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Le Macchiole: Cinzia Merli e grande verticale di Messorio

Spesso, succede, che a parlare e/o scrivere di case vinicole importanti si rischia di scadere nel banale; ormai tutti sanno ogni cosa.
L’occasione, però, è troppo ghiotta per non raccontarla: una verticale di Messorio, dal 1994 al 2013!
Le Macchiole è stata fondata nel 1983; Eugenio Campolmi e sua moglie Cinzia Merli dismettono l’attività commerciale ereditata da Eugenio ed acquistano pochi ettari di terra per dare vita ad un loro sogno: produrre vino di qualità. In quel tempo sulla costa toscana si coltivavano solo frutta, ortaggi, grano ed olivi. Il cinghiale e la selvaggina in genere, che pure si trovavano in abbondanza nei ristoranti e nelle trattorie della zona, venivano accompagnati da un buon rosso toscano, prodotto sulle colline interne, che ricordava sicuramente il Chianti: c’era un modo unico in tutta la toscana di fare vino. Il Sassicaia esisteva già, ma era l’unico vino prodotto in zona e non aveva certo la notorietà di oggi. Le scelte operate da Eugenio e Cinzia per impiantare i vigneti furono radicali ed innovative: alta densità delle piante e vitigni francesi, quali merlot per il Messorio, syrah per Scrio e cabernet sauvignon; unica eccezione fu fatta per un po’ di sangiovese.

Nel 1994 fu introdotto il cabernet franc, che, negli anni successivi, venne aggiunto al blend cabernet sauvignon-sangiovese del Paleo Rosso; e nel giro di pochi anni, nel 2001, ne è diventato l’unico componente. Finalmente, l’idea iniziale di fare vini mono varietali si è concretizzata; i vini saranno espressione pura di quei vitigni nel bolgherese, un territorio, secondo loro, di grandi potenzialità.

Nel 2002 Eugenio scompare prematuramente e Cinzia si ritrova da sola a dover gestire un’azienda impostata per fare vini molto importanti e, come se non bastasse, con due figli poco più che bambini.

Cinzia Merli
Cinzia Merli

 

Cinzia non è una donna imponente; colpita così duramente, poteva anche apparire gracile e debole. Portò, invece, a compimento l’intero progetto! Il fratello Massimo Merli iniziò ad occuparsi dei vigneti, Luca D’Attoma, che ha continuato la consulenza enologica fino al 2014, ed un team professionalmente molto preparato, hanno portano i vini prodotti e l’azienda nelle posizioni più alte del panorama vitivinicolo. Ed anche i due figli, oggi, lavorano in azienda.

Attualmente gli ettari vitati sono 27, condotti in regime biologico, senza disdegnare i principi della biodinamica con l’utilizzo, non più sporadicamente, di corno letame, corno silice, propoli, valeriana ed ortica. Le lavorazioni del terreno non sono traumatiche e gli interventi sulle viti sono lievi e non drastici: sfalcio e sotterramento del sovescio, scalzatura e zappatura manuale dei filari, sfemminellatura e diradamenti modulati secondo l’andamento stagionale, l’accapannamento dei tralci, ovvero arrotolando i tralci lungo il filo più alto del filare, senza cimarli. Le uve, prima della pigiatura, subiscono tre selezioni: la prima in vigna con la raccolta manuale dei grappoli più sani, poi in cantina su due tavoli di cernita; sul secondo tavolo la cernita avviene sul chicco.

Tavolo di cernita delle uve
Tavolo di cernita delle uve

Gli interventi in fase di vinificazione e maturazione, vista la cura prestata in vigna, sono limitatissimi; Luca Rettondini è l’enologo che, cresciuto in azienda, oggi dirige da solo le operazioni in cantina che, ricordiamolo, produce una media di 160.000 bottiglie l’anno, esportate in otre 40 paesi nel mondo.

Il team de Le Macchiole
Il team de Le Macchiole

 

Tutti i cinque vini di questa cantina sono prodotti con vitigni alloctoni e tutti hanno una forte personalità legata al territorio.

Il numero di cantine che, dalla fine degli anni ottanta, sono nate nella costa toscana e si sono affermate con vitigni bordolesi, è cresciuto con progressione geometrica; ma chi ha vinto, soprattutto, è stato proprio il territorio; quello che, fino agli anni ’70, veniva considerato un territorio “sfigato”, viene oggi considerato uno dei territori più altamente vocati a vini eleganti e complessi.

Già… il territorio.

Nel passato Bolgheri, che è nel comune di Castagneto Carducci, fu celebrata da uno dei suoi cittadini più illustri, Giosuè Carducci, in varie poesie e racconti.

Nel 2014 Cinzia ebbe l’idea di commissionare un’opera unica nel suo genere ad un artista toscano, Stefano Tonelli, da dedicare al grande poeta ed ai luoghi che lui amò e cantò nei suoi scritti.

La tela di Stefano Tonelli da cui sono state ricavate le etichette
La tela di Stefano Tonelli da cui sono state ricavate le etichette

 

Mathusalem di Messorio 2004L’artista scelse come ingredienti per la creazione dell’opera grafite, carbone, acqua, acrilico e smalto; quell’opera diventò un quadro e fu suddivisa in 48 porzioni, tutte diverse l’una dall’altra e tutte numerate sul retro per identificare la porzione dell’opera, ognuna delle quali diventò una etichetta per vestire 48 bottiglie in formato Mathusalem (6 lt) di un’annata eccezionale e, per certi aspetti, unica: il Messorio 2004 in una Special Edition.

 

“Il progetto artistico vuole promuovere, valorizzare e far conoscere nel mondo il territorio di Bolgheri e, non a caso, abbiamo deciso che ne fosse il Messorio, l’ambasciatore; vino che esprime il carattere forte della nostra terra, ne ha la struttura, l’eleganza e i profumi”.

L’intero ricavato della vendita di queste bottiglie è stato utilizzato per donare al Comune di Castagneto Carducci e tutta l’area bolgherese, 5 “cornici” e di installarle in maniera tale che “inquadrino” gli scorci del panorama bolgherese cari a Giosuè Carducci.

Cornice

 

Il piano prevede che nel 2024 tutti i possessori di quelle 48 bottiglie le riportino a Bolgheri per ricomporre l’opera di Stefano Tonelli.

Una degustazione molto articolata di12 annate, fino al 1994, consente di apprezzare l’intero periodo produttivo!

Verticale Messorio

 

Messorio Rosso 1994
L’andamento climatico dell’annata è caratterizzato da una primavera fredda e piovosa, mentre l’estate è stata piuttosto calda. Al naso la frutta è ancora croccante e si apprezzano anche profumi di evoluzione: canfora e tabacco. Al palato la frutta è accompagnata da una buona dose di freschezza; non mancano note tostate, speziate e sapide; la sensazione che lascia è quella di un vino rotondo, morbido, a tratti nervoso e vivo.

Messorio Rosso 1995
La stagione è arrivata tardivamente e la parte iniziale dell’estate è stata fresca e piuttosto piovosa. Composito al naso con note floreali, tiglio, allume e note balsamiche. In bocca è tannico e succoso, asciutto e sapido; un sorso equilibrato, armonico e speziato.

Messorio Rosso 2000
Una primavera eccellente ha preceduto un’estate discontinua, dapprima regolare, poi estremamente calda, specialmente nella seconda metà di agosto, determinando maturazioni precoci ed affrettate. Per fortuna, tutto ciò, si manifesta solo sul tannino, ancora oggi un po’ asciugante. Per il resto, i fiori di campo e la frutta giovane accompagnati da note balsamiche, annunciano al naso un gran bel sorso; oltre al tannino di cui sopra, si fanno sentire note di frutta croccante, freschezza, sapidità e speziatura.

Messorio Rosso 2001
Dopo un inverno mite con anticipo del germogliamento, arriva la classica gelata di Pasqua a procurare danni diffusi. Picchi di caldo a maggio e piogge a luglio hanno comunque assicurato un buon equilibrio vegetativo; l’eccessivo caldo della prima metà di agosto è stato controbilanciato da correnti di aria fredda nella seconda parte, rallentando la maturazione delle uve. Tutto ciò si ripercuote nel calice con piccole sbavature olfattive ed una nota vegetale insistente; al palato il tannino è molto secco e l’acidità non risulta al pari delle altre annate.

Messorio Rosso 2004
Per i vigneti è stata una delle annate più regolari degli ultimi venti anni: piogge regolari sin dalla primavera con alternanza di giornate soleggiate fino alla vendemmia di settembre. Nel calice lo definirei un quadro dipinto a pastello con toni caldi e morbidi. Profumi floreali e frutti di bosco fragranti. In bocca è fruttato e molto equilibrato; il tannino è ancora molto deciso, ma è succoso e speziato, mentre, in chiusura, si apprezza una lieve tostatura.

Messorio Rosso 2006
Inverno rigido e piovoso, primavera calda e soleggiata. Andamento stagionale regolare, senza picchi troppo caldi, ma adatto a portare le uve ad una graduale maturazione con preservazione del corredo aromatico. Frutti di bosco, foglia di alloro e cipria al naso. Fruttato e morbido al palato; il tannino è ancora molto presente e secco, ma la succosità e la freschezza, accompagnate da una nota salmastra e iodata, ravvivano il sorso; speziatura e nota amaricante chiudono in bellezza il quadro gustativo.

Bottaia

Messorio Rosso 2008
L’andamento climatico è stato altalenante, con molte piogge, ma sostanzialmente regolare e ha permesso una maturazione graduale ed omogenea dei grappoli abbastanza spargoli e con buccia piuttosto spessa. Al naso evidenzia note di vino molto giovane e vinoso, con frutti di bosco e note balsamiche. La freschezza ed il tannino sono le prime due caratteristiche che si apprezzano all’ingresso in bocca; ha sapori molto ampi ed intensi: dalle spezie fini a note di cioccolata; il sorso è progressivo e spedito.

Messorio Rosso 2009
Inverno regolare; primavera inizialmente fresca e piovosa, ma poi molto asciutta e per quasi tutta l’estate, con crescita e maturazione regolare. Frutti di bosco, allume e note mentolate al naso. In bocca, pur con un tannino fitto ed imponente, è molto fresco e sapido, sontuoso e speziato.

Messorio Rosso 2010
Una primavera fresca e piovosa ha determinato una crescita lenta; un’estate molto regolare ha portato le uve ad una eccellente maturazione, ricche di acidità, polifenoli e zuccheri, senza eccedere poi con l’alcool. Inizialmente è austero e controllato al naso; poi, però, si scioglie e dona effluvi di piccoli frutti di bosco, foglie di lauro e note mentolate. Il tannino, molto fitto, ha bisogno di stare ancora un po’ in bottiglia, ma le note fruttate, fresche e sapide regalano un sorso succulento, progressivo ed elegante. Chiude con note di speziatura e di tostatura.

Messorio Rosso 2011
Primavera regolare ed estate calda, ma con escursioni termiche importanti e piogge rinfrescanti. La gestione dei vigneti verso la vendemmia è stata molto impegnativa, dando comunque ottimi risultati. Poco esuberante al naso, con una leggera nota ematica e frutti di bosco. Tannini importanti e more caratterizzano il sorso, molto succoso, con ritorni speziati e sapidi; la chiusura è speziata e tostata.

Messorio Rosso 2012
Andamento climatico regolare fino a primavera inoltrata; l’estate è scoppiata all’improvviso con temperature calde e secche; poi ritorna un andamento regolare con salutari precipitazioni, talvolta abbondanti fino alla completa maturazione delle uve; vendemmia laboriosa e problematica con rese molto basse. Nonostante le difficoltà patite dall’uva, la scarsa quantità ci ha regalato un vino gradevole in ogni sua componente. Fiori di maggio (rose e giaggioli), fruttini rossi e cipria al naso; la componente fruttata insieme ad un tannino non completamente risolto, compongono un’intelaiatura gustativa molto importante; il sorso è fresco, sapido e progressivo e la speziatura finale lo chiude quasi in eleganza. Insomma, per me quest’annata ha vinto ai punti; è un’annata partita con forti handicap stagionali, ma che sono stati in massima parte ben gestiti sia in vigna che in cantina per arrivare ad un vino in linea qualitativa con le altre annate.

Messorio Rosso 2013
Abbondanti piogge invernali e primavera fresca e piovosa: le riserve idriche sono ripristinate. In estate ci sono state importanti escursioni termiche, sicché la maturazione è stata progressiva e completa. Piccoli frutti rossi ed una nota erbacea passeggera fanno da apripista ad una crema al cioccolato ed a note di sambuco. In bocca è fruttato ed avvolgente; il tannino ha una trama molto fitta, ma è setoso; è succoso, sapido e speziato; la materia è tanta, ma anche l’eleganza. E quanto tempo ha davanti a sé!

Un’esperienza indimenticabile: senz’altro da ripetere!

Antonio Di Spirito

Il vino ha sempre fatto parte della sua vita; dal 1974 vinifica le uve acquistate e nel 1981 ha impiantato una piccola vigna che coltiva tutt'oggi, sempre per il consumo familiare. Dal 2006 si è dedicato interamente al mondo del vino; dopo aver seguito tanti corsi, ha ricoperto il ruolo di docente alla Rome Wine Academy School, organizzando e guidando degustazioni, partecipando alla stesura di una Guida annuale ai Migliori Vini e curando la pubblicazione del New Wine Journal online. Dal 2011 è Free Lance Wine Journalist. Dal 2013 collabora con "Lavinium" e dal 2014 anche con "LucianoPignataro WineBlog". Dal 2014 è Giudice Internazionale al "Concours Mondiale de Bruxelles" e dal 2016 è Membro delle Commissioni di Valutazione del Concorso Enologico Internazionale "La Selezione del Sindaco". Nel 2015 ha partecipato alle selezioni ed alla scelta dei vini della guida Slow Wine 2016 per la Sardegna e nel 2016 ha fatto parte del panel di degustazione per le selezioni e la scelta dei vini della guida Guida "I vini d'Italia" de L'Espresso.

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