Le DOC dell’Abruzzo: Cerasuolo d’Abruzzo Sottozona Colline Pescaresi
❂ Cerasuolo d’Abruzzo Sottozona Colline Pescaresi D.O.C.
(Approvato con D.M. 19/1/2023 – G.U. n.30 del 6/2/2023)
► zona di produzione
● in provincia di Pescara: Alanno, Bolognano, Brittoli, Bussi, Cappelle sul Tavo, Castiglione a Casauria, Catignano, Cepagatti, Citta Sant’Angelo, Civitella Casanova, Civitaquana, Collecorvino, Corvara, Cugnoli, Elice, Farindola, Lettomanoppello, Loreto Aprutino, Manoppello, Montebello di Bertona, Montesilvano, Moscufo, Nocciano, Penne, Pianella, Pietranico, Picciano, Pescara, Pescosansonesco, Popoli, Rosciano, San Valentino, Scafa, Serramonacesca, Spoltore, Tocco Casauria, Torre de’ Passeri, Turrivalignani, Vicoli;
► base ampelografica
● superiore: montepulciano min. 90%, possono concorrere le uve di altri vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Abruzzo, max. 10%;
► norme per la viticoltura
● le uve destinate alla produzione del vino a Denominazione di Origine Controllata “Cerasuolo d’Abruzzo” con riferimento alla sottozona “Colline Pescaresi” devono essere ottenute unicamente da vigneti ubicati in zone collinari la cui altitudine non sia superiore ai 600 metri s.l.m. ed eccezionalmente ai 700 metri slm per quelli esposti a mezzogiorno;
● per i nuovi impianti e reimpianti a filare la densità non può essere inferiore a 3.000 ceppi per ettaro in coltura specializzata, fatto salvo per gli impianti e reimpianti a pergola, per i quali non deve essere inferiore a 1.600 ceppi per ettaro;
● le forme di allevamento consentite sono quelle generalmente usate nella zona ossia pergola orizzontale e spalliera semplice o doppia. I sesti di impianto devono essere adeguati alle forme di allevamento;
● è consentita l’irrigazione di soccorso;
● la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere di 13,5 t/ha e 11,50% vol.;
► norme per la vinificazione
● le operazioni di vinificazione, ivi compresi l’invecchiamento e l’affinamento, devono essere effettuate all’interno della zona di produzione della Denominazione di Origine Controllata “Cerasuolo d’Abruzzo”;
● il vino a Denominazione di Origine Controllata “Cerasuolo d’Abruzzo” sottozona “Colline Pescaresi”, seguito dalla menzione superiore, deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento non inferiore a cinque mesi;
● il vino a Denominazione di Origine Controllata “Cerasuolo d’Abruzzo” sottozona “Colline Pescaresi”, seguito dalla menzione superiore, non può essere immesso al consumo prima del 1° aprile, successivo all’annata di produzione delle uve. Il periodo di invecchiamento/affinamento decorre dal 1° novembre dell’annata di produzione delle uve;
► norme per l’etichettatura e il confezionamento
● nella designazione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Cerasuolo d’Abruzzo” sottozona “Colline Pescaresi” può essere utilizzata la menzione “vigna” ai sensi dell’art. 31 comma 10 della legge 238/16;
● per i vini a Denominazione di Origine Controllata “Cerasuolo d’Abruzzo” sottozona “Colline Pescaresi”, è consentito utilizzare solo bottiglie di vetro di forma tradizionale e di volume nominale pari a litri: 0,375- 0,750 – 1,500 – 3,000 – 6,000 e formati speciali di volume nominale fino a 27 litri;
● per il vino a denominazione di origine controllata “Cerasuolo d’Abruzzo” sottozona “Colline Pescaresi”, seguito dalla menzione “superiore”, è vietato l’utilizzo del tappo a corona e a strappo;
► legame con l’ambiente geografico
● A) Informazioni sulla zona geografica
◉ Fattori naturali rilevanti per il legame
La zona geografica delimitata, fatta eccezione per una stretta fascia più interna a confine con le altre tre province della regione che può considerarsi montuosa, è costituita da un’ampia ed estesa fascia collinare litoranea, seguita dalla collina interna ed infine da quella pedemontana che si spinge sino ai piedi del Gran Sasso e della Maiella. Si tratta per la maggior parte di suoli bruni, suoli bruni calcarei (regisuoli e vertisuoli) nonché suoli bruni mediterranei. La vocazione di questi terreni, per pendenze entro il 25% ed esposti a meridione, è indirizzata verso la viticoltura e l’olivicoltura, colture che determinano uno sfruttamento normale del suolo e lo preservano da fenomeni di erosione accelerata. Le precipitazioni medie annuali della zona sono comprese tra i 600 mm della fascia costiera agli oltre 800 mm/anno della collina interna. Il periodo più piovoso è quello compreso tra ottobre e dicembre (circa 80 mm/mese) mentre il mese con il minimo assoluto è quello di luglio (compreso tra i 30 ed i 40 mm). Il clima è di tipo temperato, con temperature medie comprese tra i 13°C di aprile ed i 15°C di ottobre, con punte di 25°C nei mesi di luglio e agosto. Notevoli sono le escursioni termiche tra giorno e notte, favorite dalla vicinanza del massiccio del Gran Sasso e della Maiella, così come la ventilazione che determinano condizioni ottimali per la sanità delle uve nonché l’accumulo di sostanze aromatiche nei grappoli, dando origine a vini dai profumi intensi e caratterizzati. L’indice termico di Winkler, ossia la temperatura media attiva nel periodo aprile-ottobre, è compreso tra 1.700 gradi-giorno (aree più interne) ed i 2.300 gradi- giorno (collina litoranea), condizioni che garantiscono la maturazione ottimale sia delle varietà precoci come il Pecorino e di quelle tardive come il Montepulciano.
◉ Fattori umani rilevanti per il legame
Le notizie storiche sulla presenza della vite e del vino nell’area pescarese sono numerose, come testimoniano diversi autori di differenti epoche, legata soprattutto all’instancabile opera dei padri benedettini presenti nelle diverse abbazie sorte sul territorio quali quella di S. Clemente a Casauria per volere dell’imperatore Ludovico II che acquistò le terre nell’871, quella di Santa Maria di Casanova del 1191 (Villa Celiera) e quella di Santa Maria Arabona del 1209 (Manoppello).
Ma, facendo un salto di alcuni secoli, come afferma il Prof. Franco Cercone in uno dei suoi numerosi scritti “dobbiamo sicuramente alle famiglie dei Mezzana e dei Tabassi, alla fine del 1700, l’ampliamento dell’area di coltivazione del vitigno Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzarono le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle Pescara”. In quest’area, ascritta oggi alla provincia di Pescara, vengono infatti a formarsi ricchi feudi, per lo più in tenimento di Torre dei Passeri, Tocco da Casauria e Musellaro.
È da ritenersi che le condizioni climatiche e le caratteristiche geologiche dell’alta Val Pescara, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti in quest’area ed è probabile che diversi vitigni, tra cui il Montepulciano, siano stati trapiantati dai Mezzana a Torre dei Passeri e da qui, il “vitigno portabandiera dell’Abruzzo”, sia migrato agli inizi del 1900 verso il chietino, la costa pescarese e il teramano. Da quanto detto si evince che la presenza del vitigno Montepulciano nell’entroterra della provincia di Pescara, oggi vitigno alla base per la produzione dei vini rossi di quest’area, risale ormai ad oltre due secoli ed è proprio in questa zona che esso ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità, evidenziando peculiari caratteristiche legate sia agli aspetti olfattivi che gustativi.
La zona interna della provincia di Pescara vanta antiche tradizioni viticole tanto che un sinonimo del vitigno Montepulciano è “Montepulciano di Torre de’ Passeri” o semplicemente “Torre de’ Passeri” come ricorda Bruno Bruni nel capitolo dedicato al Montepulciano in una pubblicazione del Ministero dell’Agricoltura – Commissione per lo studio ampelografico dei principali vitigni ad uve da vino coltivati in Italia del 1955. Comunque, oltre ai fattori storici, che legano strettamente il prodotto al territorio, molto importante è anche l’incidenza dei fattori umani poiché, attraverso la definizione ed il miglioramento di alcune pratiche viticole ed enologiche, che fanno parte integrante e sostanziale del disciplinare di produzione, si riescono ad ottenere prodotti dalle spiccate caratteristiche e tipicità.
– Base ampelografica dei vigneti: il vino Doc Cerasuolo d’Abruzzo, sottozona “Colline Pescaresi” deve essere ottenuto da uve provenienti da vigneti che nell’ambito aziendale risultano composti dal vitigno Montepulciano per almeno il 90%.
– Forme di allevamento, sesti d’impianto e sistemi di potatura: la forma di allevamento usata nella zona è la pergola abruzzese, con un numero minimo di 1.600 ceppi per ettaro o a spalliera semplice o doppia, con un numero minimo di 3000 ceppi per ettaro. I sesti di impianto, così come i sistemi di potatura, sono adeguati alle forme di allevamento utilizzate al fine di una buona gestione del vigneto.
– Pratiche relative all’elaborazione dei vini: sono quelle tradizionali ed ormai consolidate per i vini rosati tranquilli. Il vino Cerasuolo d’Abruzzo della sottozona “Colline Pescaresi” è sempre seguito dalla menzione superiore e sottoposto a un periodo di affinamento obbligatorio di 5 mesi, prima dell’immissione al consumo, che può avvenire solo a partire dal 1° aprile successivo all’annata di produzione delle uve.
● B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
La denominazione Cerasuolo d’Abruzzo seguita dalla sottozona Colline Pescaresi comprende una sola tipologia di vino rosato con caratteristiche qualitative che ne permettono l’attribuzione della menzione “superiore” sia rispetto ai gradienti di maturazione delle uve Montepulciano e sia rispetto alle qualità chimico-fisiche e organolettiche dei vini che presentano caratteristiche adatte anche ad un lungo affinamento prima dell’uscita sul mercato.
● C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B) La tradizione secolare dell’enologia viticola sulla caratterizzazione dei vini ha consentito di distinguere i specifici territori tra cui la sottozona Colline Pescaresi in grado di valorizzare al meglio nei singoli territori le peculiarità del Montepulciano per la produzione dei vini rosati denominati Cerasuolo d’Abruzzo”.