e ad assumere l’aspetto del giallo tendente al dorato nella tipologia Vendemmia Tardiva. Caratteristico l’olfatto: aroma di moscato equilibrato e fresco, con sfumature floreali per il tipo con appassimento. Il palato è piacevolmente appagato dal dolce e dall’armonia aromatica del tipo Tranquillo, il Frizzante offre l’invitante brio del leggero “perlage”, mentre la tipologia Vendemmia Tardiva dimostra la vellutata eleganza e l’avvolgenza di un vino passito. Il Moscadello di Montalcino Tranquillo e Frizzante è da consumarsi giovane, mentre il tipo Vendemmia Tardiva può essere conservato anche negli anni.
Trova la sua collocazione naturale a fine pasto, accompagnando piacevolmente pasticceria e dolci secchi. In cucina viene usato come base per alcune salse dolci da abbinare a piatti delicati.
Felicissimo risulta l’accompagnamento con formaggi erborinati.
Il vino Moscadello di Montalcino deve essere servito in calici di media capacità e a una temperatura di 10 -12°C.
C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
La combinazione dei fattori naturali – suolo e clima – con i fattori umani, definisce l’interazione che si estrinseca nelle caratteristiche del vino Moscadello di Montalcino.
La tecnica viticola si è evoluta ed oggi i vigneti impiantati sono il risultato delle conoscenze acquisite con le osservazioni e le sperimentazioni realizzate nel corso degli ultimi decenni. I sistemi di potatura e la coltivazione del vigneto tengono conto dell’ambiente pedoclimatico e della relativa scarsità di riserve idriche nel periodo estivo. Vengono pertanto effettuate lavorazioni il cui scopo è quello di mantenere la riserva di acqua. Nel periodo autunnale e di inizio primavera vengono fatte lavorazioni più profonde per favorire la penetrazione delle acque.
I terreni tendenzialmente poveri di sostanza organica, calcarei e con relativa carenza di acqua, consentono al vitigno Moscato Bianco e agli altri vitigni autorizzati di svilupparsi con vigoria piuttosto contenuta e con conseguente limitata produzione. Anche il clima influisce sui vitigni e sul loro sviluppo durante la fase vegetativa della vite che va dalla metà del mese di aprile, fino alla metà del mese di settembre. Le piogge della fase primaverile sono utili per l’accumulo di acqua a livello dell’apparato radicale, utile alla pianta per sviluppare bene la prima fase della vegetazione.
Successivamente – nei mesi estivi – la pianta ha un progressivo rallentamento vegetativo, dato che i terreni tendono a perdere le riserve idriche a causa della relativa scarsa piovosità. Il periodo successivo, che si sviluppa nella fase tardo estiva e di inizio autunno, si presenta più fresco. Durante il periodo della maturazione delle uve si hanno, sia per la posizione che per le altitudini, escursioni termiche giorno-notte significative.
Le caratteristiche delle uve che si ottengono nel territorio sono la diretta conseguenza del comportamento del vitigno Moscato Bianco e degli altri vitigni autorizzati durante la fase vegetativa.
La povertà dei terreni, la relativa carenza di acqua, la ventilazione normalmente attiva e il grado di insolazione, consentono di ottenere uve ad un perfetto stato di maturazione e sane dal punto di vista fitosanitario.

Allegato

► Vitigni complementari idonei alla produzione del vino a DOC Moscadello di Montalcino
1. Sauvignon B.
2. Roussane B.
3. Clairette B.
4. Greco B.
5. Grechetto B.
6. Viogner B.
7. Albarola B.
8. Ansonica B.
9. Trebbiano Toscano B.
10. Chardonnay B.
11. Incrocio Bruni 54 B.
12. Riesling Italico B.
13. Fiano B.
14. Verdicchio Bianco B.
15. Pinot Bianco B.
16. Biancone B.
17. Livornese Bianca B.
18. Vermentino B.
19. Malvasia Istriana B.
20. Vernaccia di S. Gimignano B.
21. Manzoni Bianco B.
22. Muller-Thurgau B.
23. Canaiolo Bianco B.
24. Pinot Grigio G.
25. Verdello B.
26. Marsanne B.
27. Durella B.
28. Malvasia Bianca di Candia B.
29. Sémillon B.
30. Malvasia Bianca Lunga B.
31. Verdea B.
32. Albana B.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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